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Perché il Natale si celebra il 25 dicembre?

In molti hanno cercato di chiarire il motivo per cui si festeggia la nascita di Nostro Signore Gesù Cristo il 25 dicembre. È questa la data effettiva in cui è avvenuto tale evento?

presepio arautos

Foto: Leandro da Silva de Souza

Redazione (24/12/2025 13:55, Gaudium Press) È stata la nascita di un Bambino, un episodio apparentemente insignificante e all’epoca sconosciuto alla quasi totalità delle persone, a segnare l’umanità per sempre. In realtà, ad eccezione della Passione, è impossibile immaginare un fatto così grandioso come la nascita di Nostro Signore Gesù Cristo, il Dio che, per amore nostro e per redimerci, ha voluto farsi Uomo.

Pertanto, non è uno sforzo sterile o irrilevante delimitare, per quanto possibile, quando si è verificato questo momento cruciale, che San Paolo colloca nella «pienezza dei tempi» (Gal 4, 4). Invitiamo quindi il lettore a intraprendere questi percorsi delicati, ma interessantissimi, avvolti nella nebbia del mistero e persi nella notte dei secoli…

L’anno della nascita di Nostro Signore Gesù Cristo

Abituati a collocarci nel ventunesimo secolo dopo Cristo, ci risulta difficile pensare a un calendario che non abbia come origine la nascita del Salvatore. Tuttavia, questo riferimento è entrato nell’uso comune progressivamente, durante il Medioevo.

Fu solo nel VI secolo che il monaco Dionigi pensò di calcolare la data presumibile della nascita del Divino Infante. Il religioso giunse alla conclusione che l’avvento di Nostro Signore fosse avvenuto nell’anno 753 dalla fondazione di Roma e fece corrispondere l’anno 754 all’anno 1 dell’era cristiana, senza includere, quindi, un “anno zero”.

Pur non essendo immediatamente nota a tutti, questa nuova forma di misurazione del tempo si diffuse in tutta la cristianità, fino a diventare il calendario più diffuso e utilizzato al mondo, rispetto ad altri calendari dell’epoca, come quello ebraico o quello cinese.

Purtroppo, il calcolo elaborato da Dionigi presentava una piccola imprecisione, forse dovuta a un errore nel conteggio degli anni di governo di un imperatore. Infatti, nel Vangelo si dice che Nostro Signore nacque durante il regno di Erode, che ordinò l’uccisione dei Santi Innocenti per eliminare insieme a loro anche il Messia (cfr. Lc 1, 5; Mt 2, 1.13-18). Si sa, tuttavia, che questo monarca morì nella primavera dell’anno 750 dalla fondazione di Roma. Pertanto, la nascita di Gesù dovrebbe essere avvenuta almeno quattro anni prima di Cristo…

Un secondo dato fornito dai Vangeli è che Nostro Signore venne al mondo al tempo di Cesare Augusto, il quale ordinò un censimento quando Quirino governava la Siria (cfr. Lc 2, 1-2). Su questo dettaglio ci sono discussioni tra gli studiosi, ma si può perfettamente sostenere che il censimento sia avvenuto tra l’8 e il 6 a.C. Pertanto, speriamo di non deludere la devozione di qualche lettore affermando che la data più probabile per la nascita di Nostro Signore sia situata tra l’8 e il 4 a.C.

Perché il 25 dicembre?

E per quanto riguarda il 25 dicembre? C’è qualche ragione storica che giustifichi la scelta di questo giorno per la celebrazione del Natale?

La risposta non è facile. Innanzitutto, sembrerebbe che la data non avesse molta importanza tra i primi cristiani, poiché questi non celebravano i compleanni. Per loro, il “dies natalis” – il vero compleanno – era il giorno della morte, occasione in cui la persona chiudeva gli occhi a questa vita e li apriva al Cielo. Troviamo un riflesso di tale usanza nella Liturgia, che, nella maggior parte dei casi, celebra le memorie e le feste dei Santi nella data della loro morte.

