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Qual è la finalità dell’Avvento?

 La domenica successiva alla solennità di Cristo Re, la Santa Chiesa inizia un nuovo periodo di celebrazione: l’Avvento.

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Redazione (29/11/2024 16:06, Gaudium Press) La parola Avvento è di origine latina, formata dal verbo “venio” (venire) e dalla preposizione “Ad” (verso). In altre parole, Avvento significa letteralmente “venire verso di noi”, “venire a noi”. Questo tempo liturgico venne istituito affinché i cristiani potessero immergersi nella preparazione alla celebrazione del Natale, per celebrare con maggiore impegno la nascita del Bambino Gesù.

Ecco perché, in contrasto con il bianco gioioso del Natale, il colore usato nell’Avvento è il viola, che si riflette nei paramenti dei sacerdoti e negli utensili sull’altare. Il colore viola porta con sé una certa serietà, che chiede ai fedeli un atteggiamento meno esultante e più interiore. Per la Santa Chiesa, un tempo di preparazione significa purificazione e penitenza.

Quando inizia il Tempo di Avvento, le chiese si vestono di semplicità: non ci sono altri strumenti, ma solo la tastiera o l’organo, oltre alle voci del coro. Non si canta più il Gloria, perché l’inno degli angeli sarà cantato solo il giorno in cui Cristo verrà sulla Terra, benedicendo coloro che sono in cammino per incontrarlo.

Poiché la celebrazione a cui ci prepariamo è il Natale e non il Triduo Pasquale, un tempo di grande sofferenza per Nostro Signore, l’Avvento non è rigoroso come la Quaresima. Per questo motivo, prima della lettura del Vangelo si canta ancora l’acclamazione “Alleluia, Alleluia, Alleluia”, soppressa durante la Quaresima.

Non ci sono fiori né ornamenti, ma solo un candeliere con quattro candele grandi e robuste. Le grandi candele, quattro in tutto, vengono accese una ogni domenica, anche per simboleggiare che il popolo di Dio attende vigile la venuta dello Sposo. In alcuni luoghi si usa farli colorati: uno viola, uno verde, uno rosa e, infine, uno bianco.

Il materiale del servizio liturgico è meno sfarzoso (per le chiese che hanno materiale storico, è consigliabile usare colori più neutri, come l’argento piuttosto che l’oro).

Come la Quaresima, anche l’Avvento ha un giorno in cui la gioia di celebrare il Natale trabocca: è la terza domenica di Avvento, chiamata Domenica Laetare, o Domenica della Gioia. Nelle chiese che ne hanno una, i paramenti e i tessuti liturgici passano dal viola al rosa, a simboleggiare la mescolanza di una goccia della gioia più pura (il bianco) con il viola della penitenza, formando così il colore rosa.

Preparazione al Natale

L’Avvento, come preparazione alla Natività di Gesù, richiede ai cristiani di riflettere sulla propria vita. L’obiettivo è un buon esame di coscienza per la nuova vita che nasce dalla venuta del Bambino Dio. Quando a dicembre ci avviamo verso il nuovo anno, ci fermiamo sempre a pensare al comportamento che abbiamo tenuto e a quello che intendiamo tenere in futuro, stimolando in noi le domande opportune: come sono stato nella vita della Chiesa? Ho praticato la fede che ho scelto di adottare? Questa fede ha generato effetti pratici nella mia vita, o quando esco dalla Messa domenicale mi trasformo in un’altra persona?

In questo modo, si propone ai cristiani un nuovo ciclo per “ ripulirsi ”. Durante il Tempo Ordinario cade molta polvere e molte virtù vengono automatizzate e dimenticate. Lo sforzo di essere un padre o una madre migliore si affievolisce; l’impegno di adempiere ai propri doveri sul lavoro si affievolisce; il desiderio di pregare di più in famiglia si dimentica.

In Avvento, la Chiesa sollecita tutte queste riflessioni e chiede nuovi atteggiamenti. Questo dovrebbe stimolare un esame di coscienza, che sboccerà nella confessione: davanti al sacerdote, dovremmo dichiarare i nostri peccati, ascoltare i suoi consigli e uscire da lì con l’anima pulita e il cuore sereno per celebrare la nascita di Gesù.

Incoraggiare la vita di preghiera

L’Avvento non è incentrato sulla penitenza, ma piuttosto su una purificazione più contenuta. L’importante durante l’Avvento è essere più aperti alla generosità a cui ci invita il Natale. Gesù è sceso dall’alto del suo trono, mascherando la sua divinità in un fragile bambino, accettando di soffrire il peggio: fame, freddo, povertà e persecuzione. È nostro compito, come seguaci di Cristo, avere compassione e cercare di essere meno egoisti e capricciosi a Natale, e l’Avvento è un ottimo momento per prepararsi a questo.

La cosa più importante in Avvento è promuovere una vita di preghiera, cioè diventare più assidui nel comunicare con Dio, in famiglia e con se stessi. Questa pratica è la porta d’accesso a un Avvento più produttivo e fruttuoso. Inoltre, poiché l’Avvento è un tempo di restrizione e di riflessione, non è nemmeno un tempo per una vita frenetica: può essere un’occasione per astenersi da feste e celebrazioni in cui il più delle volte si commettono innumerevoli peccati piuttosto che buone azioni. È come il digiuno: una restrizione per uno scopo più grande.

Allora prepariamoci, cari lettori, sfruttiamo al massimo il periodo di Avvento! Impegniamoci nella nostra penitenza, aspettiamo la venuta del Signore con fede e cuore purificato!

Con informazioni tratte da heralds.org.

 

 

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