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Mons. Paglia non ha più freni…

 

 Il presidente della Pontificia Accademia per la Vita propone già la legalizzazione del suicidio assistito.

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Redazione (24/04/2023 20:14, Gaudium Press) Fedele alla teoria dell’evoluzione radicale della dottrina cattolica, Mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha dichiarato al Perugia Journalism Festival che “La Chiesa cattolica  non possiede un pacchetto di verità già pronto, come fosse un distributore di pillole di verità. Il pensiero teologico si evolve nella storia, in dialogo con il Magistero e con l’esperienza del popolo di Dio (sensus fidei fidelium), in una dinamica di reciproco arricchimento”.

Quindi questi concetti non saranno d’ostacolo al presule, nella formulazione delle sue idee, insieme a tante sue affermazioni precedenti, per aggiungere tra l’altro, al festival, che “non si deve escludere che nella nostra società sarà possibile una mediazione legale che consenta l’assistenza al suicidio, alle condizioni specificate dalla Sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale”.

Invece come emerge dai documenti della Congregazione per la Dottrina della Fede, le suppliche dei malati gravissimi che a volte invocano la morte,” non devono essere intese come espressione di un vero desiderio di eutanasia; si tratta, in realtà, di richieste, quasi sempre angosciose, di assistenza e di affetto”. (1)

Nel Discorso alla V Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita, il 27 febbraio 1999, Giovanni Paolo II, dopo aver classificato il suicidio assistito tra gli esempi della “cultura della morte, e dopo aver affermato che “la Chiesa è consapevole che il momento della morte è sempre accompagnato da sentimenti umani molto intensi”, ricordava che “nessun uomo può decidere arbitrariamente tra vivere o morire. In questa decisione, infatti, solo il Creatore è il padrone assoluto, nel quale viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28). Il Papa sosteneva comunque “operazioni e iniziative per l’assistenza ai malati gravi, ai malati mentali cronici e ai morenti”, ma affermava anche che sia l’eutanasia che il suicidio assistito sono “una grave violazione della legge di Dio”.

In un altro discorso tenuto da Papa Giovanni Paolo II ai partecipanti del VII Congresso della Società Internazionale di Oncologia Ginecologica, il 30 settembre 1999, il Papa polacco avvisava il personale sanitario dal pericolo “di condividere l’intenzione suicida di un altro e aiutarlo a portare avanti ,attraverso il cosiddetto suicidio assistito, ciò significa farsi collaboratore, e talvolta autore in prima persona, di un’ingiustizia che non è mai giustificata, neppure quando richiesta” (ibid. , 66). ” Né può essere sostenuta o giustificata la cosiddetta ‘autodeterminazione’ del morente, quando ciò significa appunto che un medico contribuisce a sopprimere la vita, che è il fondamento stesso di ogni atto libero e responsabile”.

Si potrebbero qui citare innumerevoli documenti dello stesso tenore. Ma poiché si presume che i fondamenti della Chiesa (probabilmente anche ciò che Cristo ha detto) possano evolvere in una dinamica di “arricchimento reciproco” nel dialogo, c’è poco da aggiungere: la domanda è se sei sulla stessa barca. (SMC)

 

(1) Congregazione per la Dottrina della Fede Documenta – Documenti pubblicati dal Concilio Vaticano II ad oggi. Edizioni di parole. Madrid. 2007.

 

Con informazioni tratte da Infocatólica

 

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