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L’origine dell’albero di Natale

 Dopo le enormi querce, simboli pagani, il piccolo e grazioso pino divenne il simbolo più utilizzato per Gesù Bambino.

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Foto: Arkadiusz Radek/ Unsplash

Redazione (20/12/2024 20:42, Gaudium Press) Sapin, tannenbaum, árbol de Navidad, evergreen… In qualunque modo lo si chiami, l’albero di Natale non ha mai smesso di essere una delle decorazioni più suggestive delle celebrazioni natalizie.

Verde e pieno di graziose lucine, la sua vitalità e varietà sono la gioia dei più piccoli, non solo di età ma anche di cuore, e ovunque si trovi impregna l”ambiente con il suo caratteristico odore di rametti bruciati dalle candele accese.

Oggi si ritiene che questa bella tradizione abbia avuto origine in Nord America, data la grande diffusione dei pini sul suo territorio. Ma tornando indietro nel tempo, in un passato ricco di storie, ci si imbatte nella sua vera origine, poco conosciuta e più antica di quanto sembri…

Origine dell’albero di Natale

I barbari avevano invaso l’Europa centrale nel VII secolo.

Più precisamente, i Frisoni vivevano nella Sassonia meridionale (tra l’attuale Belgio e il Weser, di fronte all’Inghilterra). Le loro credenze, tutte pagane, erano profondamente radicate e a volte antecedenti alla stessa Rivelazione cristiana.

Un giorno, un monaco benedettino di origine anglosassone, toccato dalla grazia, sentì il desiderio di evangelizzare queste regioni inospitali. Il suo nome era Wilfrido di York (634-709).

All’inizio della sua missione (678-685), si stabilì in un luogo dove gli abitanti veneravano curiosamente la quercia, molto comune in quelle foreste. Dicevano che era posseduta da spiriti che la mantenevano verde durante l’inverno. E queste stesse divinità favorivano il ritorno della primavera e dell’estate.

Timorosi, i Frisoni eseguivano vari rituali durante il mese di dicembre intorno ai giganteschi alberi, affinché non venissero meno alla loro indispensabile funzione.

San Wilfrido si trovò di fronte a un difficile ostacolo quando volle confutare questa radicata convinzione pagana; tuttavia, si impegnò a dimostrare loro la falsità di tale immaginazione.

Nel bel mezzo di queste pratiche religiose, riunì i barbari per abbattere una di quelle vecchie querce. Si scatenò, di colpo, una terribile tempesta che li lasciò tutti terrorizzati.

Il Santo fece entrare in azione i boscaioli e, oscillando, il gigantesco albero cadde a terra!

Un silenzio penetrante avvolse i presenti e, all’improvviso, un fulmine distrusse la quercia in mille pezzi, contemporaneamente al suo impatto con il suolo.

Nel vedere il loro mito crollare al suolo, la disillusione aiutò a convertire quelle anime. Tuttavia, accadde qualcosa di molto curioso…

A pochi centimetri dall’albero carbonizzato, c’era un pino, che si era incredibilmente conservato intatto in mezzo a tanta distruzione.

Poteva essere un segno? Era il 25 dicembre.

San Wilfrido vide in questo un bellissimo simbolismo: Dio protegge la fragilità e l’innocenza!

Nella sua predica serale, collegò poeticamente l’immagine dell’alberello con la natività del Signore e, in questo modo, il pino divenne, da quel giorno, il simbolo più usato di Gesù Bambino.ne dell’uso del pino nelle celebrazioni della nascita del Signore

Diffusione dell’uso del pino nelle celebrazioni della nascita del Signore

Anche un discepolo di questo santo missionario dovette affrontare difficoltà simili nell’evangelizzazione della futura Germania: si trattava di San Bonifacio (673-754).

A Geismar, in Assia, un centro molto frequentato per i riti pagani, si venerava una grande quercia consacrata al dio Donar. Attorno ad essa si svolgevano pratiche superstiziose, soprattutto durante la stagione invernale, perché si riteneva che questo dio fosse responsabile delle terribili burrasche e tempeste molto frequenti durante il solstizio.

Una volta convertiti, i tedeschi cominciarono a dissociare il carattere pagano dalla loro fede e a collegare la figura dell’albero a passi della Sacra Scrittura, come questo del profeta Isaia: “La gloria del Libano verrà a te, il faggio e il bosso e il pino insieme serviranno ad adornare il luogo del mio santuario” (60:13).

Così, l’uso del pino nella commemorazione della nascita del Signore iniziò a diffondersi in Germania.

Altri riferimenti lontani alludono a questa usanza: nel 1539, pini decorati furono utilizzati per la prima volta nella Chiesa e nelle case di Strasburgo, in Francia, per celebrare le festività natalizie; nel 1671, la principessa Carlotta Elisabetta di Baviera, moglie del Duca di Orléans, introdusse ufficialmente questa tradizione in tutto il Paese.

Infine, durante il regno di Giorgio III (1760-1820), l’usanza arrivò in Inghilterra, diffondendosi poi nel Nord America e da lì in tutto il mondo.

Simbologia delle decorazioni dell’albero di pino

Ma qual è il significato delle innumerevoli palline, bastoncini, pigne, ecc. che riempiono i suoi rami?

Nel corso dei secoli, al pino furono aggiunti bellissimi ornamenti.

Il suo simbolismo rimanda all’immagine del secondo Adamo, Cristo nostro Salvatore (cfr. I Cor 15,21-22; 45), che ci ha restituito il frutto perduto dal nostro primo padre quando mangiò dall’albero proibito (cfr. Gen 2,9; 3,6).

Per questo motivo, questi bellissimi paramenti rappresentano i preziosi e sovrabbondanti frutti nati dalla Santa Croce di Nostro Signore Gesù Cristo, il vero Albero della Vita.

Di Sebástián Correa Veláques

 

 

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