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San Gioacchino e Sant’Anna, o la gioia di essere semplicemente nonni di Dio

“Felice coppia, Gioacchino e Anna! Tutta la creazione si sente vostra debitrice”, diceva San Giovanni Damasceno.

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Redazione (27/07/2025 11:15, Gaudium Press) Se la Vergine è Madre di Dio, come è veramente, la logica ci dice che Sant’Anna e San Gioacchino, di cui celebriamo la festa, sono i nonni di Dio.

Ricordiamo l’elogio che il grande San Giovanni Damasceno fa di loro:

“Coppia felice, Gioacchino e Anna! Con voi tutta la creazione si sente in debito. È stato infatti per vostro tramite che la creatura ha offerto al Creatore il dono più prezioso, cioè la madre pura, l’unica degna del Creatore. (…)

Avete ottenuto da Dio ciò che supera la natura: avete dato al mondo la Madre di Dio, che è stata madre senza la partecipazione di alcun uomo.

Conducendo una vita santa e pia, avete avuto una figlia che è superiore agli angeli e ora è Regina degli angeli.

O giovanissima e dolcissima! O figlia di Adamo e Madre di Dio! Beati il padre e la madre che ti hanno generata! Beate le braccia che ti hanno portata in grembo”. (1)

Chi erano

Le fonti storiche sulla santa coppia furono raccolte dai primi Padri della Chiesa, alcuni dei quali contemporanei degli Apostoli. (2)

San Gioacchino era discendente di Davide, e Sant’Anna (o Santana), il cui nome, in ebraico Hanna, significa “grazia”, era discendente di Aronne.

Come la maggior parte delle giovani donne in Israele, Anna si sposò molto presto e, avendo raggiunto quasi la vecchiaia, non aveva avuto figli, fatto considerato dagli ebrei come una sorta di maledizione.

Per questo motivo, lei e suo marito erano disprezzati e persino umiliati in pubblico, anche dai sacerdoti del Tempio.

Ma nonostante questo disprezzo non mancasse di causare loro dolore, essi accoglievano tutto con serenità e rassegnazione, in molti casi in modo eroico.

Tali avversità, che costituivano per la coppia le spine delle rose e i sassi del cammino, cessarono un giorno, quando ormai anziani, apparve loro un angelo, probabilmente proprio l’arcangelo San Gabriele, che annunciò loro la nascita di un figlio, quando ormai erano all’inizio del tramonto della loro vita.

La Perla d’oro della Creazione

Santa Anna diede quindi alla luce una bella bambina a cui diedero il nome di Miriam (in latino “Maria”), che in ebraico significa “Signora sovrana”.

Secondo alcuni ricercatori, questo nome deriva dal sanscrito “Maryáh”, che significa letteralmente “purezza, virtù, verginità”, il che sarebbe del tutto appropriato per dare un nome alla Perla della Creazione.

Fu Maria scelta da Dio per essere la Madre del suo Divin Figlio Gesù, concepita senza peccato originale, piena di grazia – secondo il saluto dell’angelo Gabriele – co-Redentrice, mediatrice universale di tutte le grazie.

È stata questa pura discendente di Gioacchino e Anna che noi mortali abbiamo ricevuto come Madre, secondo le parole di Gesù a San Giovanni Evangelista: “Figlio, ecco tua madre” (Gv 19, 27).

Nelle parole del grande dottore mariano, San Luigi Maria Grignion de Montfort, Maria Santissima «è l’opera prima per eccellenza dell’Altissimo, la cui conoscenza e il cui dominio Egli ha riservato a sé stesso. Maria è la Madre ammirevole del Figlio, (…) e la sposa fedele dello Spirito Santo, dove solo Lui può penetrare. Maria è il santuario, il riposo della Santissima Trinità, in cui Dio è più magnifico e divino che in qualsiasi altro luogo dell’universo, senza eccezione del suo trono sui cherubini e sui serafini». (3)

Quindi, celebrando i genitori, celebriamo anche la figlia, la Vergine; e celebrando Nostra Signora celebriamo anche il Figlio, che è Dio. Divina catena questa, il cui primo anello furono due persone quasi anziane, fedeli, timorate di Dio, amanti di Dio.

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(1) San Giovanni Damasceno, Nativitatem B. Mariae V, nn. 2.4.5.6. apud Liturgia das Horas, traduzione della seconda edizione tipica vaticana, Ed. Paulus, São Paulo, 2000, vol. III, p. 1450

(2) Tra gli altri, Sant’Ignazio di Antiochia (consacrato vescovo da San Pietro), San Gregorio di Nissa, San Clemente di Alessandria, San Giustino, ecc.

(3) San Luigi Maria Grignion de Montfort, “Trattato della vera devozione alla Santissima Vergine”, Ed. Vozes, Petrópolis, 46ª edizione, 2017, n. 5, pp. 20-21.

 

 

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