L’Annunciazione del Signore e gli schiavi di Maria
La celebrazione della solennità dell’Annunciazione del Signore, tradizionalmente il 25 marzo, quest’anno coincideva con il Lunedì della Settimana Santa. Per questo motivo, la festa è stata spostata all’8 aprile. Il periodo in cui Nostro Signore Gesù Cristo visse nel chiostro materno di Maria è motivo di riflessione per tutti i fedeli, in particolare per coloro che si sono donati a Maria come schiavi.
Redazione (08/04/2024 14:25, Gaudium Press) Per nove mesi, Nostro Signore Gesù Cristo ha voluto vivere nel grembo di Maria. Egli, l’Uomo-Dio, a cui tutte le cose obbediscono, che né il Cielo né la Terra possono contenere, ha deciso di porsi, come creatura, alla più completa dipendenza dalla sua Madre terrena.
Questa miracolosa e insondabile sottomissione è motivo di riflessione per tutti i fedeli, ma soprattutto per coloro che si sono consegnati a Maria come schiavi, secondo la devozione insegnata da San Luigi Grignion de Montfort.
Questa forma di affidamento a Gesù attraverso le mani della Vergine fu istituita dal celebre missionario francese “per onorare e imitare la dipendenza a cui il Verbo incarnato volle sottomettersi per amore nostro” (Il Segreto di Maria, n. 63).
Di fronte a queste riflessioni, si comprende meglio quanto sia insensata la disobbedienza delle creature al Creatore e quali terribili conseguenze essa possa avere. Oggi, con il pretesto della libertà, che non è altro che un’empia schiavitù dal peccato e dalle passioni disordinate, un gran numero di persone è orgoglioso di scegliere la via della disobbedienza ai Comandamenti e ai Consigli del Signore. E, ci si chiede, non è forse questa una delle cause più profonde del rapido deterioramento del mondo di oggi?
Consacrati a Maria secondo il metodo di San Luigi Maria Grignion de Montfort, gli schiavi di Maria guardano alla Solennità dell’Annunciazione come alla festa di coloro che si arrendono docilmente al loro Creatore, attraverso la Madonna. E vi si preparano rinnovando la loro sottomissione a Maria, a imitazione dell’atto di obbedienza di Dio stesso.
In questa prospettiva, lo spirito di umiltà della Beata Vergine di fronte a questo mistero assume una dimensione insondabile. Quando le fu annunciato che il Verbo si sarebbe incarnato in lei, la sua reazione non si espresse in un inno di vanagloria, ma nei termini più umili: “Ecco la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua parola” (Lc 1,38).
In questa espressione che ha dato inizio alla Redenzione del genere umano c’era però una perplessità: ” Egli vuole il mio consenso perché si realizzi questa situazione incomprensibile: che io abbia potere su di Lui ed Egli dipenda da me in tutto. Per obbedienza alla sua volontà, accetterò”.
Da questo punto di vista, brilla in modo speciale l’atteggiamento di Maria che si dichiara schiava di Dio, nel momento in cui il Creatore stesso voleva, per così dire, compiere un enorme atto di servitù, di dipendenza, diciamolo pure audacemente, di schiavitù nei suoi confronti.
La solennità dell’Annunciazione è quindi anche un’occasione per celebrare lo spirito di obbedienza, l’amore per la gerarchia, l’ordine e la sottomissione a Dio e alla sua Santa Chiesa.
Testo tratto dalla rivista Araldi del Vangelo, n. 123, marzo 2012. Editoriale.
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