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L’Annunciazione del Signore e gli schiavi di Maria

 “Per nove mesi Nostro Signore Gesù Cristo ha voluto vivere nel chiostro materno di Maria”.

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Redazione (25/03/2023 15:14, Gaudium Press) Per nove mesi Nostro Signore Gesù Cristo ha voluto vivere nel chiostro materno di Maria. Egli, l’Uomo Dio, a cui tutto obbedisce, che né il Cielo né la Terra possono contenere, ha scelto di porsi, come creatura, alla più completa dipendenza dalla sua Madre terrena.

Questa miracolosa e insondabile sottomissione è motivo di riflessione per tutti i fedeli, ma soprattutto per quanti si sono dati a Maria come schiavi, secondo la devozione insegnata da San Luigi Grignion de Montfort. Questa forma di abbandono a Gesù per mano della Vergine fu appunto istituita dal famoso missionario francese “per onorare e imitare la dipendenza a cui il Verbo incarnato volle sottomettersi per amore nostro” (Il segreto di Maria, n. 63).

Di fronte a queste riflessioni, si comprende meglio quanto sia insensata la disobbedienza delle creature al Creatore, e quali terribili conseguenze ne possano derivare.

Oggi, in nome di una presunta libertà, che non è altro che una disastrosa schiavitù al peccato e alle passioni disordinate, una moltitudine di uomini si vanta di aver scelto la via della disobbedienza ai Comandamenti e ai consigli del Signore. E ci si chiede: non è forse questa una delle cause più profonde del rapido deterioramento del mondo di oggi?

Consacrati a Maria secondo il metodo di San Luigi Maria Grignion de Montfort, anche gli schiavi della Vergine vedono nella Solennità dell’Annunciazione la festa di coloro che si donano docilmente al loro Creatore per intercessione della Madonna. E vi si preparano rinnovando la loro sottomissione a Maria, a imitazione dell’atto di obbedienza di Dio stesso.

Lo spirito di umiltà della Beata Vergine di fronte a questo mistero raggiunge, in questa prospettiva, una dimensione insondabile. Quando le fu annunciato che il Verbo si sarebbe fatto carne in lei, la sua risposta non fu in un inno di vanagloria, ma nelle parole semplici e umili: “Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38).

In questa espressione, con la quale ella diede inizio alla redenzione del genere umano, era inclusa, tuttavia, una perplessità: “Egli desidera il mio consenso per realizzare questa situazione incomprensibile: che io abbia potere su di Lui e che Egli dipenda da me in tutto. In obbedienza alla sua volontà, accetto”.

Da questo punto di vista, splende in modo particolare l’atteggiamento di Maria che si dichiara schiava di Dio nel momento in cui il Creatore stesso ha voluto, per così dire, compiere un atto di servitù, di dipendenza, diciamo pure audacemente, di schiavitù nei suoi confronti.

La solennità dell’Annunciazione è quindi anche un’occasione per celebrare lo spirito di obbedienza, l’amore per la gerarchia, l’ordine e la sottomissione a Dio e alla sua Santa Chiesa.

 

(Con adattamenti, Editoriale, Rev. Araldi del Vangelo – marzo 2012)

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