«Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?»
04 SETTEMBRE 2021
SABATO DELLA XXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)
Santa Rosalia, Vergine, Eremita di Palermo
Lc 6,1-5
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
Commento:
Nostro Signore si dichiara Signore del Sabato. Lo è anche per noi?
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La signoria di Gesù è assoluta, perfino il riposo sabatino – sacro nella legge antica – era sottoposto alla sua autorità, poiché era il Figlio Unigenito, pieno di grazia e di santità.
Gesù è pertanto Signore e con ciò si vuole dire che è la sorgente di ogni potere sulla terra. Tutti, perfino il Papa, gli sono sottoposti e gli debbono obbedienza.
Molti uomini, però, dimenticano la signoria di Gesù, la sua sovranità e regalità e lo giudicano come se fosse uno di noi. Quanti giudizi ingiusti ascoltiamo quotidianamente sul suo operato provvidenziale!
In tanti vivono come se Gesù non esistesse, o almeno, non rappresentasse nulla di importante per loro. Tuttavia, al momento di una disgrazia, la colpa ce l’ha sicuramente Lui! Gesù viene così giudicato con assoluto rigore da povere e semplici creature, che davanti alla sua potenza sono meno di una formica…
Si ripete la stessa mancanza di pudore con cui i farisei biasimavano il Signore, il Re, il Potente, il Figlio di Dio. Se ricordassimo la sua signoria, invece e pieni di timore sapessimo capire i disegni di sapienza e di amore che si nascondono anche dietro circostanze apparentemente drammatiche, come sarebbe diversa la nostra vita! Avremmo colto il suo senso più profondo, come fecero i santi.
Pensiamo a Chiara Corbella che vide la morte colpire per ben due volte i frutti del suo grembo, e infine anche lei stessa. Apparentemente era un’abbandonata da Dio. Oggi, con occhi di fede, in tanti la consideriamo una santa (senza voler precedere il giudizio della Chiesa), un’anima prescelta per manifestare la misericordia del Signore. Lei capì la signoria di Gesù, se ne lasciò guidare con umiltà, affrontò disegni spaventosi con totale fiducia e oggi è aureolata tra i grandi santi, ci conforta col suo amore fraterno e ci illumina con l’esempio.
Non perdiamo di vista la signoria di Dio, la signoria di Gesù.
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