Il viaggio in Corsica di Papa Francesco
Dopo l’atterraggio all’aeroporto di Ajaccio, Papa Francesco è stato ricevuto dal cardinale François-Xavier Bustillo, che lo ha ringraziato per la sua visita, e poi, attraverando una folla numerosa e vivace, si è recato al Palazzo dei Congressi.
Foto: Notiziario vaticano
Redazione (15/12/2024 20:45, Gaudium Press) Questa domenica mattina, 15 dicembre, Papa Francesco è decollato, con un leggero ritardo, alle 8.06, dall’aeroporto di Roma Fiumicino alla volta della Corsica, dove è atterrato alle 8.49. Le nove ore di visita porteranno Francesco ad Ajaccio, la Cité Impériale, capitale dell’isola. Tra gli impegni della giornata, il momento centrale è stata la presenza del Papa alla conferenza sulla “Religiosità popolare nel Mediterraneo”.
Infatti, a conclusione della conferenza sulla religiosità popolare nel Mediterraneo, Papa Francesco ha sottolineato come la pietà popolare possa svilupparsi pienamente solo in un sano rapporto tra religione e politica. Aprendo il cuore dei fedeli alla carità, la pietà popolare permette una “cittadinanza costruttiva” dei cristiani, che possono così lavorare per il bene comune, a fianco delle istituzioni civili e politiche.
Foto: Notizie dal Vaticano
Incontro con i religiosi
Durante le nove ore circa, trascorse in Corsica, Papa Francesco ha voluto condividere un breve momento con il clero locale. Vescovi provenienti da tutta la Francia, ma anche dalla Sardegna e dalla Sicilia, sacerdoti, diaconi, consacrati e seminaristi si sono riuniti nella cattedrale di Notre-Dame-de-l’Assomption, nel centro di Ajaccio, per incontrare Francesco.
Poco prima della preghiera mariana dell’Angelus, Papa Francesco li ha incontrati, e li ha invitati a riflettere sulla loro missione di “collaboratori della grazia di Dio”, per mantenere la coerenza interiore indispensabile per annunciare la Buona Novella.
Il Santo Padre ha esordito ringraziandoli: “grazie per il vostro lavoro, per il vostro impegno quotidiano; grazie perché siete segno dell’amore misericordioso di Dio e testimoni del Vangelo”. Considerando la difficoltà di trasmettere la fede nel contesto europeo, con poche risorse umane, il Papa ha detto che questa “povertà è una benedizione”. Non per se stessa, ma perché “ci insegna a considerare la missione cristiana come qualcosa che non dipende dalle forze umane, ma soprattutto dall’azione del Signore”.
Il Santo Padre ha insistito sul primato della grazia divina, invitando ogni persona consacrata, ogni giorno quando si alza, a ripetersi: “Non sono io al centro, è Dio”. Ma questo non deve esimerli dalla responsabilità di annunciare Cristo e di considerarsi “collaboratori della grazia di Dio”, ha sottolineato Francesco, citando San Paolo.
Ordinato da 55 anni, il Papa sa che il sacerdozio o il celibato consacrato è un’offerta di sé. Pertanto, “quanto più un sacerdote, una suora o un religioso si dona, si dedica, lavora per il Regno di Dio, tanto più diventa necessario che si prenda cura anche di se stesso”, per non correre il rischio di trascurare se stesso e gli altri.
Così l’uomo che a 22 anni entrò a far parte dei gesuiti propone una “regola di vita” molto semplice, al di là di ogni regola religiosa che preveda momenti di preghiera e di lavoro. Francesco incoraggia tutti coloro che hanno donato la propria vita a Dio a “conservare alcuni momenti di solitudine; ad avere un fratello o una sorella con cui condividere liberamente ciò che portiamo nel cuore; a coltivare qualcosa che ci appassiona”, non per passare il tempo, ma per “riposare in modo sano dalla fatica del ministero”.
“Dobbiamo avere paura di quelle persone che sono sempre attive, sempre al centro, che, forse per un eccesso di zelo, non si riposano mai”, avverte il Vescovo di Roma. Ha inoltre sottolineato l’importanza della fraternità tra i fratelli e le sorelle consacrati, per passare, come ha detto il cardinale Bustillo, “dal ‘Libro delle lamentazioni’ al ‘Libro dei canti’”.
Il Santo Padre ha concluso il suo discorso augurando a tutti i presenti “un ministero ricco di speranza e di gioia”, e che nei momenti di stanchezza e di scoramento si rivolgano al Signore. “Egli si manifesterà e si lascerà trovare se vi prenderete cura di voi stessi e degli altri”.
Con informazioni tratte da Vatican News
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