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L’Italia proibisce il cellulare nelle scuole primarie e secondarie

Dopo averli vietati nella scuola primaria, il Ministro dell’Istruzione li ha vietati anche nella scuola secondaria, perché la dipendenza è fuori controllo e occorre una disintossicazione.

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Foto: Marcos Paulo Prado / Unplash

Redazione (13/09/2025 14:05, Gaudium Press) Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che con una disposizione specifica del luglio 2024 aveva già vietato l’uso degli smartphone nelle scuole elementari, ha emesso una nuova circolare che estende tale divieto alle scuole secondarie a partire dal prossimo anno scolastico.

I risultati dell’esperimento condotto nelle scuole primarie sono stati incoraggianti: «Quest’anno è andato molto bene, le scuole hanno ricevuto la nostra circolare e c’è stato un grande sostegno da parte degli insegnanti, delle famiglie, ma anche, sorprendentemente, degli studenti, perché un momento di disintossicazione è molto benefico per loro», afferma Valditara.

A ciò si aggiungono i dati allarmanti sul crescente fenomeno della dipendenza dagli smartphone, fatti che hanno convinto il ministro a rompere gli indugi e intervenire anche con gli studenti più grandi, che evidentemente non sono affatto immuni dai rischi e dalle conseguenze dell’uso eccessivo e dannoso di questi dispositivi.

Impatto negativo dei cellulari sul rendimento scolastico

La convinzione fondata di Valditara è che, “da un punto di vista scolastico”, i telefoni cellulari abbiano “un impatto indubbiamente negativo. Credo che il modo più efficace sia abituare i giovani a disintossicarsi e a tornare a usare libri, carta e penna”, afferma.

Numerosi studi internazionali sostengono questa decisione. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), nel suo rapporto del 2024 “Dal declino alla ripresa: politiche per liberare il capitale umano e la produttività”, sottolinea gli effetti negativi dell’uso degli smartphone e dei social media sul rendimento scolastico, collegando questo fenomeno al calo dei punteggi del Programma per la valutazione internazionale degli studenti (PISA).

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal canto suo, ha documentato nel suo rapporto del 2024 come l’uso ‘problematico’ dei social media tra gli adolescenti abbia registrato un “aumento significativo”, con la diffusione di fenomeni di dipendenza come l’incapacità di controllarne l’uso, la sindrome da astinenza e un abbandono delle altre attività.

L’Istituto Superiore di Sanità italiano conferma che oltre il 25% degli adolescenti fa un uso ‘problematico’ degli smartphone, con conseguenze negative sul sonno, sulla concentrazione e sulle relazioni sociali.

Il Ministro insiste, ricordando che “bambini di soli sei anni visitano siti pornografici. Anche il 38% dei bambini che soffrono di disturbi del sonno causati dai telefoni cellulari è allarmante. Questi dati sono significativi in termini di rendimento e successo scolastico: i bambini che usano eccessivamente il cellulare hanno anche tre volte più probabilità di fallire a scuola o di interrompere gli studi”.

Rischio di dipendenza

In sintesi, tutti i dati raccolti confermano la necessità di un cambiamento, e le scuole devono contribuire, anche se non basta certamente a invertire la tendenza: al di là dei dati sulle patologie accertate, l’influenza di questi dispositivi colpisce ormai quasi tutti – giovani, adulti e anziani – e nessuno è immune dal rischio di dipendenza.

Lo smartphone non è solo uno dei tanti dispositivi disponibili nella società avanzata odierna, ma lo strumento fondamentale progettato e promosso dai principali centri di potere globale per controllare le popolazioni a vari livelli, da quello commerciale a quello intellettuale (etico, politico, religioso, ecc.). La sfida, quindi, è enorme e impari.

I telefoni cellulari sono diventati una vera e propria appendice fisica del corpo, una sorta di estensione del cervello e la sede delle chiavi virtuali che aprono le porte a molte attività quotidiane, rendendo difficile separarsene.

Nessun dispositivo ha raggiunto un tale livello di trasformazione, che si riflette anche nella capacità di assimilare e persino orientare rapidamente i nostri valori personali attraverso sofisticati sistemi di tracciamento.

Agire prima che sia troppo tardi

Le generazioni più giovani sono senza dubbio le più esposte e indifese, essendo nate in questo sistema ormai consolidato, e si spera che il divieto dei telefoni cellulari nelle scuole garantisca la sopravvivenza di uno spazio di lavoro libero da questa scomoda presenza.

Tuttavia, sarebbe necessario avviare una riflessione più profonda e ampia sulle conseguenze e le prospettive dell’uso di questi dispositivi che, con la loro rapida evoluzione tecnologica, acquisiscono sempre più la capacità di diventare parte “organica” del nostro essere, con tutto ciò che ciò comporta.

Il problema, quindi, non è solo una questione di istruzione, ma riguarda la vita di tutta la società – sempre più disastrosa – e la persistenza della possibilità di educare generazioni di persone veramente capaci di pensare, scegliere e agire in piena libertà e coscienza.

La circolare del ministro Valditara offre solo uno sguardo su un panorama molto più ampio, sempre più simile a quello descritto in alcuni romanzi distopici del secolo scorso. Dobbiamo agire prima che sia troppo tardi.

(Nota editoriale de La Nuova Bussola Quotidiana, del 19/6/2025. Traduzione di Gaudium Press).

 

 

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