Questo, però – lo ripetiamo – avviene nella maggior parte dei casi, ma non in tutti. Ci sono alcune nascite che, per la loro eccellenza, vengono commemorate nella Chiesa: quella di San Giovanni Battista, poiché nacque già puro dal peccato originale, quella della Madonna, Immacolata fin dal suo concepimento, e – come non potrebbe essere altrimenti – quella di Nostro Signore Gesù Cristo.

Inoltre, la Chiesa non celebra il Natale come un semplice ricordo di ciò che è accaduto più di duemila anni fa, non si tratta di un semplice anniversario. Attraverso la Liturgia, il Corpo Mistico di Cristo continua la vita sacerdotale del suo Capo, rivivendo i misteri che allora si compirono, rendendoli presenti e potendo partecipare alle stesse grazie ricevute da coloro che erano nella Grotta di Betlemme, come la Madonna, San Giuseppe o i pastori. Gesù rinasce ogni anno nel cuore dei fedeli.

In ogni caso, sebbene sia difficile affermare che la festa non fosse celebrata in qualche modo fin dall’inizio del Cristianesimo, i riferimenti al 25 dicembre come data della Solennità del Natale sono piuttosto scarsi fino al IV secolo e presentano una certa difficoltà per gli storici. In mancanza di documenti, cominciarono a sorgere delle ipotesi.

La teoria della festa del sol invictus

Una spiegazione piuttosto diffusa è che questa data corrispondesse a una festa pagana esistente a Roma: il giorno del sol invictus (sole invitto), istituito dall’imperatore Aureliano nel 274 d.C. Il Natale di Nostro Signore, vero “Sole di Giustizia” (Mal 3, 20), sarebbe stato assimilato alla festa del falso dio, con l’intento di eliminarla.

Questa spiegazione, tuttavia, non soddisfa tutti per diversi motivi. Analizzando la psicologia dei cristiani di quel periodo, viene da chiedersi: avrebbero davvero sminuito una festa così sublime, inserendola in una festività pagana? Essendo stati recentemente perseguitati dai romani e preferendo versare il proprio sangue piuttosto che bruciare un po’ d’incenso agli idoli, avrebbero acconsentito a prendere quella data per la solennità del Natale? Questi e altri motivi hanno portato autori come il cardinale Ratzinger, futuro papa Benedetto XVI, ad affermare che «oggi risultano insostenibili le antiche teorie secondo cui il 25 dicembre sarebbe nato a Roma in contrapposizione al mito di Mitra, o anche come reazione cristiana al culto del sole invitto».

La perfezione del simbolismo

Secondo una tradizione antichissima, la creazione del mondo sarebbe iniziata il 25 marzo, data che i primi cristiani ritenevano dovesse coincidere con quella della nuova creazione, cioè la morte di Nostro Signore sul Calvario. Ora, secondo loro, era opportuno che Cristo trascorresse su questa terra un numero esatto di anni. Per questo motivo, non solo la sua Passione, ma anche il suo concepimento dovevano essere avvenuti il 25 marzo. Aggiungendo a ciò i nove mesi di gestazione – altrettanto esatti, trattandosi della gravidanza perfetta di Maria – si giunse alla conclusione che il Natale sarebbe avvenuto il 25 dicembre.

Sostenendo che questa tradizione fosse diffusa tra i fedeli anche prima dell’ascesa dell’imperatore Aureliano, Ratzinger e gli altri autori che condividono la stessa opinione misero in discussione la teoria del sol invictus.

Tuttavia, storicamente, questo è sufficiente per affermare con certezza che Gesù Cristo è nato il 25 dicembre? Forse abbiamo bisogno di ulteriori dati.

Il concepimento di San Giovanni Battista

Un’altra corrente di pensiero calcola il periodo in cui sarebbe nato il Salvatore sulla base dei Vangeli. I quattro agiografi, tuttavia, non suggeriscono alcuna data specifica per l’avvento del Messia. Quello che sappiamo dai loro scritti è che, nel momento sublime dell’Annunciazione a Nostra Signora – e di conseguenza della sua fecondazione verginale -, l’arcangelo San Gabriele fece riferimento allo stato di sua cugina Santa Elisabetta. Quest’ultima aveva concepito un figlio ed era già al sesto mese di gravidanza, nonostante fosse considerata sterile da tutti (cfr. Lc 1, 36). Nove mesi dopo sarebbe nato il Salvatore.

