Gaudium news > Leone XIV: messa di canonizzazione di Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis

Leone XIV: messa di canonizzazione di Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis

Papa Leone XIV ha presieduto, oggi domenica 7 settembre, la messa di canonizzazione di due giovani beati, Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis. Nella sua omelia ha invitato i fedeli a «non sprecare la vita, ma a orientarla verso l’alto e farne un capolavoro».

canonizacao1 700x375 1

Foto: screenshot/ Vatican News/ Facebook

Redazione (07/09/2025 21:51, Gaudium Press) Prima dell’inizio della celebrazione eucaristica, Papa Leone XIV è apparso a sorpresa davanti alla Basilica di San Pietro per salutare i fedeli provenienti da diverse parti del mondo: giovani e bambini, i familiari dei due beati, le delegazioni ufficiali, i vescovi e i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i membri dell’Azione Cattolica. Leone XIV ha spiegato che «questa solenne celebrazione della canonizzazione» rappresenta un «giorno di grande festa per tutta l’Italia, per tutta la Chiesa, per il mondo intero!».

Ha invitato i fedeli a partecipare «a questa celebrazione liturgica con la preghiera, con il cuore aperto, desiderosi di ricevere veramente questa grazia del Signore», e ha sottolineato: «Tutti noi sentiamo nel nostro cuore ciò che Pier Giorgio e Carlo hanno vissuto: questo amore per Gesù Cristo, specialmente nell’Eucaristia, ma anche nei poveri, nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle». Ha concluso il suo breve discorso con un’esortazione alla santità: «Tutti noi siamo chiamati ad essere santi».

Rito di canonizzazione

La canonizzazione dei due beati, Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, si è svolta in un clima di raccoglimento, nel rispetto del rito liturgico previsto per il momento. Dopo il canto del Veni Creator all’inizio della Messa, il prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, cardinale Marcello Semeraro, ha presentato a Papa Leone XIV la richiesta formale di canonizzazione e ha letto un breve profilo biografico di ciascun beato. È stata poi intonata la litania dei santi, al termine della quale il Santo Padre ha pronunciato la formula di canonizzazione.

cq5dam.thumbnail.cropped.1500.844 20 700x462 1

Foto: Vatican News/ Vatican Media

Seguire Gesù portando la propria croce

«Il rischio più grande della vita è sprecarla al di fuori del progetto di Dio», ha sottolineato il Papa, che ha presentato i due nuovi santi come giovani che cercano la saggezza di Dio «per conoscere i suoi progetti e aderirvi fedelmente».

Partendo dai testi liturgici della 23ª domenica del tempo ordinario, Leone XIV ha sottolineato questo progetto di Gesù al quale dobbiamo aderire pienamente: «Chi non porta la sua croce e non mi segue, non può essere mio discepolo»; e ancora: «Chiunque di voi non rinuncia a tutto ciò che possiede, non può essere mio discepolo!». Questo progetto, ha detto, è un invito a spogliarci «di noi stessi, delle cose e delle idee a cui siamo attaccati, per metterci in ascolto della sua parola».

Un «sì» a Dio quando erano ancora giovani

Prendendo l’esempio di San Francesco d’Assisi, il Papa ha spiegato che «nel corso dei secoli, molti giovani hanno dovuto affrontare questa scelta decisiva nella loro vita». Tra loro ci sono santi e sante che a volte «rappresentiamo come grandi personaggi, dimenticando che tutto è iniziato per loro quando, ancora giovani, hanno risposto “sì” a Dio e si sono donati totalmente a Lui, senza trattenere nulla per sé». È stato questo sì, ha detto Leone XIV, alludendo a Sant’Agostino, che «ha dato una nuova direzione, una nuova strada, una nuova logica», in cui nulla della loro esistenza è andato perduto.

Frassati e Acutis: entrambi innamorati di Gesù

Il primo è un giovane dell’inizio del XX secolo, mentre il secondo è un adolescente dei nostri giorni. Entrambi sono «innamorati di Gesù e disposti a dare tutto per Lui», ha detto il Papa, spiegando che il primo, Frassati, «ha incontrato il Signore attraverso la scuola e i gruppi ecclesiali e lo ha testimoniato con la sua gioia di vivere e di essere cristiano nella preghiera, nell’amicizia e nella carità». La sua vita diventa «una luce per la spiritualità laicale» nella misura in cui, spinto dalla forza del Vangelo, il giovane Frassati «si è impegnato generosamente nella società, ha contribuito alla vita politica e si è dedicato con ardore al servizio dei poveri».

Carlo, invece, ha incontrato Gesù in famiglia, grazie ai suoi genitori, poi a scuola e, soprattutto, nei Sacramenti. È cresciuto «integrando naturalmente nella sua giornata di bambino e di adolescente la preghiera, lo sport, lo studio e la carità».

Una vita segnata dall’amore per Dio e per il prossimo

I due santi, ha detto il Papa, «hanno coltivato l’amore per Dio e per i fratelli attraverso mezzi semplici, alla portata di tutti: la Messa quotidiana, la preghiera, in particolare l’Adorazione Eucaristica». Per illustrare la loro vita di preghiera costante, Leone XIV ha citato alcune parole pronunciate dai due nuovi santi. Per Carlo: «Davanti al sole ci abbronziamo. Davanti all’Eucaristia diventiamo santi!»; «La tristezza è lo sguardo rivolto a sé stessi, la felicità è lo sguardo rivolto a Dio. La conversione non è altro che distogliere lo sguardo dal basso verso l’Alto, basta un semplice movimento degli occhi». Un’altra cosa essenziale per loro era la Confessione frequente. Carlo scriveva: «L’unica cosa che dobbiamo davvero temere è il peccato»; e si stupiva perché – sono sempre parole sue – «gli uomini si preoccupano tanto della bellezza del proprio corpo e non si preoccupano della bellezza della propria anima».

«Entrambi avevano una grande devozione per i santi e per la Vergine Maria, e praticavano generosamente la carità», che hanno praticato fino all’ultimo respiro della loro vita, interrotta nel fiore degli anni. Ognuno di loro ha affrontato la morte con grande serenità. Pier Giorgio diceva che il giorno della sua morte sarebbe stato il più bello della sua vita, mentre Carlo, ancora più giovane, «amava dire che il Cielo ci aspettava sempre e che amare il domani è dare il meglio di noi oggi».

Il Papa ha concluso la sua omelia invitando i fedeli, specialmente i giovani, a seguire l’esempio dei santi Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, che non hanno sprecato la loro vita, ma l’hanno orientata verso l’alto, trasformandola in un capolavoro. Questi santi, ha sottolineato, ci incoraggiano con le loro parole a mettere Dio al centro di ogni nostra azione. «Questa è la formula semplice, ma vincente, della loro santità», ha indicato il Papa, aggiungendo che questa testimonianza «siamo chiamati a seguire, per gustare la vita fino in fondo e andare incontro al Signore nella festa del Cielo».

 

 

lascia il tuo commento

Notizie correlate