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La statua della Madonna di Fatima in pellegrinaggio nelle carceri italiane

Il pellegrinaggio vuole dare speranza e conforto a coloro che vivono privati della libertà, ricordando loro che non sono soli e che anche Maria li accompagna nel loro cammino.

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Foto: Vatican News

Redazione (06/09/2025 10:37, Gaudium Press) La statua pellegrina della Madonna di Fatima ha visitato le carceri italiane durante l’estate, in un viaggio che ha commosso sia i detenuti che i volontari e le autorità penitenziarie. L’iniziativa è stata organizzata dall’Apostolato Internazionale di Fatima, che ha deciso di rispondere all’appello di Papa Francesco nella bolla di convocazione del Giubileo 2025 Spes non confundit, dedicata alla speranza.

Il percorso è iniziato il 1° luglio a Reggio Calabria e si è concluso il 31 agosto a Verona, due mesi segnati da incontri spirituali. “Maria è Madre di tutti, anche di coloro che hanno commesso degli errori”, ha affermato don Vittorio de’ Paoli, assistente nazionale dell’Apostolato.

Ispirazione nel Giubileo della speranza

L’idea è nata direttamente dal testo pontificio, che invitava a compiere un gesto concreto di vicinanza verso i detenuti. “Eravamo già stati altre volte in carcere, su invito delle diocesi o nei luoghi visitati dalla statua della Madonna di Fatima”, spiega don Vittorio, “ma questa volta volevamo prendere noi l’iniziativa. La risposta ci è stata data direttamente dalla bolla di Papa Francesco, dove si dice che la speranza trova nella Madre di Dio la sua più alta testimonianza”.

Un itinerario di fede

Il pellegrinaggio è iniziato nel carcere di Arghillà, a Reggio Calabria, e si è concluso a Verona Montorio, attraversando il Paese da sud a nord. Durante il viaggio, la Vergine ha fatto tappa in diverse carceri: Vibo Valentia, Saluzzo, Civitavecchia, Ferrara, Ancona, Pesaro, Varese, Padova e Verona. Inoltre, la statua della Madonna ha visitato anche cliniche, case famiglia e comunità che accolgono giovani in difficoltà o donne private della libertà.

«Ogni carcere è una realtà a sé stante, naturalmente la sua vita interna dipende dal direttore e dalla polizia penitenziaria, oltre che dai detenuti», ha sottolineato il sacerdote. E ha aggiunto: «La grande sorpresa è stata il mondo del volontariato, attivo e commovente».

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Foto: Vatican News

Il messaggio della Vergine ai detenuti

La statua portata nei centri penitenziari è una delle immagini ufficiali realizzate secondo le indicazioni di suor Lucia, una delle tre pastorelle di Fatima, e che dal 1947 gira il mondo come segno di pace. Ma, come ricorda don Vittorio, «in realtà, la statua è un simbolo, ciò che portiamo in carcere è la luce di Maria».

L’Apostolato ha cercato di trasmettere messaggi concreti ai detenuti:

  • Maria vi ama perché i figli rimangono figli anche quando sbagliano.
  • Trasformare la vita in carcere in un’opportunità di crescita personale, perché imparare dagli errori mette le ali.
  • Offrire a Gesù i momenti di rabbia e sofferenza per una persona cara.
  • E, infine, non dimenticare mai di pregare.

Musica nata dal dolore, trasformata in speranza

Un elemento molto speciale ha accompagnato la Vergine nel suo viaggio: la cosiddetta chitarra del mare. Lo strumento è stato realizzato nella falegnameria del carcere di Secondigliano, a Napoli, con il legno recuperato dalle imbarcazioni dei migranti naufragati a Lampedusa. Il progetto artistico Metamorfosi della Casa dello Spirito e delle Arti ha permesso di dare vita a questo simbolo di dolore, che in passato è stato suonato anche dal cantante Sting.

In ogni incontro con i detenuti, la chitarra è diventata un ponte spirituale. «Abbiamo cantato insieme ai detenuti e abbiamo insegnato loro una preghiera da recitare. In questo modo hanno avuto anche l’opportunità di ricordare i migranti morti in mare, specialmente i bambini», racconta don Vittorio.

Un gesto che ha toccato i cuori

I momenti finali di ogni visita sono stati particolarmente emozionanti. «Soprattutto – conclude il sacerdote – si sono inginocchiati tutti davanti a Maria, ho imposto loro le mani invocando la benedizione dello Spirito, tutti sono stati benedetti e tutti sono scoppiati in lacrime».

Il pellegrinaggio della Madonna di Fatima nelle carceri italiane è stato un percorso fisico, ma soprattutto un’esperienza spirituale che ha portato conforto, riconciliazione e speranza in luoghi dove spesso regnano solo la solitudine e l’angoscia.

Con informazioni da Vatican News

 

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