Passerella sul ponte di Castel Sant’Angelo per sfilata di moda?
Dolce & Gabbana hanno trasformato Ponte Sant’Angelo in una passerella, con una sfilata di moda ispirata alle vesti liturgiche tradizionali della Chiesa cattolica. Molti si chiedono se sia appropriato utilizzare simboli cattolici per scopi profani.
Redazione (27/07/2025 11:27, Gaudium Press) In una presunta processione, quaranta figuranti vestiti da cardinali preceduti da “accoliti” che portavano turiboli con incenso, candele, ombrelli e flabelli hanno aperto l’ultima sfilata di Dolce & Gabbana sul ponte storico nel cuore di Roma. I “cardinali” hanno sfilato accanto a modelli professionisti, trasformando Ponte Sant’Angelo in una passerella.
I designers Domenico Dolce e Stefano Gabbana, che dicono di essere cresciuti in famiglie cattoliche, ricorrono spesso alla religione nei loro modelli, e questa sfilata non ha fatto eccezione. La loro collezione più recente si è ispirata alle tradizioni cattoliche, in una grottesca imitazione, in una prospettiva di alta moda. Alcuni capi ricordavano il look classico dell’abbigliamento clericale – semplici tuniche di lino bianco immacolato – mentre altri erano molto più elaborati, tra cui abiti adornati con croci tempestate di gioielli e lunghi mantelli con particolari in cristallo.
Sono stati tre giorni di sfilate nella Città Eterna, “un omaggio alla sartoria clericale”. Le immagini della passerella dell’ultimo giorno, il 15 luglio, mostrava modelli con chiari riferimenti agli abiti liturgici cattolici tradizionali, tra cui camicie bianche di pizzo simili alla casula di un prete o al soprabito indossato dagli accoliti. Sebbene molti dei 106 modelli fossero tutti bianchi o tutti neri, alcuni presentavano il verde, il rosso e il viola, colori utilizzati dalla Chiesa per indicare diversi periodi liturgici.
Tuttavia, molti si chiedono se sia appropriato utilizzare simboli cattolici per scopi profani. Il Catechismo della Chiesa Cattolica classifica come sacrilegio l’uso improprio di oggetti sacri al di fuori del loro scopo religioso.
Lo studente di teologia Nicola Camporiondo non ha apprezzato la sfilata di moda, commentando la story su Instagram per i suoi 12.800 follower. Il diciannovenne, originario di Vicenza, ha detto alla CNA di trovare l’uso dello stile ecclesiastico da parte di Dolce & Gabbana una “usurpazione” di un patrimonio spirituale e liturgico a fini di intrattenimento e “una semplice commercializzazione del sacro”.
Altri utenti hanno scritto su X: “Inappropriato e blasfemo. La cristianità non è un catalogo di moda e shopping. È un degrado e un attacco alla cristianità”.
“Attaccare il sacro è tutto quello che sanno fare!!!”.
“Le vesti liturgiche non sono costumi di carnevale. Vergognatevi di applaudire una tale caricatura”.
“Incredibile. Per ravvivare le vocazioni? Questo non ha nulla a che vedere con il sacerdozio. Cosa ne pensa il Papa?”.
lascia il tuo commento