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Perché Gesù è nato a Betlemme?

 Tutto ciò che è accaduto al Verbo di Dio incarnato, nostro Signore Gesù Cristo, ha un’altissima ragione di saggezza, compreso il fatto che sia nato in una fredda grotta di Betlemme

nascimento de Cristo por Michael Rieser – Palacio Dorotheum Viena Foto Reproducao 1 418x420 1

Redazione (24/12/2023 16:39, Gaudium Press) A causa di criteri distorti, è comune trovare persone per le quali l’idea di superiorità significa portare i segni del potere e/o della fama, non mancare di beni materiali, insomma ricevere quotidianamente il “sorriso della fortuna”.

Tuttavia, proprio per uscire da questa mentalità, il Salvatore del mondo, “dal quale e per il quale tutte le cose sono state fatte” (cfr. Col 1,16) ha voluto iniziare la sua vita su questa terra nascendo in una grotta, adagiato in una mangiatoia e avvolto in fasce.

San Giovanni stesso scrive nel prologo del suo Vangelo che il Verbo “venne a quelli che erano i suoi e i suoi non lo accolsero” (Gv 1,11), e a causa di questa mancanza di accoglienza, il Bambino di Dio dovette nascere nascosto e rifiutato nella piccola città di Betlemme. “Disastro!” – pensano i superficiali; “Meraviglioso!” – gridano gli uomini di fede.

In effetti, come dice il proverbio, “Dio scrive dritto su righe dritte; siamo noi che le vediamo storte…”.

Tutto ciò che Dio fa ha una ragione d’essere. Pertanto, tutti gli eventi della vita di Nostro Signore sono stati il risultato di un’immensa – o, per essere più precisi, divina Sapienza. Un esempio eclatante e sublime di questa verità è la stessa nascita del Bambino Gesù, narrata più dettagliatamente da San Luca (cfr. 2, 1-20), le cui circostanze, a prima vista incompatibili con la nascita di un Dio, furono permesse dalla Divina Provvidenza.

Ora, come possiamo discernere una tale perfezione nella nascita di Gesù Cristo? San Tommaso d’Aquino spiega: “Cristo volle nascere a Betlemme per due motivi. In primo luogo, perché “è della stirpe di Davide secondo la carne” (Rm 1,3), come si legge nella Lettera ai Romani. Per questo ha voluto nascere a Betlemme, dove era nato anche Davide, affinché il compimento della promessa fatta a lui apparisse dal luogo stesso della sua nascita. Questo è ciò che mostra l’Evangelista quando dice: “Perché era della casa e della famiglia di Davide” (Lc 2,4). E in secondo luogo perché, come dice Gregorio: “Betlemme significa “casa del pane”. E Cristo stesso dice: ‘Io sono il pane vivo disceso dal cielo'”[1].

Se guardiamo per un momento al primo libro di Samuele, vedremo il celebre episodio della scelta e dell’unzione del re Davide. Quando il Signore vide che Samuele era infuriato con Saul a causa dei suoi peccati, gli parlò e gli ordinò di andare a Betlemme: “Riempi d’olio il tuo corno e va’; ti mando da Iesse di Betlemme, perché ho scelto un re tra i suoi figli; tu ungerai per me colui che manderò” (cfr. 2 Sam 16:1, 3).

Conosciamo già la storia. Ma tra i dettagli della storia, un elemento molto simbolico è che, tra tutti i figli di Iesse, il prescelto era l’unico che pasceva le pecore di suo padre: “Davide proviene dalle pecore che pasce ed è fatto pastore d’Israele” (cfr. 2 Sam 5:2). Il profeta Michea, invece, guarda a un futuro lontano e annuncia che colui che un giorno avrebbe pascolato il popolo d’Israele sarebbe uscito da Betlemme (cfr. Mic 5,1-3): Gesù è nato tra i pastori; è il grande Pastore degli uomini (1 Pt 2,25; Eb 13,20)”[2]

Perché non a Gerusalemme?

D’altra parte, non dobbiamo dimenticare che la città per eccellenza del popolo eletto era Gerusalemme. Lì c’era il Tempio, la casa di Dio. Nel libro del profeta Isaia troviamo un curioso passo che, in apparenza, potrebbe sembrare confutare l’argomentazione di San Tommaso sul fatto che Cristo sarebbe dovuto nascere a Betlemme. Lo stesso Dottore Angelico ricorda questo passo come obiezione: “La legge verrà da Sion e la parola di Dio da Gerusalemme”. Cristo è la vera Parola di Dio. Perciò doveva venire al mondo a Gerusalemme[3].

Al che egli stesso risponde: “Bisogna dire che Davide nacque a Betlemme, ma scelse Gerusalemme come sede del suo regno e vi costruì il Tempio di Dio. Così, Gerusalemme doveva essere sia la città regale che quella sacerdotale. Ma il sacerdozio e il regno di Cristo si sono realizzati soprattutto nella sua Passione. Per questo era giusto che scegliesse Betlemme per la sua nascita e Gerusalemme per la sua Passione.

“Inoltre, in questo modo ha smascherato la gloria degli uomini che si vantano di essere nati in città famose, dove vogliono soprattutto essere onorati. Cristo, invece, ha voluto nascere in una città senza nome e subire l’obbrobrio in una città famosa”[4].

Infine, da tali insegnamenti deriva un’eminente lezione, trasmessa da San Paolo: “Ciò che è stolto nel mondo, Dio l’ha scelto per confondere i sapienti; e ciò che è debole nel mondo, Dio l’ha scelto per confondere i forti; e ciò che è ignobile e spregevole nel mondo, Dio l’ha scelto, oltre alle cose che non sono nulla, per distruggere quelle che sono” (1 Cor 27-28).

 

Di João Pedro Serafim

 

 

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