Nasce all’Eur, la “Casa di Heidi” per i senza fissa dimora
Heidi era una senza tetto morta nel 2000 a causa del freddo. La struttura ha preso il nome in suo ricordo.
Rita Sberna (25.11.2020 13:10, Gaudium Press) Heidi, era una donna senza tetto morta nel 2000 a causa del freddo, la struttura che è nata all’Eur (una zona residenziale di Roma) ha preso il suo nome per darle ricordo, la casa offre un sostegno, un tetto e un’assistenza ai senza fissa dimora.
E’ stata inaugurata il 15 novembre, in occasione della “Giornata mondiale dei poveri”, la struttura ha coinvolto una vasta rete di collaborazione tra la Comunità di Sant’Egidio, la Caritas parrocchiali della XXIV prefettura e il municipio.
Resterà aperta fino al 30 aprile, tutte le sere dalle ore 19:30 fino alle 8 del mattino.
La responsabile Barbara Cannelli spiega a Romasette: «Il progetto, che va avanti da più di 10 anni, ha inteso rispondere alla necessità di strutture che offrissero ricovero ai tanti invisibili che gravitavano nella zona sud della Capitale. Una situazione di massima priorità che ci ha spinti, già da due anni, ad aprire anche nel periodo estivo, in particolare nei mesi di luglio e agosto quando le temperature diventano molto alte. Per noi è fondamentale scongiurare il rischio di mortalità».
I locali dell’ex scuola di via Comisso all’Eur
«Gli ambienti sono piuttosto spaziosi: ci sono diverse stanze, due bagni con servizio doccia e un’area esterna sotto a un portico – dichiara la responsabile a Romasette -. Abbiamo lavorato molto per rendere questi spazi più familiari possibili». Un impegno costante a favore dei più fragili che vede protagonisti moltissimi volontari, parrocchiani e giovani, animati dal desiderio di offrire vicinanza e aiuti concreti. «La fornitura dei pasti caldi e della colazione – riferisce il diacono permanente Mimmo di Biase, che coordina le parrocchie della prefettura – viene assicurata e garantita a turno dalla Comunità e dalle undici realtà parrocchiali coinvolte. Non solo: ciascun gruppo provvede anche a tutto il necessario per il pernottamento: coperte, lenzuola, saponi, detersivi e igienizzanti».
Visto il tempo di pandemia che stiamo vivendo, si è stati costretti nella “Casa di Heidi” a scaglionare gli spazi della struttura per renderle a norma in base alle regole anti – contagio.
La responsabile inoltre afferma che ogni utente prima di accedere alla struttura dovrà fare un tampone che periodicamente ripeterà.
I volontari che al momento, la sera portano da mangiare dando ai poveri delle monoporzioni sigillate sono cinque.
La “casa di Heidi” oltre a dare un tetto e un letto caldo, vuole aiutare a reinserire i senza fissa dimora, in un contesto sociale e nella propria comunità di appartenenza.
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