In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita
23 APRILE 2021
VENERDÌ DELLA III SETTIMANA DI PASQUA
San Giorgio, Martire di Lydda
Gv 6,52-59
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.
Commento:
Beate le mura della Sinagoga di Cafarnao, perché ascoltarono il discorso sull’Eucarestia. Tuttavia la gente, troppo prosaica, non fu in grado di cogliere la realtà spirituale delle affermazioni del Signore.
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La gente si scandalizzò perché prese alla lettera le parole del Signore senza capire il suo senso reale, che è la più pura verità, ma intesa in senso sacramentale. Gesù volle mettere alla prova i cafarnaiti, rivelando, con espressioni apparentemente assurde e misteriose per loro, il più prezioso tesoro di tutta la Storia: “In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita”.
Se avessero creduto, gli si sarebbe aperto l’universo davanti! Invece si rinchiusero nella strettezza delle loro menti. Bastava dire: “Signore, non capiamo niente, ma se tu lo dici… un giorno capiremo!” Ed era quella risposta che ci voleva, perché gli avevano visto fare tantissimi miracoli, lo avevano proclamato il loro Re, il Messia. Allora era quello il momento di piegarsi umilmente e di abbracciare Gesù anche senza capirlo.
In tante situazioni della nostra vita non capiamo perché Dio permette certe circostanze, o sofferenze, o drammi, o difficoltà. Invece tutto ha una spiegazione. Basta fidarsi. E per chi si fida, è il Cielo che gli si apre davanti.
Queste parole che scandalizzarono tanto i giudei, noi oggi le crediamo senza far fatica, perché duemila anni dopo il discorso sull’Eucarestia a Cafarnao, abbiamo il contributo dei santi teologi, delle anime semplici e sante che hanno illuminato il mistero dell’Altare. Altro merito, allora, avrebbero avuto i cafarnaiti se si fossero fidati di Gesù anche quando Lui sembrava dire cose stravaganti.
Oggi le definizioni di Gesù sull’Eucarestia suonano come parole mistiche, cariche di potenza e di amore. Come non emozionarsi nel sentir dire: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me”?
Ringraziamo il Signore per il dono della Fede nell’Eucarestia e chiediamo ancora tanta fede per attraversare le prove che verranno, affinché possiamo sempre fidarci di Lui anche quando potrà sembrare che la realtà che ci circonda smentisce il suo amore per noi. Sarà il contrario, abbiamo fiducia!
La Santissima Vergine, docilissima alla volontà di Dio, anche a quella più dura ed ardua, ci aiuti a fidarci, come Lei, contro tutte le apparenze di fallimento e di abbandono.
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