Israele e Vaticano: posizioni antagoniste su operazioni a Gaza
I rapporti tra il Vaticano e Israele non sono dei migliori dopo le dichiarazioni del cardinale Parolin, che ha definito l’operazione militare a Gaza una ” carneficina”.
Il Papa con l’ambasciatore israeliano Schutz – Foto: Vatican Media
Redazione (16/02/2024 13:23, Gaudium Press) Le relazioni tra il Vaticano e Israele sono tutt’altro che buone, dopo le recenti dichiarazioni del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, che ha definito l’operazione militare in corso a Gaza “una carneficina”, che va al di là del diritto alla legittima autodifesa a cui Israele ha ovviamente diritto.
Il Cardinale ha così affermato martedì al termine della cerimonia di commemorazione del 95° anniversario dei Patti Lateranensi, durante un incontro bilaterale con il governo italiano. I Patti Lateranensi nel 1929 sancirono l’indipendenza della Santa Sede dal Regno d’Italia e la riconobbero come Stato sovrano.
“Il diritto di Israele alla difesa,” ha detto il cardinale Parolin- “invocato per giustificare questa operazione, deve essere proporzionato, e certamente con 30.000 morti non lo è”. “Penso che sia una voce generale che non si possa andare avanti in questo modo e che dobbiamo trovare altri modi per risolvere il problema di Gaza, il problema palestinese”.
“Siamo tutti indignati per quanto sta accadendo, per questa carneficina. Dobbiamo avere il coraggio di andare avanti e non perdere la speranza”, ha concluso il cardinale Parolin.
Nel frattempo, il termine “carneficina”, dell’oculato cardinale Parolin, ha avuto la forza di una bomba.
Prevedibilmente, le sue parole hanno pesato grandemente sulle autorità israeliane, che hanno prontamente risposto al Segretario di Stato attraverso il loro ambasciatore in Israele, dicendo che si trattava di “una dichiarazione deplorevole”. “Giudicare la legittimità di una guerra senza prendere in considerazione tutte le circostanze e i fatti rilevanti porta inevitabilmente a conclusioni errate”.
“La responsabilità della morte e della distruzione a Gaza” è di “Hamas e solo di Hamas”, si legge nel comunicato dell’ambasciata.
La dichiarazione prosegue specificando le circostanze che il porporato italiano non avrebbe preso in considerazione quando ha parlato, come il fatto che “Gaza è stata trasformata da Hamas nella più grande base terroristica mai vista. Non c’è quasi nessuna infrastruttura civile che non sia stata utilizzata da Hamas per i suoi piani criminali, compresi ospedali, scuole, luoghi di culto e molti altri”.
Nel frattempo, e forse per la prima volta, lo Stato israeliano allude alla collusione con le azioni di Hamas, il cui progetto è stato “attivamente sostenuto dalla popolazione civile locale”. Anche i civili di Gaza hanno partecipato attivamente all’invasione, in alcun modo provocata, del territorio israeliano il 7 ottobre, uccidendo, stuprando e prendendo in ostaggio dei civili. Tutti questi atti sono definiti crimini di guerra”.
Israele si difende anche affermando che le sue operazioni militari sono condotte “in piena conformità con il diritto internazionale”. “Secondo i dati disponibili, per ogni militante di Hamas ucciso, tre civili hanno perso la vita. Tutte le vittime civili sono da compiangere, ma nelle guerre passate e nelle operazioni delle forze NATO o occidentali in Siria, Iraq o Afghanistan, il rapporto era di 9 o 10 civili per ogni terrorista”.
Dopo aver insistito sul fatto che la responsabilità di quanto accaduto è solo di Hamas, il comunicato dell’ambasciata sottolinea che “non è sufficiente condannare il massacro genocida del 7 ottobre e poi puntare il dito contro Israele facendo riferimento al suo diritto ad esistere e all’autodifesa solo come mero dovere e senza considerare il quadro generale”.
Diversamente – e a dimostrazione che le dichiarazioni del cardinale Parolin non sono state un lapsus – la Santa Sede si schiera con il porporato e nell’editoriale di ieri intitolato “Stop alla carneficina”, Vatican News afferma che il Cardinale ha una “visione realistica” “dell’attuale tragedia nella Striscia di Gaza”. “La Santa Sede è sempre dalla parte delle vittime”, si legge nell’editoriale, che sottolinea l’alto numero di “civili innocenti [uccisi], un terzo dei quali sono bambini”.
Le opinioni del cardinale Parolin, a cui l’articolista attribuisce il carattere di voce generale, avranno certamente un impatto soprattutto sui cattolici dei Paesi che sostengono l’intervento israeliano. È quindi probabile pensare che il tempo vada contro Israele. Peraltro, la posizione attuale del Vaticano sembra orientata contro di esso, con tutte le conseguenze che ciò può comportare. (SCM)
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