La medaglia di San Benedetto: esorcismo coniato su una medaglia
La devozione alla medaglia di San Benedetto si diffuse rapidamente in tutta l’Europa cattolica e fu considerata dai fedeli una difesa infallibile contro gli attacchi infernali.
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Redazione (11/07/2024 13:33, Gaudium Press). “Non abbiamo potuto fare nulla contro quel luogo!” confessarono alcune streghe imprigionate dalle autorità pubbliche a Nattremberg, in Baviera, nel 1647 con l’accusa di aver fatto del male agli abitanti della regione. Nel processo che seguì il loro arresto, esse confessarono che le loro perfide macchinazioni non avevano successo nei luoghi in cui la Santa Croce di Cristo era sospesa o addirittura nascosta nel terreno. Questo era certamente il caso dell’invulnerabile Abbazia di Metten.
I ricercatori si recarono quindi al monastero benedettino per consultare i monaci su questa particolarità.
Dopo un’accurata osservazione, le autorità notarono molte rappresentazioni della Santa Croce sulle pareti dell’abbazia, sempre accompagnate da caratteri enigmatici il cui significato si perdeva nelle nebbie del passato e che nessuno sapeva decifrare.
Consultando la biblioteca monastica, trovarono un antico evangeliario, datato 1415, in cui i disegni a penna e inchiostro di un monaco anonimo raffiguravano San Benedetto, vestito degli abiti monastici, con un bastone sormontato da una croce nella mano sinistra e uno stendardo nella destra, in cui si decifravano quei misteriosi caratteri: “Crux sacra sit mihi lux. Non draco sit mihi dux – Che la Santa Croce sia la mia luce. Non sia il drago la mia guida”. Era la prima testimonianza conosciuta della devozione che la pietà popolare avrebbe diffuso in tutto il mondo fino ad oggi: la medaglia di San Benedetto.
L’origine di una tradizione
In effetti, dopo questi eventi, il fervore cattolico per la potente medaglia crebbe a dismisura. A partire dalla Germania, dove fu coniata per la prima volta, si diffuse rapidamente in tutta l’Europa cattolica, venendo considerata dai fedeli come una difesa molto sicura contro gli attacchi infernali.
La Santa Sede fu presto spinta a sostenere questo provvidenziale movimento di grazia e, il 12 marzo 1742, Papa Benedetto XIV firmò il documento che ratificava l’uso del pio oggetto e concedeva favori e indulgenze. Essendosi diffuse nel tempo numerose varianti della medaglia, il 31 agosto 1877 il Beato Pio IX concesse speciali indulgenze a un nuovo modello coniato dall’Abbazia di Montecassino in occasione del XIV centenario della nascita di San Benedetto, che divenne noto come medaglia del Giubileo. Questo modello è il più diffuso ancora oggi.
Tuttavia, proprio come nella cristianità di un tempo, il significato più profondo di questo potente sacramentale è spesso dimenticato dai cristiani.
La Santa Croce sia la mia luce
L’adorabile strumento della nostra salvezza è di per sé un aiuto efficacissimo contro ogni tipo di attacco diabolico. Se fu per mezzo di un albero che l’antico nemico sconfisse la razza umana in Adamo, fu anche per mezzo di un albero che l’Uomo-Dio ci salvò una volta per tutte dalla tirannia dell’inferno.
Per questo motivo, una grande croce a forma di greca copre un lato della medaglia. Tra i bracci della croce, quattro caratteri recitano: C. S. P. B., che sta per “Crux Sancti Patris Benedicti – La Croce del Santo Padre Benedetto “. Sulla croce stessa sono incise anche le lettere C. S. S. M. L. sul fusto verticale, e N. D. S. M. D. sul fusto orizzontale, che alludono rispettivamente alle frasi sopra citate: “Crux Sacra sit mihi lux. Non draco sit mihi dux – Che la Santa Croce sia la mia luce. Non sia il drago la mia guida”. E per completare questa preghiera esorcistica, c’è un’iscrizione più lunga intorno ad essa: V. R. S. N. S. M. V. S. M. Q. L. I. V. B., che significa “Vade retro Satana; numquam suade mihi vana. Sunt mala quæ libas; ipse venena bibas – Ritirati Satana, non consigliarmi mai cose vane. Ciò che mi offri è malvagio; bevi tu stesso i tuoi veleni”.
Un simile giuramento può essere usato dai cristiani ogni volta che si sentono disturbati e assediati dalle tentazioni del nemico; quando questi suggerisce le sue perversità, i falsi feticci del mondo, i diletti e i piaceri contrari alla Legge di Dio, le cattive amicizie… insomma, il suo veleno, il peccato stesso, che porta la morte all’anima. Non accettatelo mai! Gettiamo questo “dono” maledetto in faccia al tentatore che ce lo offre, visto che lui stesso lo ha scelto come sua eredità.
Tuttavia, guardando il retro della medaglia, qualcuno potrebbe chiedersi: perché San Benedetto?
La figura del patriarca d’Occidente
Il santo patriarca d’Occidente ha tutte le prerogative per figurare su un oggetto pio di natura esorcistica, e questo soprattutto per le grandi vittorie che ha ottenuto contro gli spiriti maligni utilizzando il segno della Croce.
Ce lo ricordano la coppa e il corvo raffigurati ai suoi piedi. La coppa allude a un episodio della sua vita, quando alcuni monaci in rivolta tentarono di ucciderlo servendogli una coppa di vino avvelenato, che si frantumò prontamente quando fu benedetta dal santo, riducendosi in frammenti. E l’uccello si riferisce all’occasione in cui un sacerdote invidioso delle virtù di San Benedetto decise di “regalargli” una pagnotta anch’essa avvelenata, che però non fu consumata dal santo abate, che ordinò a un corvo di portarla lontano.
Degna di particolare attenzione è anche l’iscrizione che circonda questo lato della medaglia: “Eius in obitu n[ost]ro præsentia muniamur – Che possiamo essere confortati dalla tua presenza nell’ora della nostra morte”. È una richiesta che, insieme a quella formulata nell’Ave Maria, “prega per noi peccatori, ora e nell’ora della nostra morte”, ci riempie di fiducia per i nostri ultimi momenti di vita su questa terra, in cui il diavolo gioca al “tutto o niente” per la nostra perdizione.
Un aiuto infallibile
Così, sebbene siano innumerevoli e costanti gli attacchi diabolici, le tentazioni e persino i pericoli fisici che affrontiamo ogni giorno, la medaglia di San Benedetto è un potente aiuto sacramentale e infallibile per i cristiani, poiché riunisce la virtù della Santa Croce e i ricordi delle vittorie che il grande patriarca ha ottenuto contro il drago infernale.
Pertanto, in mezzo alle tribolazioni di questa vita, portiamo devotamente la medaglia di San Benedetto, non come un semplice amuleto allegorico, ma come un aiuto soprannaturale e un’autentica rappresentazione delle promesse del nostro Battesimo: crediamo fermamente in Nostro Signore e nella Santa Chiesa, e rinunciamo per sempre a Satana e al peccato.
Testo tratto dalla Rivista Araldi del Vangelo n. 271, luglio 2024. Di Gabriel Lopes dos Anjos Silva
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