L’Italia è già un Paese post-cristiano?
Un’ inchiesta della rivista Il Timone sulla pratica della religione nel Paese dei Papi riaccende i timori sul secolarismo dilagante.
Redazione (20/07/2023 22:18, Gaudium Press) I dati che continuamente arrivano dall’Europa, sulla pratica della fede, sono poco incoraggianti.
Il Giornale ha pubblicato uno studio commissionato dalla rivista Il Timone, secondo cui, nel Paese dei Papi, il 37% della popolazione si dichiara “non credente”, e solo il 13,8% della popolazione va regolarmente in chiesa. Questo, tra l’altro, spinge il giornalista Roberto Vivaldelli a dire che l’Italia è già un Paese post-cristiano
Lo studio evidenzia come la stessa Eucaristia sia frequentata da pochi giovani, quanto piuttosto da persone in età più avanzata.
I “credenti”, cioè coloro che vanno a Messa almeno una volta al mese e si confessano almeno una volta all’anno, sono il 33% della popolazione, mentre il 32% non conosce neanche il significato dell’Eucaristia.
Anche i dati sui praticanti sono preoccupanti
Tra coloro che si considerano credenti, solo 6 su 10 sanno cosa sia la confessione; il 66% non sa cosa si intende con l’espressione “resurrezione della carne”, riferita alla resurrezione del corpo alla fine dei tempi; il 20% pensa che il peccato sia “un semplice torto fatto agli altri”, astraendo dall’offesa fatta a Dio.
Tra i credenti emerge anche un modo di pensare lontano dalla morale della Chiesa su temi come l’aborto e il cosiddetto matrimonio omosessuale, anche se la maggioranza continua ad opporsi alla maternità surrogata e alla legalizzazione delle droghe.
Altri dati sui “credenti” sono che un fedele su cinque dice di pregare quotidianamente, il 96% lo fa occasionalmente e 7 su 10 di coloro che frequentano regolarmente l’Eucaristia credono nella vera presenza di satana.
I dati che confermano i cali registrati già nelle ricerche degli anni precedenti, portano molti a chiedersi come affrontare questa evidente secolarizzazione in una società che, fino a poco tempo fa, era in gran parte connotata dal cattolicesimo.
È chiaro che una tale valutazione richiede un esame di coscienza da parte di una Chiesa che ha ancora molti canali di comunicazione con la società, a partire dall’educazione dei giovani.
Alcuni sostengono già che esiste un processo simbiotico tra la secolarizzazione della società e la secolarizzazione della Chiesa, e persino quella del clero. E che l’inizio di qualsiasi soluzione comincia con la rievangelizzazione all’interno della famiglia.
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