Incontro tra Papa Prevost e il vescovo dell’Opus Dei
L’incontro è stato caratterizzato da vicinanza e affetto, secondo quanto dichiarato dalla stessa Opus Dei.
Foto: opusdei.org
Redazione (15/05/2025 15:24, Gaudium Press) Ieri mattina, Papa Leone XIV ha ricevuto il vescovo dell’Opus Dei, Mons. Fernando Ocáriz, accompagnato dal vicario ausiliare Mons. Mariano Fazio, in un incontro che è stato definito dall’Opus di vicinanza e affetto speciale, da parte del Pontefice.
Il Papa Prevost, tra gli altri argomenti, ha chiesto informazioni sull’attuale studio degli Statuti della Prelatura. Leone XIV ha ascoltato con grande interesse le spiegazioni che gli sono state fornite. Al termine dell’udienza, il Papa ha fatto riferimento alle invocazioni della Vergine che si celebravano il giorno della sua elezione. In un’atmosfera familiare e di fiducia, Leone XIV ha dato al Prelato e al vicario ausiliare la sua benedizione paterna, secondo quanto riferito dall’Opus Dei.
La riforma degli statuti
L’Opus Dei sta rivedendo i propri statuti, in un processo di adeguamento al motu proprio Ad Charisma Tuendum emanato da Francesco nel luglio 2022.
Tra le principali modifiche al regolamento dell’Opus Dei, stabilite da tale motu proprio, vi era quella di porre l’Opera sotto la tutela del Dicastero per il Clero invece che del Dicastero per i Vescovi. Il Prelato dell’Opus non avrebbe più avuto il titolo di Vescovo, ma quello di Protonotario Apostolico Surnumerario, il che impediva al Prelato di ordinare sacerdoti per quella comunità.
L’adeguamento degli statuti doveva essere affrontato nel Congresso Generale dell’Opus Dei, che si sarebbe tenuto dal 23 aprile al 5 maggio a Roma, periodo che coincideva con la Sede Vacante. Alla fine il Congresso si è concentrato sul rinnovo delle cariche direttive.
All’epoca erano state sollevate critiche alle riforme richieste da Ad Charisma Tuendum, come quella di una possibile perdita di autonomia in contrasto con quanto desiderato da San Giovanni Paolo II quando concesse la prelatura personale. Ma forse le critiche più aspre erano quelle relative a una rottura con la tradizione carismatica, poiché passando a dipendere dal Dicastero del Clero si sarebbe potuto correre il rischio di una “clericalizzazione” dell’Opus. Ciò sarebbe andato a discapito della vocazione fondante, marcatamente laicale, che si sviluppava in una cooperazione organica e allo stesso livello tra sacerdoti e laici, e non come quella di laici che costituiscono un gruppo di fedeli che si uniscono per collaborare con un’istituzione di ordine clericale.
Per il momento non ci sono state comunicazioni ufficiali sui dettagli della modifica dello statuto discussa durante l’incontro con il Papa.
Alcuni media stanno già sottolineando che la Sala Stampa Vaticana ha usato il termine “moderatore” parlando del Prelato dell’Opus Dei, cosa che non è corretta e che è già accaduta in passato.
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