San Tommaso d’Aquino, il Dottore Angelico
In un possente castello della città di Aquino, nel Regno di Napoli, nell’Italia centrale, nacque nel 1225 un uomo che illuminò la Chiesa e il mondo intero, non solo per la sua intelligenza, ma soprattutto per la sua santità: Tommaso d’Aquino.
Foto: Wikipedia
Redazione (27/01/2024 16:34, Gaudium Press) I suoi genitori appartenevano all’alta nobiltà; tra i loro parenti si annoveravano due imperatori: il Barbarossa e Federico II. Avevano nove figli e San Tommaso era il più giovane.
Quando era ancora un bambino, ci fu un episodio che indicò l’amore che la Madonna aveva per Tommaso e la fedele corrispondenza a questo amore che egli dimostrò per tutta la vita.
Un giorno, la sua balia si accorse che teneva in mano un foglietto di carta. Cercò di toglierlo, ma il bambino lo stringeva al petto e piangeva ogni volta che lei cercava di aprirgli la manina. Alla fine la mamma riuscì a prendere il foglio e vide che c’era scritto “Ave Maria”. Stupita, lo restituì al figlio, che lo mise in bocca, lo ingoiò e sorrise.
All’età di cinque anni, per migliorare la sua educazione, la famiglia lo portò all’Abbazia di Montecassino, governata dai Benedettini, dove si stabilì. Spesso, quando vedeva un monaco camminare per i corridoi, chiedeva: “Chi è Dio?, il che dimostra come San Tommaso, per speciale grazia divina, possedesse già lo spirito soprannaturale.
Nel 1239, il malvagio Federico II, che si era ribellato a Papa Gregorio IX, espulse da Montecassino tutti i religiosi. All’età di 14 anni, San Tommaso si trasferì quindi a Napoli e frequentò l’università della città, dove studiò filosofia e l’arte del discorso, dell’argomentazione e dell’esprimersi con perfezione di linguaggio, in altre parole retorica, dialettica e grammatica.
Qui entrò in contatto con l’Ordine domenicano, da poco fondato da San Domenico di Guzman, e vi aderì all’età di 18 anni.
Scacciò una donna ignobile con un tizzone ardente
Morto il padre, la madre e i fratelli si opposero con forza a che Tommaso entrasse a far parte di un Ordine mendicante come quello dei Domenicani.
Nel 1243 si stava recando a Bologna, nell’Italia settentrionale, per frequentare la famosa università della città, quando avvenne un episodio raccontato da monsignor João Clá Dias.
“San Tommaso d’Aquino combatté una tremenda battaglia contro la sua stessa famiglia. I suoi parenti volevano che intraprendesse la carriera religiosa nel prestigioso monastero benedettino di Montecassino, perché col tempo sarebbe potuto diventare abate. Tommaso, però, aveva trovato la sua vera vocazione nell’Ordine domenicano, appena fondato, che aveva conosciuto a Napoli, e lì aveva frequentato il convento di questi frati mendicanti dall’età di quattordici anni fino ai diciotto. Sentì una forte attrazione per lo studio della dottrina, a cui si dedicavano i figli di san Domenico, per preparare la predicazione.
“Poco dopo essere stato ammesso come novizio, mentre era in viaggio verso Bologna, ci fu il famoso episodio dei due fratelli del santo che, su richiesta della madre, lo rapirono e lo imprigionarono in una torre, che esiste ancora oggi tra le rovine di un castello di Aquino”.
La madre cercò di distoglierlo dal desiderio di diventare domenicano, ma senza successo. Così incaricò le due figlie di dissuadere il fratello “ribelle”, dicendogli che avrebbe potuto avere una promettente carriera ecclesiastica, purché rinunciasse all’Ordine domenicano.
Il Santo rispose loro con un tale amore per Dio, convinzione e serenità che entrambe divennero sue ardenti sostenitrici. Una di loro decise di farsi suora e partì per il convento di Santa Maria a Capua, dove visse una vita santa e ne divenne badessa.
