Messa d’inizio del Pontificato di Papa Leone XIV: Chiesa fondata sull’amore di Dio e sull’unità
Una folla di oltre 200.000 fedeli in Piazza San Pietro e in Via della Conciliazione ha assistito alla messa di inaugurazione del pontificato di Papa Leone XIV oggi, domenica.
Foto: Vatican news/ Vatican media
Redazione (18/05/2025 16:52, Gaudium Press) La mattinata del Papa è iniziata con un lungo passaggio tra la folla, a bordo della papamobile, alle 9:00, attraversando i percorsi in Piazza San Pietro ed entrando in territorio italiano fino alla fine di Viale della Conciliazione, tra il Vaticano e Castel Sant’Angelo.
È stata la prima volta che Leone XIV si è trovato tra i pellegrini, sorridente nel saluto ai fedeli e acclamato dalla folla. La papamobile è poi scomparsa sotto l’arco delle campane, il passaggio a volta, a sinistra della Basilica che conduce alla sacrestia.
Davanti alla tomba del Principe degli Apostoli
All’esterno, la folla ha assistito all’inizio della celebrazione attraverso i maxischermi. Il Papa si è raccolto per alcuni istanti davanti alla tomba di Pietro, proprio sotto l’Altare della Confessione, nella Basilica Vaticana. Era accompagnato dai patriarchi delle Chiese orientali. Successivamente, il Santo Padre si è recato in processione all’altare, nella piazza antistante la Basilica, attraversando la navata centrale e passando sotto l’immenso arazzo che raffigura l’episodio della pesca miracolosa dei pesci, perché, seguendo le orme di Cristo, anche il Papa è un “pescatore di uomini”.
Poco prima della processione, due diaconi hanno posto sull’altare l’anello da pescatore e il pallio, che sarebbero stati consegnati al nuovo Pontefice dopo la proclamazione del Vangelo. Accanto all’altare è presente la Madonna del Buon Consiglio, proveniente dal Santuario Mariano di Genazzano, un santuario agostiniano visitato dal Papa il giorno dopo la sua elezione, nella sua prima uscita dal Vaticano.
La presentazione delle insegne ha seguito un rito preciso. Tre cardinali dei tre ordini, diaconi, sacerdoti e vescovi hanno consegnato al Successore di Pietro il pallio e l’anello e hanno recitato una preghiera invocando l’aiuto del Signore, per intercessione dello Spirito Santo, affinché il Papa possa esercitare il suo ministero secondo il carisma ricevuto.
Le pecore non sono più senza pastore
Leone XIV ha iniziato la sua omelia salutando tutti «con cuore colmo di gratitudine» e citando una delle frasi più celebri di Sant’Agostino: «Tu ci hai fatti per Te, [Signore], e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te» (Confessioni, 1,1.1).
Ha poi reso omaggio al suo predecessore Francesco. La sua morte «ha riempito i nostri cuori di tristezza e, in quelle ore difficili, ci siamo sentiti come le folle che il Vangelo dice essere “come pecore senza pastore”». Riferendosi al conclave, il vescovo di Roma ha raccontato che i cardinali, «di diversa provenienza e stile di vita», avevano «affidato a Dio il desiderio di eleggere il nuovo successore di Pietro, vescovo di Roma, un pastore capace di custodire il ricco patrimonio della fede cristiana e, allo stesso tempo, di guardare lontano, per andare incontro alle domande, alle preoccupazioni e alle sfide di oggi». Lo Spirito Santo, ha continuato, «ha saputo accordare gli strumenti musicali, facendo vibrare le corde del nostro cuore in un unico canto».
Amore e unità
«Sono stato scelto senza alcun merito e, con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che desidera rendersi servitore della vostra fede e della vostra gioia, percorrendo con voi la via dell’amore di Dio, che desidera che tutti siamo uniti in un’unica famiglia». Leone XIV chiarisce: «La Chiesa di Roma presiede nella carità, e la sua vera autorità è la carità di Cristo. Non si tratta di catturare gli altri con la prepotenza, con la propaganda religiosa o con i mezzi del potere, ma si tratta sempre e solo di amare come ha fatto Gesù». Il ruolo del Successore di Pietro, per Leone XIV, è quello di «pascolare il gregge senza mai cedere alla tentazione di essere un leader solitario o un capo posto al di sopra degli altri, rendendosi dominatore delle persone che gli sono state affidate; al contrario, deve servire la fede dei fratelli, camminando con loro».
Una Chiesa aperta al mondo e missionaria
È quindi insieme al collegio cardinalizio, «i collaboratori più stretti del Papa», e al popolo dei battezzati che Leone XIV desidera realizzare un «primo grande desiderio»: «una Chiesa unita, segno di unità e comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato», mentre la nostra epoca soffre di «molte discordie, molte ferite causate dall’odio, dalla violenza, dal pregiudizio, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della terra ed emargina i più poveri». Il Sommo Pontefice insiste che la Chiesa deve essere lievito di unità, comunione e fraternità. «In Cristo solo siamo uno», dice Leone XIV, ripetendo il suo motto «In illo uno unum», ispirato a un sermone di Sant’Agostino, perché è diventando lievito nell’unità di Cristo che la Chiesa è chiamata ad essere missionaria e «offrire l’amore di Dio a tutti “, aprendo le braccia al mondo, senza chiudersi nel suo ” piccolo gruppo“ o sentirsi ”superiore al mondo“. L’unità, conclude il nuovo vescovo di Roma,” non annulla le differenze, ma valorizza la storia personale di ogni persona e la cultura sociale e religiosa di ogni popolo”.
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