Papa Francesco “Pasqua è la festa di Dio e dell’uomo, portiamo la Pace con le armi del Vangelo”
L’udienza di Papa Francesco questa mattina si è svolta in Aula Paolo VI, il Papa ha incontrato i pellegrini provenienti da tutte le parti del mondo. La riflessione del Papa è stata incentrata sul tema: la Pace di Pasqua!
Rita Sberna (13.04.2022 10:23, Gaudium Press) Il Papa ha iniziato l’udienza ricordando l’importanza delle due domeniche che stiamo vivendo: domenica scorsa, la domenica delle Palme in cui si ricorda l’entrata di Gesù a Gerusalemme e la domenica che vivremo tra qualche giorno ovvero quella di Pasqua dove si festeggia la Resurrezione di Gesù.
Il Papa ha fatto una riflessione incentrata sulla pace che Gesù porta attraverso la mansuetudine e la mitezza, evidenziando il fatto che il modo di fare di Gesù, di Dio è diverso da quello del mondo.
La pace del Signore segue la via della mitezza e della croce
Gesù per entrare a Gerusalemme sceglie un puledro sul quale non era mai salito nessuno.
Infatti Gesù ai suoi discepoli prima di Pasqua dirà: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi» (Gv 14,27).
“La pace che Gesù ci dà a Pasqua non è la pace che segue le strategie del mondo, il quale crede di ottenerla attraverso la forza, con le conquiste e con varie forme di imposizione. Questa pace, in realtà, è solo un intervallo tra le guerre. La pace del Signore segue la via della mitezza e della croce: è farsi carico degli altri. Cristo, infatti, ha preso su di sé il nostro male, il nostro peccato e la nostra morte. Così ci ha liberati. La sua pace non è frutto di qualche compromesso, ma nasce dal dono di sé. Questa pace mite e coraggiosa, però, è difficile da accogliere. Infatti, la folla che osannava Gesù è la stessa che dopo pochi giorni grida “Crocifiggilo” e, impaurita e delusa, non muove un dito per Lui” – afferma il Pontefice.
La leggenda del Grande Inquisitore
Il Papa ha anche raccontato una storia di Dostoevskij, la cosiddetta Leggenda del Grande Inquisitore.
Si narra di Gesù che, dopo vari secoli, torna sulla Terra. Subito è accolto dalla folla festante, che lo riconosce e lo acclama. Ma poi viene arrestato dall’Inquisitore, che rappresenta la logica mondana. Questi lo interroga e lo critica ferocemente. Il motivo finale del rimprovero è che Cristo, pur potendo, non ha mai voluto diventare Cesare, il più grande re di questo mondo, preferendo lasciare libero l’uomo anziché soggiogarlo e risolverne i problemi con la forza. Avrebbe potuto stabilire la pace nel mondo, piegando il cuore libero ma precario dell’uomo in forza di un potere superiore, ma non ha voluto. «Tu – dice l’Inquisitore a Gesù –, accettando il mondo e la porpora dei Cesari, avresti fondato il regno universale e dato la pace universale» (I fratelli Karamazov, Milano 2012, 345); e con sentenza sferzante conclude: «Se c’è qualcuno che ha meritato più di tutti il nostro rogo, sei proprio Tu» (348). “Ecco l’inganno che si ripete nella storia, la tentazione di una pace falsa, basata sul potere, che poi conduce all’odio e al tradimento di Dio” – dice Francesco. Alla fine, l’Inquisitore vorrebbe che Gesù «gli dicesse qualche cosa, magari anche qualche cosa di amaro, di terribile». Ma Cristo reagisce con un gesto dolce e concreto: «gli si avvicina in silenzio, e lo bacia dolcemente sulle vecchie labbra esangui» conclude il Papa.
Le armi del Vangelo che portano la Pace
Ovviamente il Pontefice ha sempre fatto riferimento ai giorni che stiamo vivendo in cui la pace è minacciata da una guerra spietata ed ha invitato ad armarsi con le armi del Vangelo che sono: la preghiera, la tenerezza, il perdono e l’amore gratuito al prossimo, a ogni prossimo.
“È così che si porta la pace di Dio nel mondo. Ecco perché l’aggressione armata di questi giorni, come ogni guerra, rappresenta un oltraggio a Dio, un tradimento blasfemo del Signore della Pasqua, un preferire al suo volto mite quello del falso dio di questo mondo” dice Papa Francesco.
“Gesù, prima della sua ultima Pasqua, disse ai suoi: «Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore” (Gv 14,27) aggiunge il Papa.
Pasqua è allora la vera festa di Dio e dell’uomo, perché la pace, che Cristo ha conquistato sulla croce nel dono di sé, viene distribuita a noi
Ed infine Francesco conclude l’udienza con queste parole: “Pasqua significa “passaggio”. È, soprattutto quest’anno, l’occasione benedetta per passare dal dio mondano al Dio cristiano, dall’avidità che ci portiamo dentro alla carità che ci fa liberi, dall’attesa di una pace portata con la forza all’impegno di testimoniare concretamente la pace di Gesù. Mettiamoci davanti al Crocifisso, sorgente della nostra pace, e chiediamogli la pace del cuore e la pace nel mondo.”
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