Mons. Antonio Suetta “spegnete la tv e disertate certi appuntamenti e magari fate qualche ragionamento sul pagamento del canone Rai”
Il Vescovo di Sanremo non ci sta: il festival sanremese ormai da anni, è penoso e denigratorio nei confronti di chi ha una fede umile”.
Rita Sberna (02.02.2022 13:13, Gaudium Press) Non è passato nemmeno un giorno da quando è andata in onda la prima serata del Festival di Sanremo, e già non si parla altro che della tristissima esibizione del cantante Achille Lauro che presentandosi con il brano “Domenica” si è prestato ad una scenetta a tratti blasfema contro uno dei sacramenti più importanti della nostra fede cristiana: il battesimo.
Mons. Antonio Suetta, vescovo di Sanremo non ci sta ma soprattutto non se ne resta in disparte a guardare e ci tiene ad alzare la voce e a difendere quella fetta di cristiani che d’innanzi a tali scenette si sentono offesi e denigrati.
Ed è per questo che il vescovo, nel suo comunicato scrive: “Indeciso se intervenire o meno, dapprima ho pensato che fosse conveniente non dare ulteriore evidenza a tanto indecoroso scempio, ma poi ho ritenuto che sia più necessario dare voce a tante persone credenti, umili e buone, offese nei valori più cari per protestare contro attacchi continui e ignobili alla fede; ho ritenuto doveroso denunciare ancora una volta come il servizio pubblico non possa e non debba permettere situazioni del genere, sperando ancora che, a livello istituzionale, qualcuno intervenga; ho ritenuto affermare con chiarezza che non ci si può dichiarare cattolici credenti e poi avvallare ed organizzare simili esibizioni; ho ritenuto infine che sia importante e urgente arginare la grave deriva educativa che minaccia soprattutto i più giovani con l’ostentazione di modelli inadeguati.”
Lo abbiamo intervistato in esclusiva per Gaudium Press e ci ha gentilmente risposto.
Sua Eccellenza perché secondo lei, tutti gli anni, durante un evento così risuonante come il Festival di Sanremo non si fa altro che colpire la cristianità?
Per quando riguarda l’esibizione di Achille Lauro credo che colpire la cristianità sia per lui la cosa più comoda e più semplice per supplire alla grave carenza di doti artistiche, sotto tutti i punti di vista: la musica, i testi e l’immagine. E’ troppo scontato e banalissimo ricorrere all’aggressione a l vilipendio della fede dei credenti. Il problema non è Achille Lauro ma l’evento che lo ospita e l’istituzione come la Rai che è un servizio pubblico e consente queste performance violente e aggressive.
Colpire la cristianità rappresenta una delle poche opportunità rimaste sulla scia di questo “politicamente corretto” che rappresenta un’oppressiva schiavitù per tutti, ed è praticamente impossibile fare satira su qualsiasi altra istituzione importante o realtà perché le reazioni sarebbero serie e tutti protesterebbero; invece contro la cristianità sembra che nessuno dica nulla e che i cristiani siano tenuti a sopportare senza protestare.
A questo si aggiunge che la cristianità, in un mondo così sconvolto da ideologie nichiliste, dalla cultura della cancellazione e di rottamare tutto, la cristianità rimane un presidio di civiltà, di sana ragione, di autentica antropologia e di relazione con lo spirituale e con il divino; perciò credo che dal pensiero dominante sia vista come una realtà da abbattere e lo si fa con queste modalità che non solo sono offensive e blasfeme ma rappresentano una vera violenza contro i credenti e gli uomini che vogliono essere ragionevoli.
Come ci si può opporre a questi cattivi esempi soprattutto per i giovani che seguono idoli così trasgressivi?
Esibizioni come queste ed eventi di questo tipo, rappresentano per tutta la società un cattivo esempio perché c’è una frenesia nel gettarsi alle spalle tutto quello che ha costituito fondamento di civiltà, umanità, di arte e di cultura; tutto sembra che debba essere buttato via in fretta. Naturalmente, i giovani sono le vittime più esposte di questa negativa tendenza.
I giovani sono esposti perché attraverso i social “bevono” questi messaggi sbagliati e attraverso la pervasività di un ideologia dominante del pensiero unico, si sentono al sicuro dentro la mentalità diffusa, dentro quello che ostinatamente tutte le principali gran casse ripetono.
Contro questa ideologia si deve alzare forte la nostra voce!
Cosa dovrebbe fare la Chiesa per evitare che tutti gli anni un Festival canoro continui sulla scia della blasfemia?
La Chiesa direttamente non può fare molto ma può far sentire con forza la propria voce o meglio: può fare molto sul versante spirituale. Dobbiamo pregare, puntare ad annunciare il Vangelo e alla formazione delle coscienze; questo è il miglior antidoto all’inganno del momento.
Scendendo invece sul piano del contrasto a queste manifestazioni che rappresentano per la Chiesa una vera e propria violenza aggressiva, la Chiesa deve far sentire la propria voce ed io ho fatto appello alle istituzioni dello Stato perchè mettano un freno a questa vergogna, cioè alla leggerezza, stupidità, spavalderia e irresponsabilità con cui la Chiesa viene quotidianamente derisa e perseguitata a livello mediatico oltre che alla congiura del silenzio. Nei dibattiti e nei grandi appuntamenti però la Chiesa non viene mai sentita e mai cercata; credo che questa sia una tendenza da correggere!
Me lo auguro con l’impegno di tutti i cristiani soprattutto dei più umili, dei più semplici che debbono far sentire la loro voce e passare ad atteggiamenti molto concreti e diretti di protesta: come spegnere la tv e disertare certi appuntamenti e magari fare qualche ragionamento sul pagamento del canone Rai.
lascia il tuo commento