Il Vaticano interviene contro il Ddl Zan: il progetto di legge viola i Patti Lateranensi
Il 22 giugno è stata rinvenuta una lettera da parte della Segreteria di Stato all’ambasciata italiana.
Rita Sberna (23.06.2021 08:12, Gaudium Press) Monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati, ha preso l’iniziativa consegnando una nota all’ambasciata italiana. A dare questa clamorosa notizia è stato il Corriere della Sera.
La nota contesta radicalmente il “testo unico Zan”
Nella nota uno stralcio riporta che: «Alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato».
La Santa Sede chiama direttamente in causa il patto stretto con l’Italia, un patto che sancisce e rispetta le prerogative della Santa Sede.
Stando a quanto scritto sulla nota, se l’Italia approvasse il decreto di legge Zan, andrebbe a violare la libertà religiosa della Chiesa cattolica in Italia.
L’intervento del Vaticano è un atto senza precedenti nella storia
Ciò di cui si parla sono i Patti Lateranensi ovvero i patti fra Santa Sede e Italia, nella revisione del 1984, assicurano alla Chiesa «libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale» e garantiscono «ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione». Con la legge Zan questa libertà verrebbe a mancare pesantemente.
Quindi la Chiesa Cattolica ha tutti i diritti di chiedere di non procedere con questo decreto legge.
La “nota verbale” della Santa Sede difenderebbe la libertà di tutti noi.
Il commento di Enrico Letta (segretario del PD)
Noi sosteniamo la legge Zan e, naturalmente, siamo disponibili al dialogo. Siamo pronti a guardare i nodi giuridici ma sosteniamo l’impianto della legge che è una legge di civiltà”.
Tantissimi italiani inoltre, chiedono ora al Senato italiano di non procedere con una strada che violerebbe gravemente i patti vigenti fra l’Italia e i propri cittadini, cittadini cui attengono i diritti alla libertà religiosa, alla libertà di pensiero, alla libertà di espressione e alla libertà di organizzazione sanciti dalla Costituzione dello Stato italiano.
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