L’artista Massimiliano Ferragina dona i suoi dipinti al Papa
“Credo sia il sogno di ogni artista credente e anche non credente donare al Santo Padre delle proprie opere”.
Rita Sberna (29.06.2021 08:17, Gaudium Press)Lo abbiamo conosciuto in occasione della festa dell’Immacolata Concezione, lui è un’artista di fama di origini calabresi, Massimiliano Ferragina nato il 17 settembre 1977 a Catanzaro e trasferitosi a Roma da giovanissimo.
Esordisce in Italia nel gennaio 2012, con il premio Open Art, presso le sale del Bramante a piazza del Popolo (RM).
Le sue opere artistiche racchiudono in se sempre un messaggio profondo e sensibile all’anima e alla spiritualità di ognuno.
Per saperne di più sulle sue opere e mostre potete visitare il sito www.ferraginart.onweb.it/it
Ferragina ha realizzato un sogno che custodiva da tanto tempo: quello di donare alcune sue opere al Santo Padre, il 23 giugno Massimiliano ha avuto questa possibilità durante l’Udienza Generale in Vaticano.
“Ho avuto la possibilità di incontrare papa Francesco e di farmi benedire nel mio percorso artistico, salutarlo, abbracciarlo e affidargli tutte le persone a me care, la mia famiglia, i miei studenti, la mia terra di Calabria – racconta Massimiliano.
Ho donato a papa Francesco due disegni ad acquarello, si tratta di un San Giuseppe con Bambino Gesù, per ringraziare il papa del dono dell’enciclica Patris Corde. L’altra opera è un San Francesco che incontra il povero, un omaggio e segno di gratitudine al papa stesso così attento e proteso verso gli ultimi.
Ho chiesto a papa Francesco di poterlo abbracciare e lui come il padre buono mi ha accolto col sorriso e mi ha abbracciato benedicendomi con un segno di croce sulla mia fronte. Mi ha regalato un rosario che custodisco come un dono del cielo” afferma Massimiliano.
San Giuseppe e San Francesco per Papa Francesco
Non è un caso che l’artista abbia scelto proprio questi due santi da donare al Pontefice, Massimiliano, spiega, infatti: “Ho scelto di donare San Giuseppe perchè il Santo Padre ha restituito alla riflessione questa figura così bella ed umile. Nella Lettera Apostolica “Patris Corde”, papa Francesco definisce San Giuseppe padre nell’ombra, un’immagine potente per tutti noi e per gli artisti soprattutto. Mi piace citare un passaggio di questa lettera: La felicità di Giuseppe non è nella logica del sacrificio di sé, ma del dono di sé. Non si percepisce mai in quest’uomo frustrazione, ma solo fiducia. Il suo persistente silenzio non contempla lamentele ma sempre gesti concreti di fiducia. Il mondo ha bisogno di padri, rifiuta i padroni, rifiuta cioè chi vuole usare il possesso dell’altro per riempire il proprio vuoto; rifiuta coloro che confondono autorità con autoritarismo, servizio con servilismo, confronto con oppressione, carità con assistenzialismo, forza con distruzione.
Ho donato anche un San Francesco perché trovo straordinario che Bergoglio sia il primo papa che usa questo nome, il nome di un santo amato da tutti in modo trasversale che dona priorità agli ultimi, che si fa povero per aiutare i poveri, in questo “nome” credo ci sia tutto il ministero di papa Francesco.”
Un incontro speciale
Del suo incontro con il Papa, l’artista calabrese ci tiene a dire: “L’incontro è stato un crescendo. Quando si arriva in Vaticano e ti dicono: il Santo Padre verrà a salutarvi e benedirvi. Si rimane letteralmente senza parole. Poi succede. Lui arriva e ti tremano le gambe perché con lui arriva tutta la forza della sua figura e missione nel mondo. L’incontro è stato un miracolo, mi ha preso le mani ed abbiamo iniziato a parlare. Gli ho chiesto di benedire il mio essere uomo, insegnante ed artista. Gli ho portato i saluti dei miei studenti, ho chiesto di pregare per la mia famiglia, per la mia terra di Calabria e per ogni persona che porto nel cuore. Poi l’incredibile. Ho avuto modo di condividere la gioia della nascita prossima della mia nipotina Rosa. Lui mi ha donato un rosario e mi ha detto: è per la piccola Rosa. A questo punto l’ho abbracciato. È stato spontaneo, dal cuore, e lui mi ha accolto. Sembrava ci conoscessimo da sempre.”
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