La dittatura di Ortega confisca i beni dell’Università centroamericana, con l’accusa di essere un covo di terrorismo
Diversi direttori dell’istituzione gesuita hanno dovuto lasciare il Paese. Il loro accreditamento era stato sospeso e i loro conti congelati.
Redazione (17/08/2023 16:29, Gaudium Press) Martedì scorso, giorno dell’Assunzione della Madonna, i direttori dell’Università Centroamericana del Nicaragua (UCA) – uno dei centri di studio più importanti del Paese, con 5.000 studenti – non hanno potuto celebrare in pace l’ascesa della Madonna in anima e corpo al Cielo, perché hanno ricevuto la seguente notizia:
“Vi informiamo che il 15 agosto di quest’anno, alle ore 05:29 del pomeriggio, abbiamo ricevuto una lettera dal 10° Tribunale Penale del Circuito delle Udienze di Managua, presieduto dal Giudice Dott.ssa Gloria María Saavedra Corrales”, in cui viene notificato “il sequestro di tutti i beni descritti: immobili, mobili, denaro in valuta nazionale o estera proveniente dai conti bancari congelati, prodotti finanziari in valuta nazionale o estera di proprietà dell’UCA”.
Evidentemente, il sequestro dei “beni descritti” è stato effettuato “a favore dello Stato del Nicaragua”, che si suppone “garantirà la continuità di tutti i programmi educativi”.
Qual è questo ipotetico motivo?
Secondo il consiglio di amministrazione dell’Università, queste misure sono state prese “in risposta alle accuse infondate secondo cui l’Università Centroamericana avrebbe funzionato come centro di terrorismo, organizzando gruppi criminali”. In altre parole, una semplice segnalazione, alla velocità della luce, rende la sentenza passata in giudicato.
L’Università avverte inoltre “che sospende tutte le attività accademiche e amministrative a partire dalla giornata di mercoledì 16, fino a quando non sarà possibile riprenderle in modo ordinario, cosa che verrà comunicata attraverso i canali di comunicazione ufficiali dell’Ateneo”.
Secondo alcune fonti, alcuni direttori dell’Università hanno dovuto lasciare il Paese quando hanno saputo della loro imminente cattura, perché stavano cercando di sostenere un procedimento legale.
Sui social media circolano ora foto di operai che smantellano il grande crocifisso della cappella di Guadalupe nell’università gesuita.
In una compagine di diversi enti statali, che dimostra la loro comune sottomissione al regime di Ortega, è stato annullato di fatto l’accreditamento presso lo Stato; in seguito, sono stati congelati i conti bancari dell’istituzione gesuita. Su richiesta della Procura Generale, sono state confiscate le sue proprietà e, per ordine della Corte Suprema di Giustizia, è stato chiuso il Centro di Mediazione Giudiziaria che vi operava.
Inoltre sono stati congelati anche i conti bancari dei membri del Consiglio dell’Università e di alcuni direttori.
Durante le proteste del 2018, quando è iniziata la deriva totalitaria del regime, l’UCA è stata un rifugio per gli studenti perseguitati.
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