Quando Gesù Cristo non sa come entrare nella Chiesa: la sconfitta estetica del post-concilio
Secondo l’architetto Andrea Pacciani, vincitore di premi internazionali, l’architettura contemporanea o sperimentale rappresenta per lo spirito umano ciò che «Al-Qaeda rappresenta per la pace mondiale».
Foto: Job Savelsberg/Unsplash
Redazione (17/07/2025 14:18, Gaudium Press) Lo scorso 7 luglio 2025, il quotidiano italiano Nuova Bussola Quotidiana ha pubblicato una intervista provocatoria, realizzata da Tommaso Scandroglio, all’architetto Andrea Pacciani, vincitore di premi internazionali e dichiarato nemico dell’estetica modernista.
La conversazione, permeata da sottile ironia e diagnosi incisive, ruota attorno a una domanda che brucia come incenso bruciato male: perché le chiese costruite oggi sono così brutte? La risposta è più teologica che architettonica.
Per i cattolici che vanno a messa la domenica, il 2024 ha rappresentato più di una lunga Quaresima e una Pasqua fumosa, poiché è costato loro 32.250.000 euro, destinati alla costruzione di nuove chiese in Italia; un investimento inutile nei tempi dell’inverno demografico che da anni colpisce i fedeli praticanti. Ma lasciamo da parte, per un momento, la pertinenza pastorale o il criterio economico. La domanda che Andrea Pacciani, architetto e designer pluripremiato, considerato un “eretico” dai sostenitori del modernismo liturgico, formula con precisione chirurgica è un’altra: “Queste chiese sono belle?”
Più precisamente: sono adatte queste strutture – di cemento pallido, legno disidratato e vetri senza vita – ad esprimere il culto che si deve a Dio? Pacciani, che ha vinto premi internazionali con il suo gusto per l’architettura e l’estetica classiche, non esita ad affermare: la nuova architettura liturgica è un fallimento monumentale.
“Le nostre chiese antiche hanno il difetto di essere troppo belle, capolavori artistici assoluti e costruzioni architettoniche funzionali al culto. E nel XX secolo si è deciso di abbandonare il modello costruttivo seguito fino ad allora per dare spazio all’architettura contemporanea, creando una evidente disparità. Così, purtroppo, l’architettura sacra, nell’era moderna, ha perso le sue funzioni strumentali primarie – come è successo all’arte in generale – con la speranza o l’ingenuità consapevole che altri mezzi avrebbero portato gli stessi o migliori risultati di quelli raggiunti e garantiti dai precedenti storici”, afferma Pacciani.
E qui, prima che gli spiriti frettolosi levino contro di lui l’epiteto di “tradizionalista ostile”, è opportuno ascoltare l’argomentazione. Pacciani non denuncia solo la bruttezza, ma la sostituzione della funzione. La chiesa moderna, secondo lui, ha perso il suo scopo. Se la lex orandi è lex credendi, allora vale anche dire: “lex aedificandi, lex credendi”, afferma l’architetto.
Le basiliche, le chiese, gli altari viventi, cioè le chiese antiche, ricorda, avevano un ‘difetto’: erano troppo belle. Oggi gli edifici ecclesiastici ricordano hangar, sale polivalenti e – perdonatemi la crudeltà – auditorium di università pubbliche. Svolgono mille funzioni, tranne quella più importante: puntare al cielo. Sono templi dell’immediato, della sperimentazione estetica e dell’ingegneria modulare, non dell’adorazione.
La critica di Pacciani va oltre. Denuncia l’assurdità di alcune chiese moderne. “Gli architetti famosi fanno il loro lavoro, per il quale sono generosamente pagati: esprimere concetti architettonici meravigliosi che impressionano la gente, rendere la religione davvero l’oppio dei popoli. La missione dei costruttori di chiese è sempre stata quella di creare un punto d’incontro tra Dio nel pane e nel vino e coloro che credono nella salvezza dopo la morte. Solo questo. Un luogo dove fare ‘questo in memoria di me’. Lo scopo delle chiese, quindi, è perpetuare, non innovare”.
“È difficile farlo con successo nella ricerca estetica o estatica della novità! Con la perdita dell’importanza della funzione primaria della chiesa, descritta sopra, gli altri aspetti più versatili che la chiesa soddisfa attualmente (sala da concerto, luogo sicuro e di rifugio, parcheggio utile perché gratuito per i visitatori) ci rendono soddisfatti con edifici in grado di svolgere almeno queste funzioni secondarie, più secolari […]. Per fare una battuta, abbiamo inventato chiese sensibili alle condizioni climatiche!”, ha aggiunto. Scandroglio ha poi chiesto all’architetto: “Come possiamo invertire la rotta? Come possiamo percorrere la via pulchritudinis?”
“Credo che ci siano aree della vita umana – come la fede, la casa, la famiglia e il cibo – in cui l’evoluzione di alcuni aspetti essenziali avviene attraverso cambiamenti estremamente lenti, o talvolta solo apparenti. I fallimenti dello sperimentalismo, risultanti da una rottura con il passato, non hanno mai portato a risultati apprezzabili e degni di nota a lungo termine. La mia speranza è che non solo l’architettura, ma l’intero approccio sperimentale in questi contesti venga gradualmente abbandonato “, ha affermato l’architetto. Secondo lui, l’architettura contemporanea o sperimentale rappresenta per lo spirito umano ciò che “Al-Qaeda rappresenta per la pace mondiale”.
L’architetto, quindi, gioca la carta finale: “Non sono a conoscenza di alcun santo o beato che sia cresciuto, si sia convertito e sia stato illuminato in una parrocchia o chiesa dall’architettura moderna o sperimentale, ma potrei sbagliarmi”.
“Devo sottolineare che questo grave errore non è stato commesso da altre religioni monoteistiche, come l’Islam e il Buddismo che, anche nelle città più orientate all’architettura sperimentale contemporanea, hanno continuato a costruire le loro chiese secondo l’ermeneutica della loro continuità estetica e funzionale, certe del loro successo spirituale, garantito dalla storia della loro religione. Il risultato di quasi un secolo di architettura sacra sperimentale è purtroppo quello di edifici in cui non solo spesso si può sbagliare l’ingresso, ma anche Gesù Cristo stesso non saprebbe da dove entrare! Immaginate allora i fedeli in cerca di conversione o santità!”, ha così concluso.
Di Rafael Tavares
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