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Nicaragua: ma è ora di scomunicare il dittatore Ortega?

Giungono notizie secondo cui il regime di Ortega proibisce di nominare il vescovo di Matagalpa durante le Messe e arresta i sacerdoti che lo fanno.

 

 

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Daniel Ortega

Foto: Wikimedia Commons

Redazione (25/02/2023 12:53, Gaudium Press) La Fundación Ayuda a la Iglesia que Sufre (ACN) riferisce che la dittatura nicaraguense sta arrestando e ammonendo i sacerdoti che menzionano nelle loro celebrazioni, il vescovo perseguitato di Matagalpa, monsignor Rolando Álvarez.

“Almeno due sacerdoti sono stati arrestati a Madriz e Nueva Segovia per aver menzionato o pregato per il vescovo durante le loro celebrazioni domenicali”, riferisce ACN e aggiunge che menzionare il vescovo di Matagalpa nelle liturgie, anche per fare semplicemente  una preghiera per le sue intenzioni, è diventata “un’attività proibita” nella sofferente nazione centroamericana.

Ma la furia di Ortega non è diretta solo contro i vescovi o i sacerdoti, ma ora si rivolge contro l’istituzione stessa del Papato.

Il 21 febbraio, El País ha riportato gli improperi che il dittatore sandinista ha rivolto quello stesso pomeriggio, contro i vertici della Chiesa, dalla televisione nazionale, durante una cerimonia in memoria di Sandino. Ortega, in veste di storico, ha affermato che “il papato aveva dato tutto il suo appoggio a Mussolini, alleato di Hitler”.

“I vescovi, i sacerdoti, i papi sono una mafia. Guardate quanti crimini hanno commesso. Crimini commessi in campo finanziario, per avere regolamenti assurdi e aver sottratto milioni di euro. Noi sopportiamo questi orrori da coloro che si presentano come santi”, si è espresso così il dittatore.

Dalle sue dichiarazioni, in questa occasione, non ha escluso neanche l’attuale Papa, al contrario dei precedenti tentativi di mostrarsi in sintonia con Francesco.

Siamo davanti ad un tiranno furioso, violentemente arroccato al potere, che perseguita non solo i suoi avversari politici ma chiunque osi sollevare obiezioni contro i suoi editti. Lui che ha già espulso dal suo Paese un nunzio (Mons. Sommertag), un vescovo (Mons. Baez), le dolci e benevole Piccole Sorelle di Madre Teresa, che imprigiona un vescovo e deporta sacerdoti senza alcuna giustificazione, che denigra ripetutamente la Chiesa e diffonde calunnie sulla sua storia abusando del suo potere. E ora vuole determinare cosa la Chiesa può e non può pregare e per chi può pregare nelle sue liturgie: non è forse giunto il momento di dichiarare la scomunica per uno  che si presenta ancora come cristiano-cattolico?

Alcuni canoni

Il canone 1370 del Codice di diritto canonico stabilisce infatti che chi attenta fisicamente “contro coloro che hanno carattere episcopale, incorre in un interdetto latae sententiae”, e chi “usa violenza fisica contro un altro chierico o religioso, in disprezzo della fede, della Chiesa, dell’autorità ecclesiastica o del ministero, deve essere punito con una giusta pena”.

Il canone 1373 stabilisce inoltre che “chiunque pubblicamente suscita l’avversione o l’odio dei suoi sudditi contro la Sede Apostolica o l’Ordinario, in occasione di qualche atto della potestà ecclesiastica o del ministero, o induce i suoi sudditi a disobbedire, sia punito con l’interdetto o con altre giuste sanzioni”.

All’obiezione che una dichiarazione di scomunica renderebbe ancora più dura la persecuzione della Chiesa in Nicaragua, molti stanno già rispondendo che se Ortega non l’ha perseguitata più duramente, è per paura del vivace cattolicesimo ancora presente tra la popolazione, e che invece, una dichiarazione di scomunica aprirebbe gli occhi a quei cattolici che hanno ancora dei dubbi o  che vogliono scendere a compromessi egoistici con un regime che perseguita la Chiesa. La questione è ormai frequentemente in discussione.  (SCM)

 

 

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