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Il misterioso rientro in patria dei due vescovi cinesi dal Sinodo

Stupisce e non stupisce che i due vescovi cinesi del Sinodo, Mons. Yao di Jining e Mons. Yang di Zhoucun, non siano più a Roma.

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Redazione (18/10/2023 15:04, Gaudium Press) Le vicende della Chiesa in Cina non sono mai state semplici e sono spesso avvolte nel mistero, cosa che si è accentuata all’infinito dopo che il comunismo si è insediato nel gigante asiatico.

Nella terra delle società “discrete”, la ricerca della discrezione è più che mai prevalente, anche in occasione degli eventi più drammatici.

Ecco perché sorprende relativamente che i due vescovi cinesi che partecipavano al Sinodo, Mons. Antonio Yao Shun, vescovo di Jining, e Mons. Joseph Yang Yongqiang, vescovo di Zhoucun, non siano più a Roma.

Cosa è successo?

Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione, ha detto che il loro rientro in patria è dovuto a “esigenze pastorali”, che non ha specificato né quantificato nella loro urgenza. In altre parole, è tempo di sospetti.

Quanto accaduto ora ai vescovi di Jining e Zhoucun, entrambi identificati come fedeli al regime comunista cinese, ripropone lo schema di quanto è loro accaduto quando hanno partecipato al sinodo dei giovani del 2018.

I vescovi hanno comunque avuto il tempo, insieme al vescovo di Hong Kong, di celebrare una Messa l’8 ottobre a Napoli, nella chiesa della Sacra Famiglia dei Cinesi, costruita nel 1732 da Clemente XII per la formazione dei seminaristi cinesi e l’insegnamento della lingua cinese ai missionari.

Infocatólica riferisce che il vescovo Yang di Zhoucun ha anche partecipato al Comitato nazionale 2023 della Conferenza consultiva politica del popolo cinese, un organo di consulenza politica che fa parte del sistema del Fronte Unito del Partito comunista cinese, dove è stato deciso che la Chiesa cattolica deve integrare il suo pensiero con il partito e unirsi più strettamente a Xi Jinping, secondo il sito ufficiale dell’Associazione patriottica cattolica.

Il vescovo Yang è anche vicepresidente della Conferenza episcopale cattolica istituita dal regime cinese, che non dispone dell’approvazione del Vaticano. Sia il vescovo Yang che il vescovo Yao sono stati descritti dal cardinale Joseph Zen come sudditi del regime comunista.

Il ritorno dei vescovi in Cina sembra chiaramente non essere stato previsto agli inizi del sinodo, in quanto erano stati considerati come membri votanti, cosa possibile se avessero partecipato all’intero ciclo di riunioni.

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