La festa della Cattedra di Pietro
“Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa; a te darò le chiavi del regno dei cieli; ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli e ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”. Il 22 febbraio si celebra la festa della Cattedra di Pietro
Redazione (20/02/2023 13:24, Gaudium Press) L’evangelista Giovanni ci racconta del primo incontro di Gesù con Simone quando, condotto dinanzi a Lui da suo fratello Andrea, il Signore “fissando lo sguardo su di lui, gli disse: Tu sei Simone, figlio di Giona, sarai chiamato Cefa ( pietra)” (Gv 1, 42).
Nell’Antico Testamento solitamente il cambio di nome implicava un mandato per cui, questo Galileo dal cuore integro e dal temperamento impetuoso ma magnanimo, pescatore del lago di Gennesaret, sarebbe diventato il Principe degli Apostoli, la Pietra su cui Nostro Signore Gesù Cristo ha fondato la Sua Chiesa, sede infallibile della Verità.
In seguito, un giorno imprecisato, mentre Gesù predicava sulle rive del lago, circondato da una moltitudine di gente, vide due barche sulla riva e chiese il permesso di salire su una di esse: era la barca di Simone, che stava lavando le reti.
Gesù chiese a Simone di allontanare l’imbarcazione sul lago e così ,davanti a Lui, a riva si assiepò la folla desiderosa di ascoltarLo. Fu lì che la barca di Pietro si trasformò in una cattedra per insegnare alla folla, la cattedra di Gesù (Lc 5, 3-4).
Simone, il figlio di Giona, colui che viene sempre nominato per primo tra gli Apostoli, è colui che segna con la sua presenza i momenti più alti della vita terrena del Divino Redentore: la Trasfigurazione e l’Agonia nell’Orto degli Ulivi. È anche il primo a cui Gesù lava i piedi nell’Ultima Cena e gli raccomanda di pregare perché non perda la fede e confermi i suoi fratelli (Lc 22,31-32), cioè non lasci mai vacillare la sua fede di fronte alle contraddizioni del mondo.
E Simone ancora fece espressamente la sua professione di fede a nome dei Dodici, a Cesarea di Filippo, quando Gesù chiese loro: “E voi chi dite che io sia?”, ed egli rispose con fermezza: “Tu sei il Messia, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16, 15-16).
Pietro è la conferma nella fede
In seguito a questa confessione di fede, che non ha fatto in quanto figlio di Giona, perché “non te l’ha rivelato la carne e il sangue, ma il Padre mio che è nei cieli”, riceve la dichiarazione solenne del suo ministero: “Ora io ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”, “a te darò le chiavi del Regno dei Cieli; tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei Cieli e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei Cieli” (Mt 16, 17-19).
Nella sua sapienza teologica, Benedetto XVI, si espresse sul particolare significato di queste analogie: “Pietro sarà il fondamento roccioso su cui poggerà l’edificio della Chiesa; avrà le chiavi del Regno dei Cieli per aprire e chiudere a chi riterrà opportuno; infine, potrà legare o sciogliere, cioè potrà decidere o proibire ciò che riterrà necessario per la vita della Chiesa, che è e continua ad essere di Cristo. Sarà sempre la Chiesa di Cristo e non la Chiesa di Pietro” (Udienza del 7 giugno 2006). Fu così precisato ulteriormente il “primato della giurisdizione”.
Era necessario un custode e una guida della comunione con Cristo, che si preoccupasse “di non far rompere la rete affinché la comunione universale possa durare” (Idem, 7-6-2006). Solo allora sarebbe arrivato il momento di inviare i suoi Apostoli: “Andate dunque e ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. E sappiate che io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,19-20).
Il Primato di Pietro sarebbe continuato, con i suoi successori, “fino alla fine dei tempi”, con la sua giurisdizione universale e piena. Per questo Sant’Ambrogio diceva: “Dove c’è Pietro, lì c’è la Chiesa”.
Fu così che, per far fronte ai travisamenti che si sarebbero verificati nel corso dei secoli, venne istituito il Magistero infallibile della Chiesa.
L’8 dicembre 1869 fu inaugurato il Concilio Vaticano I, che riunì nella Basilica di San Pietro, 764 prelati provenienti da tutto il mondo. Nella sua ultima sezione, fu approvata la Costituzione dogmatica Pastor Aeternus, basata sulla Sacra Bibbia e sui Padri della Chiesa, che sottolineava la perpetuità del Primato di San Pietro nei Romani Pontefici e definiva il Dogma dell’Infallibilità Papale: “proclamiamo e definiamo che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il suo supremo ufficio di Pastore e Dottore di tutti i cristiani, e in virtù del suo supremo potere apostolico definisce una dottrina sulla fede e sui costumi, per l’assistenza divina promessagli nella persona del beato Pietro, gode di quell’infallibilità con cui il divino Redentore volle che la sua Chiesa fosse accompagnata nella definizione della dottrina della fede e dei costumi”.
Ed è proprio questo che la Chiesa celebra, fin dal IV secolo, ogni 22 febbraio – quest’anno in coincidenza con il Mercoledì delle Ceneri – come Festa della Cattedra di Pietro, rendendo grazie a Dio per la missione affidata all’apostolo Pietro e ai suoi successori, ricordando colui che fu scelto da Cristo per essere la “pietra” su cui edificare la Chiesa (Mt 16,18).
Dalla Chiesa nascente, passando per Antiochia, suo primo centro di evangelizzazione, fino a quando la Provvidenza portò Pietro a Roma, questa sede rimase anche per i successori e per la “Cattedra” del suo vescovo, che rappresenta l’Apostolo a cui Cristo ha affidato il compito di pascere il suo gregge (Gv 21,15-19).
Una Cattedra che “rappresenta non solo il suo servizio alla comunità romana, ma anche la sua missione di guida dell’intero popolo di Dio” (Benedetto XVI, Udienza del 22-2-2006). Lo vediamo nell’abside della Basilica di San Pietro in un’ opera del Bernini: un grande trono di bronzo, sostenuto dalle immagini di due grandi dottori dell’Occidente: Sant’Agostino e Sant’Ambrogio, e due dell’Oriente: San Giovanni Crisostomo e Sant’Atanasio.
“La Chiesa, e in essa Cristo, soffre anche oggi. In essa Cristo continua ad essere deriso e percosso. Si tenta sempre più di cacciarlo dal mondo. Ancora la piccola barca della Chiesa è sballottata dal vento delle ideologie, che cercano di sommergerla con le loro acque. Eppure è proprio nella Chiesa sofferente che Cristo emerge vittorioso. Nonostante tutto, la fede in Lui si rafforza sempre di nuovo”(Idem62006).
Preghiamo per coloro che soffrono le confusioni di questo tempo, confidando nella promessa fatta alla Chiesa edificata su Pietro: “Il potere degli inferi non prevarrà su di essa” (Mt 16,18).
(Pubblicato originariamente su La Prensa Gráfica de El Salvador, 19-2-2023).
Di P. Fernando Gioia, EP
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