“La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!”
Sabato della I settimana di Avvento
5 dicembre, san Saba Archimandrita
Mt 9, 35-38 – 10, 1.6-8
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
COMMENTO
Pertransivit benefaciendo! Passò facendo del bene! Ecco la frase con cui San Pietro negli Atti degli Apostoli riassume la vita pubblica di Gesù. E noi vogliamo fare lo stesso?
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Gesù percorreva le città insegnando e guarendo ogni malattia, perché sentiva compassione delle folle che erano stanche e sfinite come pecore senza pastore.
Il popolo di Israele toccava il fondo ai tempi di Nostro Signore. La gente era affaticata. Cosa vuol dire? Si tratta senza alcun dubbio dell’esaurimento psicologico e morale causato dalla fiacchezza della virtù della speranza. Non c’era chi trasmettesse l’allegria della grazia. Le fonti dello spirito si erano prosciugate e un deserto spirituale asfissiava le persone, assettate di giustizia.
D’altra parte si parla di sfinimento. Mancava il cibo. La vera Parola di Dio non risuonava con autenticità nelle sinagoghe, poiché l’interpretazione farisaica toglieva gli elementi rivitalizzanti al messaggio di salvezza. Mancava l’autorevolezza di qualcuno che fosse coerente con la dottrina che insegnava. Israele era come un gregge di pecore disperse e senza guida.
Situazione simile la si trova oggi. In tante aree del mondo, il Vangelo suona ma non risuona. Si ascolta la Parola ma non si vedono gli esempi, e certe interpretazioni ne sono spaventosamente fuorvianti.
Anche oggi Gesù prova compassione per il suo gregge, perché lo vede ovunque come altrettante pecore sfinite e stanche, senza pastore.
Cosa possiamo o dobbiamo fare? Così come ai dodici anche a noi il Signore rivolge l’incoraggiamento: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe”. Bisogna chiedere al Padre che rinnovi il clero, la vita religiosa, il laicato cattolico inviando apostoli di fuoco!
Ma non solo! Anche noi siamo stati inviati da Gesù, in forza del battesimo, affinché annunciamo il Vangelo del Regno: “chiamati a sé i suoi dodici discepoli e li inviò”. È compito nostro, dunque, confortare i deboli con la carità fraterna, insegnare con la parola della Verità, predicare con la coerenza di vita, esortare gli scoraggiati, correggere i peccatori, riscattare i naufraghi.
Il Signore con i Dodici cambiò il mondo, perché non lo potrà fare una seconda volta? Sì, lo farà! Resta da sapere se avremo la gloria di rimanerGli fedeli quando in tanti Lo lasceranno, anche fra quelli da Lui chiamati per edificare la Chiesa, sedotti dal canto sinistro del mondo e del suo padrone.
Per coloro che non avranno piegato le ginocchia davanti ai baal moderni, ci sarà la lotta, l’annuncio evangelico, la persecuzione, l’intervento portentoso del Signore, e, alla fine, il trionfo!
“Coraggio Io ho vinto il mondo!”
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