Il Papa agli Agostiniani: La vocazione nasce dall’attrazione verso qualcosa di grande
Ieri, lunedì 15 settembre, Papa Leone XIV ha incontrato, presso il Pontificio Istituto Agostiniano di Patristica, 73 confratelli agostiniani riuniti a Roma in occasione del Capitolo Generale dell’Ordine, che si tiene dal 1° al 18 settembre.
Foto: Vatican News/ Vatican Media
Redazione (16/09/2025 15:30, Gaudium Press) Il Santo Padre ha fatto visita al Pontificio Istituto Patristico Agostiniano, incontrando i partecipanti al capitolo generale del suo ordine. Ha sottolineato che devono ascoltare lo Spirito Santo, come raccomandava Sant’Agostino: «Non uscire da te stesso, torna a te stesso: la verità abita nell’uomo interiore» (De vera religione, 39, 72).
Leone XIV ha spiegato che non si tratta di fuggire dalle responsabilità personali e comunitarie e dalla missione. «Torniamo a noi stessi per poi uscire ancora più motivati ed entusiasti per la missione. Il ritorno a noi stessi rinnova lo zelo spirituale e pastorale: torniamo alla fonte della vita religiosa e della consacrazione per poter portare la luce a coloro che il Signore mette sul nostro cammino. Riscopriamo il rapporto con il Signore e con i fratelli».
«Ama ciò che vuoi essere»
Nel discorso agli Agostiniani, il Papa ha posto particolare rilievo alle vocazioni e alla formazione iniziale. Ha citato la frase di Sant’Agostino: «Ama ciò che vuoi essere». Secondo lui, questo è un consiglio prezioso per «evitare l’errore di immaginare la formazione religiosa come un insieme di regole da osservare o cose da fare, o addirittura come un abito pronto per essere indossato passivamente». Al centro della formazione deve esserci l’amore.
La vocazione è l’attrazione per qualcosa di grande
«La vocazione cristiana, e specialmente la vocazione religiosa», ha detto il Santo Padre, «nasce solo quando si prova attrazione per qualcosa di grande, un amore che può nutrire e saziare il cuore». Per questo «la nostra prima preoccupazione deve essere quella di aiutare specialmente i giovani a percepire la bellezza della vocazione e ad amare ciò che possono diventare abbracciando la vocazione. La vocazione e la formazione non sono realtà prestabilite: sono un’avventura spirituale che abbraccia tutta la storia dell’uomo e, soprattutto, è un’avventura d’amore con Dio».
Conoscere Dio nella formazione intellettuale
Leone XIV ha sottolineato che l’amore deve essere il criterio fondamentale anche per gli studi teologici e la formazione intellettuale. Dio non può essere conosciuto solo con la ragione e le informazioni teoriche. Si tratta piuttosto di lasciarsi meravigliare dalla sua grandezza, di porre domande e riflettere sul senso delle cose, su ciò che accade, per trovare le tracce del Creatore e, soprattutto, amarlo e farlo amare, ha detto il Papa.
Studiare con amore
Ha ricordato che «a coloro che studiano, sant’Agostino raccomanda la generosità e l’umiltà che nascono proprio dall’amore: la generosità di condividere con gli altri i risultati delle proprie ricerche, affinché possano giovare alla loro fede; l’umiltà di evitare la vanagloria di coloro che cercano la conoscenza fine a sé stessa, sentendosi superiori agli altri perché la possiedono».
Ravvivare lo spirito missionario
Il Papa ha anche incoraggiato gli Agostiniani a rimanere fedeli alla povertà evangelica e a preservare lo spirito missionario proprio di questa congregazione. «Vi esorto a ravvivarlo, ricordando che la missione evangelizzatrice alla quale siamo tutti chiamati richiede la testimonianza di una gioia umile e semplice, la disponibilità a servire e la condivisione della vita delle persone alle quali siamo inviati».
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