Ora, calcolando il periodo che va dal concepimento di San Giovanni Battista – sei mesi prima dellAnnunciazione – al Natale di Nostro Signore – nove mesi dopo l’Annunciazione –, otterremo un totale di quindici mesi. In altre parole, il Precursore fu concepito un anno e tre mesi prima della nascita di Gesù. Se scoprissimo con esattezza la data in cui Santa Elisabetta rimase incinta, sarebbe facile definire quella della nascita di Cristo. Tuttavia, come trovare il giorno del concepimento del Battista?

Sebbene Elisabetta e suo marito desiderassero una discendenza, ciò era loro impossibile a causa della sterilità e dell’età avanzata di entrambi. Un giorno, però, mentre Zaccaria «svolgeva il suo ministero sacerdotale davanti a Dio, secondo l’ordine della sua classe, gli toccò per sorte, secondo l’usanza in vigore tra i sacerdoti, entrare nel Santuario del Signore e offrirvi l’incenso» (Lc 1, 8-9). In quell’occasione, l’Angelo del Signore gli apparve per comunicargli che le loro preghiere erano state esaudite: sua moglie avrebbe avuto un figlio.

È noto che i sacerdoti si alternavano nel servizio del Tempio, in gruppi, due volte all’anno. Zaccaria apparteneva all’ottavo turno, quello di Abia (cfr. Lc 1, 5). Secondo un’antica tradizione cristiana che risale almeno al II secolo, egli esercitò le sue funzioni sacerdotali durante la festività ebraica dello Yom Kippur, il giorno dell’espiazione, che si celebrava alla fine di settembre. Aggiungendo a ciò quindici mesi, arriviamo agli ultimi giorni di dicembre, quando Nostro Signore sarebbe nato. Tra i più ferventi sostenitori di questa tesi c’è San Giovanni Crisostomo, Patriarca di Costantinopoli, che utilizza la stessa argomentazione per fissare il Natale al 25 dicembre, proprio come lo celebriamo ancora oggi.

Il Natale nella liturgia

È chiaro che, a distanza di venti secoli da tali eventi, voler definire la data del Natale in modo indiscutibile diventa un compito assai difficile, per non dire impossibile. Speriamo che questa sia una delle tante domande che potremo porre quando, per misericordia di Dio, arriveremo in Paradiso e chiederemo alla Madonna di raccontarci un po’ della storia che ha circondato i giorni meravigliosi e misteriosi in cui «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14).

Per ora, dobbiamo limitarci ad apprezzare al massimo gli scampoli che il tempo non ha distrutto, per conoscere il più possibile l’origine di questa solennità che, insieme alla Pasqua, costituisce la principale festività della vera Religione.

Tuttavia, molto più che una semplice realtà storica, la celebrazione del Natale il 25 dicembre racchiude una realtà teologica molto profonda. La Provvidenza ha voluto che fosse commemorato nel periodo in cui, nell’emisfero settentrionale, si verifica il solstizio d’inverno – il giorno dell’anno in cui la notte è più lunga – per rispecchiare meglio il modo in cui Dio agisce nella Storia.

Nel momento in cui l’oscurità del peccato e della morte sembrava dominare l’intero universo, e il potere delle tenebre stava per soffocare il giorno, nacque Nostro Signore Gesù Cristo, la “Luce del mondo” (Gv 8, 12), che risplende nelle tenebre e che queste non possono dominare (cfr. Gv 1, 5). Quella notte fu decretata una sentenza di sterminio contro l’impero del Serpente, costretto a ritirarsi davanti ai raggi travolgenti del Sole di Giustizia. Il Divino Bambino iniziò così, a Natale, la più bella delle riconquiste: la Redenzione del genere umano che, per disobbedienza, era diventato schiavo del peccato.

Testo tratto, con adattamenti, dalla rivista Arautos do Evangelho n. 252, dicembre 2022. Di José Manuel Gómez Carayol.

 

 

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