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«Il Signore ci insegni a comunicare con onestà e prudenza», esorta Leone XIV

Di fronte a una società iperconnessa, possiamo essere tentati di isolarci nel silenzio, nella mancanza di comunicazione dove, per quanto vicini possiamo essere, non riusciamo più a esprimere le cose più semplici e profonde.

Que o Senhor que nos ensine a comunicar com honestidade e prudencia exorta Leao XIV 1

Redazione (30/07/2025 17:34, Gaudium Press) Questa mattina, mercoledì 30 luglio, Papa Leone XIV ha ripreso le udienze generali in Piazza San Pietro, anche alla presenza dei numerosi giovani accorsi per il Giubileo, dopo alcuni giorni di riposo a Castel Gandolfo. Nella sua catechesi, il Santo Padre ha osservato che «il nostro mondo è impregnato di un clima di violenza e odio che mortifica la dignità umana».

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Iperconnessione e tentazione dell’isolamento

«Viviamo in una società che si sta ammalando di una “bulimia” di connessioni sui social network: siamo iperconnessi, bombardati da immagini, a volte anche false o distorte. Siamo inondati da messaggi multipli che suscitano in noi una tempesta di emozioni contraddittorie», ha affermato.

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Di fronte a questo scenario, il Pontefice ha sottolineato che «anche le nostre parole rischiano di essere fraintese» e  «possiamo sentire il desiderio di staccare tutto, di non ascoltare più nulla e di isolarci nel silenzio, nella mancanza di comunicazione dove, per quanto vicini, non riusciamo più a esprimere le cose più semplici e profonde».

Chiudersi non è mai una soluzione

Commentando un brano del Vangelo di San Marco, in cui viene narrato l’episodio di un uomo che non parla e non sente, Leone XIV sottolinea il fatto che egli viene portato da altre persone affinché Gesù lo guarisca, invece di andare da solo. Possiamo vedere in queste persone «l’immagine della Chiesa, che accompagna ogni uomo a Gesù affinché Egli ascolti la sua parola».

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Al primo contatto con quest’uomo, «Gesù gli offre innanzitutto una vicinanza silenziosa, attraverso gesti che parlano di un incontro profondo: tocca le orecchie e la lingua di quest’uomo. Gesù non usa molte parole; dice l’unica cosa di cui ha bisogno in quel momento: “Apriti!”.

“Questa semplice e bella parola contiene l’invito che Nostro Signore Gesù Cristo rivolge a quest’uomo che ha smesso di sentire e di parlare. È come se Gesù gli dicesse: “Apriti a questo mondo che ti spaventa! Apriti alle relazioni che ti hanno deluso! Apriti alla vita che hai smesso di affrontare!’. Infatti, chiudersi non è mai una soluzione“ , ha sottolineato il Santo Padre.

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Che il Signore guarisca il nostro modo di comunicare

Leone XIV spiega inoltre che quest’uomo potrebbe aver smesso di parlare perché  ”sentiva di dire cose sbagliate”.

 

Sottolineando che anche noi abbiamo già vissuto l’esperienza di essere incompresi, il Pontefice ha esortato a chiedere al Signore «che guarisca il nostro modo di comunicare, non solo per essere più efficaci, ma anche per evitare di ferire gli altri con le nostre parole». «Cari fratelli e sorelle, chiediamo al Signore che ci insegni a comunicare con onestà e prudenza.

Preghiamo per tutti coloro che sono stati feriti dalle parole degli altri. Preghiamo per la Chiesa, affinché non trascuri mai il suo compito di portare le persone a Gesù, affinché ascoltino la Sua Parola, siano guarite da essa e, a loro volta, diventino portatrici del suo messaggio di salvezza”, ha concluso. (EPC)

 

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