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Presidente dell’Ungheria: Putin si sente forte e pronto ad una lunga guerra

Katalin Novak ha trascorso alcune ore a Roma e ha incontrato il Papa, il Primo Ministro Meloni e ha rilasciato un’intervista a Il Messaggero.

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Foto: Wikipedia

Redazione (29/08/2023 16:20, Gaudium Press) Franca Giansoldati del quotidiano nazionale Il Messaggero, ha avuto un’interessante conversazione con il Presidente ungherese Katalin Novak, che ha trascorso alcune ore a Roma, dove ha incontrato il Papa e il Primo Ministro Meloni. Aveva appena parlato con il Presidente ucraino Zelensky e il tema principale era la guerra nel Paese slavo.

Dopo la notizia della morte del fondatore del gruppo paramilitare Wagner, la giornalista ha chiesto alla Novak, tra l’altro,quali ripercussioni avrebbe potuto avere questa morte, se avrebbe rafforzato o meno il governo Putin, se avrebbe potuto accelerare il cessate il fuoco.

“Non vedo la morte di Prigozhin come un indebolimento del Presidente Putin. Per il momento, non credo che dovremmo cambiare posizione sulla ferma condanna dell’aggressione russa in Ucraina”, ha risposto il presidente.

Cosa succederà in Russia?

“Purtroppo temo che Mosca sia interessata a una lunga guerra. Ma dovremmo cercare i segnali che indicano che la Russia è pronta per i negoziati di pace”, ha detto Novak.

Sull’intervento del gruppo Wagner in Africa e sulle possibili ripercussioni della morte del suo fondatore sui flussi migratori verso l’Europa, Katalin Novak ha affermato che “la migrazione dall’Africa è già aumentata, e se guardiamo ai dati sulla migrazione, abbiamo risposte chiare. In Italia, la crescita è piuttosto intensa. Sostengo Giorgia [Meloni] nel senso che dobbiamo lavorare insieme per contenere questa destabilizzazione in Africa. Anche Papa Francesco se ne rende conto molto chiaramente e siamo d’accordo”.

Anche Katalin Novak ha voluto sottolineare il “genio femminile” nella risoluzione dei conflitti:

“Abbiamo parlato più volte con il Pontefice della leadership femminile e credo che le donne possano dare un contributo immenso quando ci sono situazioni di conflitto, perché sono le prime a cogliere le opportunità. È una questione di empatia innata e forse anche perché, per natura, hanno un istinto materno. Quando mettono al mondo dei figli e danno la vita, non cercano i conflitti, ma pensano a come risolverli. Forse è questo che determina le nostre azioni”.

 

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