Leone XIV all’ultima Udienza del 2025: lode e gratitudine per i doni ricevuti dal Signore
In questo ultimo giorno del 2025, Papa Leone XIV ha presieduto l’Udienza Generale in Piazza San Pietro, davanti a una folla di pellegrini riuniti per festeggiare il Capodanno. Molti di loro hanno approfittato degli ultimi momenti per attraversare la Porta Santa della Basilica di San Pietro, simbolo massimo di questo Anno Giubilare che si avvicina alla sua chiusura ufficiale il 6 gennaio.

Foto: Vatican Media
Redazione (31/12/2025 16:25, Gaudium Press) In quest’ultima catechesi dell’anno 2025, il Santo Padre ha invitato i fedeli a meditare sulle grazie ricevute durante l’anno, riflettendo sul cammino percorso e sulla destinazione eterna che ci attende. «Quest’ultimo giorno dell’anno ci invita a porre tutto davanti al Signore, confidando nella sua Provvidenza», ha detto Leone XIV, ricordando che l’Anno Giubilare è stato segnato da eventi felici, come i numerosi pellegrinaggi, ma anche da momenti dolorosi, come la dipartita del compianto Papa Francesco e le guerre che continuano ad affliggere il mondo.
Il Papa ha sottolineato che con il solenne Te Deum – che sarà cantato nel tardo pomeriggio nella Basilica di San Pietro – «ringrazieremo il Signore questa sera per i benefici ricevuti». In questa Liturgia si respira un’atmosfera di «lode», «stupore» e «riconoscenza», come l’aveva definita Francesco alla fine del 2023. Questi tre atteggiamenti devono quindi essere al centro della nostra meditazione e del nostro «onesto esame di coscienza», e devono aiutarci a «valutare la nostra risposta» ai doni che il Signore ci ha concesso e a «chiedere perdono per tutti i momenti in cui abbiamo smesso di valorizzare le sue ispirazioni e di investire meglio i talenti che ci ha affidato», ha osservato il Papa.
Cammino e meta
Tuttavia, Leone XIV vuole anche che riflettiamo su «un altro grande segno», particolarmente significativo in questo anno giubilare: «il cammino» e «la meta». Il Santo Padre sottolinea che «la nostra vita è un viaggio, il cui obiettivo finale trascende lo spazio e il tempo, per realizzarsi nell’incontro con Dio e nella piena ed eterna comunione con Lui».
Il Papa ha evidenziato il passaggio attraverso la Porta Santa come un gesto di fede profonda, un «sì» concreto a Dio, «che con il suo perdono ci invita a varcare la soglia di una nuova vita». Questo atto, ripetuto da milioni di pellegrini nel corso del 2025, rappresenta il «sì» a una vita vissuta con impegno nel presente e orientata all’eternità.
Gioia per tutti
Il Sommo Pontefice ha anche fatto riferimento a San Leone Magno, che «vedeva nella festa della Natività di Gesù l’annuncio di una gioia per tutti», e ha sottolineato che questo invito oggi è rivolto a tutti: «a noi peccatori, perché, perdonati, con la sua grazia possiamo rialzarci e ricominciare; infine, a noi poveri e fragili, perché il Signore, facendo propria la nostra debolezza, l’ha redenta e ci ha mostrato la bellezza e la forza nella sua perfetta umanità».
Leone XIV ha citato San Paolo VI, che alla fine del Giubileo del 1975 ne descrisse il messaggio fondamentale, racchiuso in una sola parola: «Amore». «Dio è amore. Dio mi ama! Dio mi aspettava e io l’ho ritrovato! Dio è misericordia! Dio è perdono! Dio è salvezza! Dio, sì, Dio è la vita! “. E Papa leone ha concluso con l’augurio che questo pensiero accompagni tutti nel passaggio al 2026 e poi li accompagni “sempre” nella loro vita.





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