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San Damiano di Molokai :abbandonò il suo placido Belgio per andare a curare i lebbrosi alla fine del mondo

 Il martire dei lebbrosi delle Hawaii non può che suscitare ammirazione. Fu canonizzato da Benedetto XVI alla presenza dei re del Belgio.

San Damian

Redazione (15/04/2025 16:04, Gaudium Press) San Damiano di Molokai, o Damiano di Veuster, santo la cui fama è in costante crescita, è un essere umano impossibile da spiegare se non si considera quella forza divina chiamata grazia che spinge qualcuno a donare disinteressatamente la propria vita per gli altri.

Belga, Damiano de Veuster abbracciò la vita religiosa e fu destinato dai suoi superiori all’apostolato alle Hawaii. “Addio, madre, fino al cielo”, disse alla madre quando la salutò in Europa.

Chi sarebbe dovuto andare nelle isole era suo fratello Panfilio, che era entrato prima nella Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria e dell’Adorazione del Santissimo Sacramento dell’Altare. Ma a causa di una malattia, fu lui, il santo, a chiedere di partire, perché desiderava essere missionario.

La famiglia in cui nacque San Damiano era abbastanza cattolica. Ma quando, da adolescente, San Damiano volle entrare nella vita religiosa, i suoi genitori si opposero e lui li avvertì: “Fatemici entrare in convento o Dio vi punirà”. Perché Dio punisce queste cose. La verità è che alla fine i suoi genitori cedettero, come avevano già fatto nel caso di altri fratelli che erano diventati religiosi.

Un fatto singolare è che, da bambino, andò con i suoi fratelli Paulina e Augusto in un bosco per trascorrere una giornata da anacoreta. Quel giorno non mangiarono neanche un pezzo di pane. Dio stava già facendo la sua opera in quelle anime.

Pregava San Francesco Saverio

Quando era già religioso, e vedendo un San Francesco Saverio dipinto su una finestra, iniziò a pregare  ogni giorno per diventare un missionario come lui.

Anche se all’inizio sarebbe stato solo un fratello laico, poiché non aveva un’istruzione speciale, i superiori riconobbero le sue doti intellettuali e lo mandarono a studiare a Parigi, poi a Lovanio, e fu ordinato sacerdote alle Hawaii.

Giunse il giorno in cui doveva partire per le Hawaii e, dopo un viaggio di cinque mesi in nave, arrivò nell’arcipelago. Lì, a Honolulu, fu accolto dal superiore della missione, padre Modesto Favens.

Fu quindi inviato all’Isola Grande dell’arcipelago, dove costruì cappelle, amministrò i sacramenti, insegnò nelle scuole, si prese cura dei malati e predicò.

Un giorno, il 4 maggio 1873, il vescovo Mons. Maigret, chiese dei volontari per assistere i lebbrosi sull’isola di Molokai. Padre Damiano fu preso, sarebbe stato uno dei tanti, ma il compito alla fine divenne definitivo.

I lebbrosi erano molto trascurati. Più volte padre Damiano dovette allontanarsi un po’ perché altrimenti avrebbe vomitato a causa dei cattivi odori delle ferite. Iniziò a usare un tabacco per attenuare questi odori. Ma chiamava i malati “i miei cari lebbrosi”.

Costruì diverse cappelle, istituì un coro e una banda per partecipare alle messe, alle processioni e ai funerali. Partecipava ai pasti con tutti, condivideva il suo tabacco con gli altri, giocava con i bambini. Tutti erano i benvenuti a casa sua. Quando parlava nelle omelie, anche prima di sapere di aver contratto la malattia, diceva “noi, i lebbrosi”.

Trovò un luogo senza legge, con il motto «si salvi chi può», e lo trasformò in una comunità. La promiscuità era brutale, i bambini erano semi-schiavizzati. La sua predicazione e le altre azioni ministeriali trasformarono tutto.

Alla fine la lebbra lo colpì. Voleva andare a Honolulu, tra le altre cose per confessarsi, ma i superiori glielo proibirono con un tono freddo. Rassegnato, accettò il peso della croce e alla fine poté fare un breve viaggio.

Il suo ministero si esaurì fino a che non poté più. Fu canonizzato da Benedetto XVI l’11 ottobre 2009, alla presenza dei re del Belgio.

Con informazioni da Arautos.org

 

 

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