Torniamo alla questione della torre.
“In seguito, [i suoi fratelli] introdussero nella clausura una donna di malaffare con l’intenzione di pervertirlo e dissuaderlo dal donarsi a Dio. Il giovane si difese e tolse con una pinza un tizzone dal camino, minacciando con esso la sventurata, che fuggì terrorizzata giù per le scale della torre; il Santo ricevette allora una grazia notevole, di essere cinto alle reni da un Angelo e di essere immune fino alla fine della sua vita dagli ardori della concupiscenza carnale”[1] .
Trascorse circa un anno in questa torre. Pregava molto, leggeva la Sacra Scrittura e alcune opere di teologia e filosofia che gli erano state portate dai frati domenicani e regalate dalle sorelle convertite. La sua famiglia lo liberò finalmente dalla prigione nel 1245, quando aveva 20 anni. Il superiore generale dei domenicani, Johannes von Wildeshausen, lo condusse nella capitale della Francia, dove si stabilì nel convento di Saint-Jacques e studiò teologia presso la famosa Università di Parigi, dove ebbe come compagno San Bonaventura e come maestro Sant’Alberto Magno.
San Tommaso era alto e robusto. Camminava sempre eretto, il che “corrispondeva alla rettitudine della sua anima”. Quando passava per la campagna, la gente interrompeva il lavoro per contemplarlo, tanta era la sua imponenza e la pulizia dei suoi lineamenti. “Si credeva che lo Spirito Santo fosse veramente con lui, perché era sempre allegro, dolce e affabile”[2].
Purezza del corpo e purezza dell’intelletto
Il fatto narrato dimostra la sua incontaminata purezza corporea, che mantenne per tutta la vita. La castità è anche chiamata virtù angelica. E le opere che scrisse dimostrano che possedeva la purezza dell’intelligenza.
Il dottor Plinio Corrêa de Oliveira commenta:
“Ma se esiste una purezza che, secondo il nostro stato, dobbiamo conservare intatta nel nostro corpo e nel nostro cuore, esiste anche una purezza verginale dell’intelligenza, che dobbiamo coltivare gelosamente e che certamente piace immensamente a Nostro Signore.
“È la purezza dell’intelletto veramente cattolico, tempio vivo e immacolato dello Spirito Santo, che non è mai stato attratto da nessuna dottrina eretica né l’ha sostenuta, che detesta l’eresia con tutto il vigore indignato con cui le anime pure detestano la lussuria, e che si preserva da ogni adesione a un pensiero diverso da quello della Chiesa, con la cura con cui le anime caste sanno tenere lontane da sé tutte le impressioni impure”[3] La purezza dell’intelletto è la purezza dell’intelletto veramente cattolico.
Tra i vari titoli che San Tommaso ricevette dopo la sua morte, il più diffuso nel mondo è quello di “Dottore Angelico”, che celebra la sua eccezionale purezza di anima e di corpo.
Di Paulo Francisco Martos
Nozioni di storia della Chiesa
[1] Cfr. PETITOT, OP, L. H. La vida integral de Santo Tomás de Aquino. Buenos Aires: Cepa, 1941, p. 38-54. Apud CLÁ DIAS, João Scognamiglio, EP. Il dono della sapienza nella mente, nella vita e nell’opera di Plinio Corrêa de Oliveira. Città del Vaticano: Libreria Editrice Vaticana; San Paolo: Instituto Lumen Sapientiae. 2016, v. I, p. 103.
[2] TORRELL, Jean-Pierre. Initiation à Sant Thomas d’Aquin: sa personne et son oeuvre. Parigi: Cerf. 3. ed. 2015, p. 357-359.
[3] CORRÊA DE OLIVEIRA, Plinio. Il legionario, San Paolo, 10-3-1940.
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