Il Pontefice “E’ l’impegno quotidiano, è la testimonianza concreta che costruisce un mondo migliore per tutti”
L’udienza generale di oggi è stata incentrata sul viaggio del Papa in Kazakhstan in occasione del settimo Congresso dei Leaders delle Religioni Mondiali e Tradizionali.
Rita Sberna (21.09.2022 13:14, Gaudium Press) Il Papa la scorsa settimana si è recato per qualche giorno in Kazakhstan, un vastissimo paese dell’Asia, in occasione del settimo Congresso dei Leaders delle religioni mondiali e tradizionali.
Per prima cosa il Pontefice ha ringraziato per l’accoglienza il Signor Presidente della Repubblica e le Autorità del Paese; poi ha ringraziato i Vescovi e tutti i collaboratori per il lavoro che hanno svolto.
Il Congresso dei Leader delle religioni mondiali e tradizionali
“Questa iniziativa è portata avanti da vent’anni dalle Autorità del Paese, che si presenta al mondo come luogo di incontro e di dialogo, in questo caso a livello religioso, e quindi come protagonista nella promozione della pace e della fratellanza umana” – dice il Pontefice.
Poi il Papa ha raccontato di essere stato in un grande salone a pianta circolare, dotato di strumenti tecnologici con al centro una tavola rotonda dove erano seduti tutti i leader religiosi e attorno vi erano le delegazioni di varie istituzioni e organismi internazionali.
Secondo Francesco “Questo significa mettere le religioni al centro dell’impegno per la costruzione di un mondo in cui ci si ascolta e ci si rispetta nella diversità. E di questo va dato atto al Governo kazako, che, dopo essersi liberato dal giogo del regime ateistico, ora propone una strada di civiltà che tenga insieme politica e religione, senza confonderle né separarle, condannando nettamente fondamentalismi ed estremismi”.
Il Congresso ha approvato la Dichiarazione Finale
Il Congresso ha discusso ed approvato la dichiarazione finale “Mi piace interpretare questo passo avanti come frutto di un cammino che parte da lontano: penso naturalmente allo storico Incontro interreligioso per la pace convocato da San Giovanni Paolo II ad Assisi nel 1986; penso allo sguardo lungimirante di San Giovanni XXIII e San Paolo VI; e anche a quello di grandi anime di altre religioni – mi limito a ricordare il Mahatma Gandhi” ha affermato il Papa.
Poi il Pontefice ha ricordato i tanti martiri che hanno dato la vita per la fedeltà a Dio e alla fraternità.
La vocazione del Kazakhstan
Successivamente il Papa si è recato nella sala dei concerti dove ha parlato ai Governanti, ai rappresentanti della società civile e al Corpo diplomatico. Lì, ha messo in risalto la vocazione del Kazakhstan come paese dell’incontro: “in esso, infatti, convivono circa centocinquanta gruppi etnici e si parlano più di ottanta lingue. Questa vocazione, che è dovuta alle sue caratteristiche geografiche e alla sua storia, è stata accolta e abbracciata come un cammino, che merita di essere incoraggiato e sostenuto” – dice Francesco.
Inoltre il Pontefice sottolinea che il Paese ha fatto scelte molto positive come quella di dire “no” alle armi nucleari.
La chiesa del Kazakhstan
Il Papa è stato colpito positivamente da alcune cose della chiesa del Kazakhstan: “mi ha tanto rallegrato incontrare una comunità di persone contente, gioiose, con entusiasmo. I cattolici sono pochi in quel Paese così vasto. Ma questa condizione, se vissuta con fede, può portare frutti evangelici: anzitutto la beatitudine della piccolezza, dell’essere lievito, sale e luce contando unicamente sul Signore e non su qualche forma di rilevanza umana” dice Francesco.
Il Pontefice conclude raccontando anche il momento in cui ha celebrato l’Eucarestia a Nur Sultan nel piazzale di Expo 2017 nel giorno della festa della santa Croce, ricordando che la Croce di Cristo rimane l’unica angora di salvezza.
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