Papa Francesco “La vecchiaia può imparare dalla saggezza ironica di Qoelet”
La catechesi che il Santo Padre ha fatto questa mattina è incentrata sul libro del Qoelet: la notte incerta del senso e delle cose della vita.
Rita Sberna (25.05.2022 09:46, Gaudium Press) Oggi il Santo Padre si è confrontato con il libro del Qoelet ed ha proseguito con le riflessioni sulla vecchiaia. Il Qoelet è un libro molto breve ma abbastanza chiaro nel suo messaggio che dice: «Tutto è vanità», tutto è “nebbia”, “fumo”, “vuoto”.
Il Pontefice a tal proposito afferma:”In realtà, la continua oscillazione di Qoelet tra senso e non-senso è la rappresentazione ironica di una conoscenza della vita che si distacca dalla passione per la giustizia, della quale è garante il giudizio di Dio. E la conclusione del Libro indica la via d’uscita dalla prova: «Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché qui sta tutto l’uomo”.
La via dell’indifferenza può apparire anche a noi l’unico rimedio ad una dolorosa disillusione
Francesco: “Sorgono in noi domande come queste: I nostri sforzi hanno forse cambiato il mondo? Qualcuno è forse capace di far valere la differenza del giusto e dell’ingiusto?”. Il Papa ponendo queste domande vuol far notare che la vecchiaia, rende quasi inevitabile l’appuntamento con il disincanto.
“Se gli anziani, che hanno ormai visto di tutto, conservano intatta la loro passione per la giustizia, allora c’è speranza per l’amore, e anche per la fede” – dice Francesco.
Il Qoelet, con la sua ironia, smaschera la tentazione di “un delirio di onniscienza”
Qui il Pontefice fa un riferimento al peccato dell’accidia: “I monaci della più antica tradizione cristiana avevano identificato con precisione questa malattia dell’anima, che improvvisamente scopre la vanità della conoscenza senza fede e senza morale, l’illusione della verità senza giustizia. La chiamavano “accidia”. Non è semplicemente la pigrizia. Non è semplicemente la depressione. Piuttosto, è la resa alla conoscenza del mondo senza più passione per la giustizia e per l’azione conseguente.”
Il vuoto di senso e di forze aperto da questo sapere apre la porta all’aggressività delle forze del male
Il Pontefice fa un rimprovero: “Con tutto il nostro progresso e il nostro benessere, siamo davvero diventati “società della stanchezza”. Dovevamo produrre benessere diffuso e tolleriamo un mercato scientificamente selettivo della salute. Dovevamo porre un limite invalicabile alla pace, e vediamo susseguirsi guerre sempre più spietate verso le persone inermi. La scienza progredisce, naturalmente, ed è un bene. Ma la sapienza della vita è tutt’altra cosa, e sembra in stallo.”
Continua – “Infine, questa ragione an-affettiva e ir-responsabile toglie senso ed energie anche alla conoscenza della verità. Non è un caso che la nostra sia la stagione delle fake news, delle superstizioni collettive e delle verità pseudo-scientifiche. La vecchiaia può imparare dalla saggezza ironica di Qoelet l’arte di portare alla luce l’inganno nascosto nel delirio di una verità della mente priva di affetti per la giustizia. Gli anziani ricchi di saggezza e di umorismo fanno tanto bene ai giovani! Li salvano dalla tentazione di una conoscenza del mondo triste e priva di sapienza della vita. E li riportano alla promessa di Gesù: «Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati” (Mt 5,6).
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