Perché Dio “permette” la tentazione nella vita dell’uomo?
Dio ci vuole guidare nella retta via, per questo ha istituito un sacramento collegato alla Sua conoscenza di noi.
Rita Sberna (06.02.2021 14:08, Gaudium Press) Gesù sa benissimo che nonostante il Battesimo ricevuto, nella natura umana rimane comunque l’inclinazione al male, per questo attraverso il Vangelo che è Parola di Vita vera e viva, ci ricorda: “Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”.
C’è un collegamento tra il peccato e l’inerzia dell’uomo. Non esiste virtù senza lotta e non esiste salvezza senza violentare se stessi, contro la natura corrotta e contaminata. L’apostolo infatti ci ricorda: “Il regno dei cieli è preso a forza e i violenti se ne impadroniscono” (Mt 11, 12).
Dobbiamo prendere coscienza della nostra condizione per poterla migliorare mediante la messa in pratica delle virtù cristiane.
Conoscere se stessi è fondamentale per vincere le tentazioni del male, anche se è un compito difficile ma proprio da questo dipende la salvezza di ognuno di noi.
Perché Dio allora permette che siamo tentati?
L’anima che desidera la virtù è sempre in lotta, è come un soldato che nel campo di battaglia è soggetto a cadute e ferite ma queste non significano necessariamente una sconfitta.
Non avremmo nessun merito se la nostra fedeltà a Dio non venisse messa alla prova. Ecco a cosa serve la tentazione ed ecco perché Dio la permette.
San Tommaso ci ricorda che la tentazione è opera del demonio e secondo il santo si verifica per altri tre motivi:
- Per reprimere la superbia: “E perché io non avessi a insuperbire per l’eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca” (2 Corinzi 12, 7);
- “Perché i cristiani diventino più forti, come i soldati tornano più forti dalla guerra”;
- “Perché riconoscano la loro dignità, perché quando il Diavolo assale qualcuno questo è motivo d’onore, visto che il suo obiettivo sono i santi”.
Cosa fare quando si cade nel peccato?
Non a caso Dio ha istituito il sacramento della riconciliazione, proprio per dare all’uomo contrito e pentito dei propri peccati, la possibilità di chiedere perdono personalmente a Dio e di ricevere tutta la sua misericordia con il proposito da parte del penitente di non cadere più nei peccati passati.
La confessione va fatta in piena coscienza e consapevolezza dei peccati commessi contro Dio e con un sincero pentimento. Su questo la Chiesa è abbastanza chiara!
“Vi dico che, allo stesso modo, ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento” (Luca 15, 7).
“Il confessarsi spesso è cosa ottima, perché il sacramento della Penitenza, oltre al cancellare i peccati dà le grazie opportune per evitarli in futuro”. (Catechismo di San Pio X)
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