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Il metodo di sant’Ignazio di Loyola per pregare bene

Un metodo del grande santo per imparare a pregare con i cinque sensi evitando tentazioni e distrazioni.

 Chiesa e Preghiera

Rita Sberna (11.10.2022 11:11, Gaudium Press) Penso che tutti coloro che nella vita pregano hanno fatto fronte alle distrazioni durante il momento di preghiera. Le distrazioni possono essere banali oppure insistenti fatto sta che disturbano la preghiera.

La conseguenza di tutto questo, qual è? Lo scoraggiamento! Si iniziano a trattare i cinque sensi come nemici della preghiera: vista, tatto, udito, olfatto e gusto.

Per sant’Ignazio di Loyola la preghiera è un incontro dell’uomo nella sua integrità con Dio. I cinque sensi appartengono interamente alla natura dell’uomo e la natura è il luogo dell’incontro con Dio.

Essendo stati creati uomini da Dio e non angeli, è normale avvertire i cinque sensi durante la preghiera.

Guardare

“Primo punto: vedo con la vista dell’immaginazione le persone, meditando e contemplando nei particolari le circostanze che le riguardano, e ricavando qualche frutto dalla loro vista”.

Esercizi Spirituali, 122

Questo esercizio passa per lo sguardo: si tratta di “collegare” il proprio sguardo, l’immaginazione. Chiudete gli occhi e con questo sguardo interiore osservate i personaggi che partecipano a una determinata scena evangelica. Iniziate con un quadro generale, poi “concretizzate” a poco a poco gli eventi, i luoghi, i personaggi. Poi, sempre con lo sguardo dell’immaginazione, continuate a vedere i dettagli. Sono questi che vi permetteranno di entrare in una conoscenza interiore di Gesù, Maria, Giuseppe o altri personaggi del Vangelo.

Ascoltare

“Secondo punto: ascolto con l’udito quello che dicono o potrebbero dire; e, riflettendo su me stesso, cerco di ricavarne qualche frutto”.

Esercizi Spirituali, 123

Ora siete invitati a sintonizzarvi. “Ascoltare” è molto più difficile di sentire. Anziché ascoltare le parole del Vangelo, lasciatevi trasportare dall’immaginazione ascoltando le parole dei personaggi interessati. Saranno allora le vostre parole a parlare. Adatteranno il loro linguaggio, e il passo biblico in questione diventerà il loro specchio. La distanza che vi separa da questi personaggi diminuirà naturalmente. Guardandoli e ascoltandoli, inoltre, l’immagine che avete di voi stessi cambierà.

Odorare e Gustare

“Terzo punto: odoro e assaporo, con l’olfatto e con il gusto, l’infinita soavità e dolcezza della divinità, dell’anima e delle sue virtù, e di tutto il resto, a seconda della persona che contemplo; e, riflettendo su me stesso, cerco di ricavarne qualche frutto”.

Esercizi Spirituali, 124

Questo esercizio è un po’ più difficile. Nella contemplazione, l’uso dell’olfatto e del gusto può sembrare davvero sorprendente.

Per Sant’Ignazio di Loyola, però, la percezione dei doni di Dio diventa più intensa, più ricca e più completa in particolare grazie a gusto e olfatto.

Quando andiamo alla ricerca di profumi nella Bibbia, ne troviamo di volatili, essenze o incensi, o anche profumi fissati nella materia, nell’olio, destinati a unzioni e cure corporali.

Ci meravigliamo del fatto che la terra offra così i suoi beni: l’aroma dei fiori e quello dei frutti, la linfa degli alberi e delle varie erbe, anche delle olive da cui si spremerà l’olio.

Il Creatore ha dato diversi sapori a cose diverse, ma anche la bontà, l’amore, le virtù hanno anche il loro sapore e la loro fragranza.

In questo esercizio, il santo gesuita vuole che assaporiate il gusto della dolcezza, della tenerezza, della bontà, per condurvi condurti alla bontà, alla tenerezza e all’amore di Gesù.

L’essere profumato per eccellenza è Cristo. Non appena ci si interessa da vicino alla vita di Cristo, si vede che è incorniciata da profumi.

Alla Sua nascita, c’è la mirra offerta da uno dei Re Magi, dopo la morte le spezie aromatiche che le donne portano al sepolcro.

Toccare

“Quarto punto: sento con il tatto, per esempio accarezzo e bacio i luoghi dove queste persone camminano e siedono; e sempre cerco di ricavarne frutto”.

Esercizi Spirituali, 125

In questo esercizio, Sant’Ignazio ci invita a un impegno che è un segno esteriore di fede. Ad esempio, potete baciare l’icona che avete davanti nel luogo della vostra preghiera.

Questo semplice gesto eliminerà la distanza storica che ci separa dagli eventi evangelici, e ci permetterà di scendere nel nostro cuore.

 

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