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Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero

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29 APRILE 2021

SANTA CATERINA DA SIENA, VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA, PATRONA D’ITALIA E D’EUROPA – FESTA

Mt 11,25-30

In quel tempo Gesù disse:

«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Commento:

Il Vangelo di oggi è quello scelto dalla Santa Madre Chiesa per la festa della mantellata di Siena, Caterina, grandissima mistica e santa che segnò la Storia dell’Italia e del mondo col fulgore della sua virtù e le luci della sua ricchissima vita spirituale.

Nostro Signore oggi esulta nello Spirito Santo – così sottolinea la versione di San Luca dello stesso passo – e dichiara beati i piccoli, coloro ai quali il Padre ha deciso di rivelare il segreto nascosto nei secoli della vita intima di Dio, cioè, l’unità dell’essenza nella Trinità delle Persone.

E finisce il discorso invitando a Sé gli stanchi e gli oppressi, perché Egli darà loro ristoro. Stanchi della lotta continua che ci è richiesta in questa vita per controbattere gli assalti del demonio, del mondo e della nostra carne. Lottare stanca, cambiare è difficile, perciò Gesù chiama a Sé tutti coloro che si impegnano con serietà nella lotta contro se stessi e contro le potenze del male. Oppressi sono coloro che sentono il peso delle tendenze disordinate del peccato originale sulle spalle, ed altre forme di sopruso, come l’abuso delle autorità civili o religiose, le situazioni complesse in famiglia, in ambito lavorativo, e via dicendo.

Tutti questi sono invitati dal Signore ad andare da Lui per avere ristoro. Ma, prima bisogna dedicarsi alla sua imitazione: “imparate da Me che sono mite e umile di cuore”. Con la virtù dell’umiltà le situazioni più pesanti sono gestibili con leggerezza, poiché l’umile ripone così tanto la fiducia in Dio da poter sopportare situazioni tremende senza perdersi d’animo. Solo così proveremo la verità di queste parole: “il mio giogo è dolce e il mio peso leggero”.

La sola virtù dell’umiltà, quella che ci fa diventare veri piccoli, è la maestra che ci guida nella sequela di Gesù senza provare lo scoraggiamento davanti a contesti e problematiche, a volte, umanamente parlando, insormontabili.

La Santissima Vergine Maria, la vera piccola, la più mite ed umile di cuore dopo Gesù, interceda per noi affinché troviamo le nostre delizie nella virtù dell’umiltà, nella piccolezza spirituale, che è la porta benedetta della beatitudine eterna.

 

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