Il Vaticano si pronuncia sulle “assoluzioni online”: non sono valide
Messa e Confessione: Vaticano ritiene le confessioni telefoniche e la messa per via televisione, non valida sacramentalmente.
Rita Sberna (11.12.2020 13:32, Gaudium Press)La messa in tv è soltanto un “atto pio” ma non può essere considerata valida per il fedele, lo stesso un’assoluzione ricevuta per telefono, non può essere considerata valida. Questo è quello che ufficialmente ha detto il Vaticano. In pratica se la quarantena e l’isolamento impediscono l’incontro con il sacerdote, tutto quello che avviene virtualmente non può essere considerato un “sacramento” valido ma solo un atto pio.
La messa in streaming non sostituisce la messa in chiesa come la confessione con l’assoluzione data di presenza al penitente non può essere sostituita da un assoluzione telefonica.
A parlare di questo è il cardinale Mauro Piacenza, Penitenziere maggiore: “La confessione online o via telefono rende invalida l’assoluzione impartita attraverso tali mezzi. Manca infatti la presenza reale del penitente e non si verifica reale trasmissione delle parole della assoluzione. Ma il Covid consente invece la possibilità di «assoluzioni collettive», specie nei casi di pazienti in un punto di morte. «Spetta al vescovo diocesano determinare i casi di grave necessità nei quali sia lecito impartire l’assoluzione collettiva: ad esempio all’ingresso dei reparti ospedalieri, dove si trovino ricoverati i fedeli contagiati in pericolo di morte”.
La messa in tv non sostituisce la messa in chiesa
«Nulla può surrogare la partecipazione alla Santa Messa in presenza. Nelle situazioni in cui non sia possibile recarsi alla Santa Messa festiva viene meno l’obbligo senza che si debba sostituire con altro la mancata partecipazione. Certamente se chi è impedito per valido motivo assiste alla celebrazione attraverso la tv compie un atto pio”.
Dal Catechismo della Chiesa Cattolica, l’assoluzione
Dio solo perdona il peccato
1441 Dio solo perdona i peccati.34 Poiché Gesù è il Figlio di Dio, egli dice di se stesso: « Il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati » (Mc 2,10) ed esercita questo potere divino: « Ti sono rimessi i tuoi peccati! » (Mc 2,5).35 Ancor di più: in virtù della sua autorità divina dona tale potere agli uomini36 affinché lo esercitino nel suo nome.
1442 Cristo ha voluto che la sua Chiesa sia tutta intera, nella sua preghiera, nella sua vita e nelle sue attività, il segno e lo strumento del perdono e della riconciliazione che egli ci ha acquistato a prezzo del suo sangue. Ha tuttavia affidato l’esercizio del potere di assolvere i peccati al ministero apostolico. A questo è affidato il « ministero della riconciliazione » (2 Cor 5,18). L’Apostolo è inviato « nel nome di Cristo », ed è Dio stesso che, per mezzo di lui, esorta e supplica: « Lasciatevi riconciliare con Dio » (2 Cor 5,20).
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