Piazza del Popolo, sabato 17 ottobre si è svolta la manifestazione #Restiamoliberi contro il Ddl Zan
Le delegazioni delle associazioni pro family si sono riunite a Piazza del Popolo per smascherare e stoppare il Ddl Zan che viola la libertà di espressione
Rita Sberna (20.10.2020 17:27, Gaudium Press) Quello che si sente gridare a Piazza del Popolo è la parola “libertà” quella stessa libertà che il Ddl Zan vuole negare a chiunque si oppone a questa ipotetica legge contro l’omotransfobia.
Nonostante la situazione Covid, la piazza era abbastanza partecipata, erano presenti una sessantina di associazioni pro-life, tra i presenti vi erano: Alleanza Cattolica, Difendiamo la Vita con Maria, Pro Vita & Famiglia, Articolo 26, Non si Tocca la Famiglia, Steadfast onlus, Centro Studi “Rosario Livatino”, CitizenGo.
Gli argomenti trattati sono stati: la libertà religiosa, la libertà educativa, la disabilità, la pillola RU486 e ovviamente il tema principale è stato proprio l’ideologia Gender secondo la quale si sosterrebbe che esistono una varietà di sessi e che il sesso può essere scelto dall’individuo stesso.
Sappiamo bene che solo un unione tra un uomo e una donna può generare una vita e che la famiglia è fondata esclusivamente dal matrimonio, appunto, tra un uomo e una donna.
A moderare l’evento è stata Maria Rachele Ruiu, referente nazionale di Pro Vita & Famiglia che a Gaudium Press ha dichiarato: “L’obiettivo della manifestazione è di accendere i riflettori su una legge profondamente ingiusta e liberticida, il ddl Zan, che vorrebbe toglierci la libertà di manifestare che ogni bambino ha bisogno ed ha il diritto di avere una mamma e un papà, che nasciamo maschi e femmine e che l’utero in affitto è un abominio. E’ gravissimo il fatto di rischiare di essere perseguitati per i nostri convincimenti, ma ancora più grave è il rischio di arrivare ad essere processati. Per le associazioni lgbti sono stati stanziati 4 milioni di euro per entrare nelle scuole di ogni ordine e grado e parlare di gender ai nostri figli. Noi vogliamo essere liberi di educare i nostri figli alla libertà.”
Tra gli interventi vi è stato quello di Roselen Boerner Faccio, pastora del Ministero Sabaoth, di cui è fondatrice (questo dimostra che il Ddl Zan non ha come nemici soltanto i cattolici): “Nella nostra chiesa è venuta la polizia con la scusa di controllare se erano utilizzate le mascherine”, ha denunciato. Pur di riaffermare la verità sull’uomo, siamo disposti a morire, dovranno ucciderci se vogliono farci tacere”.
A chiudere l’evento è stato Massimo Gandolfini, il leader del family Day che ormai da anni lotta per i diritti della famiglia tradizionale.
Durante il suo intervento il dottor Gandolfini ha affermato che “È uno scandalo che lo stesso governo italiano – che, nel pieno dell’emergenza pandemica, proclamava “non lasceremo indietro nessuno” – abbia stanziato quattro milioni di euro per l’assistenza alle vittime dell’omotransfobia, mentre “i bambini disabili si ritrovano privi dei loro insegnanti di sostegno”. Cosa va più contro la dignità della donna, poi, “darle soldi perché non abortisca e possa crescere suo figlio” oppure “darle soldi perché metta in affitto il suo utero?”. In conclusione, un monito ai partiti che la settimana prossima sosterranno il Ddl Zan-Boldrini-Scalfarotto in Parlamento: “Non avrete il nostro voto!”.
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