Qual è il significato del rito delle Ceneri
Il significato della cerimonia delle ceneri è indicato dalla Chiesa nelle preghiere recitate dai suoi ministri.
i
Redazione (22/02/2023 14:28, Gaudium Press) Con il Mercoledì delle Ceneri inizia il tempo di Quaresima, il periodo liturgico che precede la Pasqua del Signore. In questo periodo, i fedeli sono chiamati alla conversione.
Il significato della cerimonia dell’imposizione delle ceneri è indicato dalla Chiesa nelle preghiere recitate dai suoi ministri: “O Dio, che non vuoi la morte del peccatore ma la sua conversione, ascolta benevolo le nostre preghiere e degnati di benedire queste ceneri che stiamo per porre sul nostro capo. E così, riconoscendo che siamo polvere e che alla polvere torneremo, possiamo, attraverso l’osservanza della Quaresima, ottenere il perdono dei peccati e vivere una vita nuova a somiglianza di Cristo risorto”.
La cerimonia delle ceneri nella storia
Già nell’Antico Testamento gli uomini si coprivano di cenere per esprimere il loro dolore e la loro umiliazione. Nei primi secoli della Chiesa, i penitenti pubblici si presentavano, in questo giorno, al vescovo o al penitenziere: chiedevano perdono vestiti di sacco e, in segno di contrizione, si coprivano il capo di cenere.
Ma poiché tutti gli uomini sono peccatori, dice Sant’Agostino, questa cerimonia fu estesa a tutti i fedeli, per ricordare loro il precetto della penitenza. Non vi erano eccezioni: pontefici, vescovi, sacerdoti, re, anime innocenti, tutti si sottoponevano a questa umiliante espressione di pentimento.
Digiuno e penitenza
La Chiesa ha sempre ammonito i fedeli a non fermarsi ai segni esteriori della penitenza, ma a immergersi nel suo spirito e nei suoi sentimenti. Digiuniamo, dice, come vuole il Signore, ma accompagniamo il digiuno con lacrime di pentimento, prostrandoci davanti a Dio e deplorando la nostra ingratitudine nell’amarezza del nostro cuore.
Ma questa contrizione, per essere fruttuosa, deve essere accompagnata dalla fiducia. Per questo la Chiesa ci ricorda sempre che il nostro Dio è pieno di bontà e di misericordia, sempre pronto a perdonarci, il che è un forte motivo per sperare grandemente nella remissione delle nostre colpe, se ce ne pentiamo. Dio non disprezza mai un cuore contrito e umiliato.
Un invito alla fiducia in Dio
La liturgia termina esortandoci a fare buoni propositi , confidando in Dio: “Abbiamo peccato, Signore, perché ti abbiamo dimenticato. Volgiamoci subito al bene, senza aspettare che arrivi la morte e che il nostro tempo si esaurisca. Ascoltaci, Signore, abbi pietà, perché abbiamo peccato contro di te. Aiutaci, o Dio Salvatore, per la gloria del tuo nome, liberaci”. Il pensiero della morte ci invita a percorrere sempre più il terreno della santità, e quanto è efficace questo ricordo! (EPC)
Da “Meditazioni per ogni giorno dell’anno”. P. Louis Bronchain CSSR, Petrópolis, Casa editrice Vozes, 1949 (seconda edizione in portoghese, pp. 132-134).
lascia il tuo commento