Qual è il senso della sofferenza? Ce lo spiega una mistica madre di famiglia
Conchita Cabrera, ha avuto 9 figli ed è stata la fondatrice di varie realtà. Fu lei a promuovere la santificazione dei laici.
Conchita Cabrera è stata beatificata il 14 maggio 2019 presso la Basilica di Guadalupe a Città del Messico con una sentita cerimonia.
La festa di Conchita si celebra il 3 marzo, giorno in cui è morta nel 1937.
La devozione nei suoi confronti è aumentata dal momento in cui Papa Francesco ne ha riconosciuto un miracolo avvenuto per sua intercessione. Conchita proveniva da una famiglia numerosa e anch’essa ebbe nove figli insieme al marito Francisco Armida.
La sua missione fu quella di “rinnovare l’apostolato laicale e sacerdotale”. Conchita fondò la compagnia delle Opere della Croce, da cui è derivato, tra le altre realtà, l’Ordine dei Missionari dello Spirito Santo.
La vita matrimoniale di Conchita
Come abbiamo già detto, Conchita proveniva da una famiglia numerosa, era la settima di dodici figli, sin da giovane aveva sentito la vocazione alla vita religiosa ma nonostante ciò a 21 anni, sposò il marito Francisco Armida nel 1883.
Furono sposati per 17 anni, nel corso degli anni ebbero 9 figli. Il marito morì il 17 settembre 1901.
La vita matrimoniale l’aiutò a comprendere la santità nella vita quotidiana dei laici.
Il Sacro Cuore e le sue rivelazioni
Conchita due anni dopo essersi sposata cominciò ad avere rivelazioni del Sacro Cuore, un po’ simili a quelle di santa Margherita Maria Alacoque.
Furono proprio tali rivelazioni che la portarono ad approfondire il senso della Croce, della sofferenza e della speranza nella resurrezione soprattutto quando a causa di alcune febbri perse il suo secondo figlio che aveva solo 18 mesi.
Da quel giorno la sua vita fu una continua sperimentazione della sofferenza.
Essere santi nella vita quotidiana
Conchita sotto consiglio del suo direttore spirituale, scrisse un diario composto da 66 tomi, un enorme lavoro di introspezione della sua vita a partire dalla sua vedovanza, un periodo in cui venne ispirata a fare opere in cui laici e sacerdoti, religiosi e religiose raggiungessero la santità.
Grazie alle sue visioni del Sacro Cuore di Gesù fondò El Oásis, un complesso di opere destinate a rinnovare la spiritualità della Croce nella sua dimensione laicale, religiosa e sacerdotale.
Quattro dei suoi figli si sposarono, uno si ordinò con i Gesuiti e una figlia divenne Religiosa della Croce.
I dolori di Conchita
Il figlio di 18 mesi non fu l’unico a morire di febbri tifoidi, anche un altro figlio all’età di sei anni per la stessa causa e un altro a quattro anni, annegando nella fontana di famiglia.
Dio non le risparmiò alcun dolore, nemmeno negli ultimi mesi di vita quando dovette sperimentare la notte oscura.
Questo è ciò che racconta Padre Jesús Montes, Missionario dello Spirito Santo (un Ordine da lei fondato): Sul letto di morte, qualcuno le chiese: “Conchita, i suoi rapporti con Gesù…”, al che la moribonda rispose: “Come se non ci fossimo mai conosciuti”.
Questo non la fece desistere nel fondare altre realtà: nel 1909 fondò L’Alleanza d’Amore con il Sacro Cuore di Gesù ed in seguito la Fraternità di Cristo Sacerdote e i Missionari della Croce. La sua idea era promuovere nei laici la devozione allo Spirito Santo e la predicazione della Croce.
Prima di morire, nel 1935 fondò con l’aiuto di monsignor Pascual Díaz y Barreto, “La crociata delle anime vittime” per diffondere la penitenza per i peccati della società.
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