Santa Messa in suffragio dei Cardinali e dei Vescovi defunti nel corso dell’anno
Il Santo Padre Francesco ha presieduto la Santa Messa in suffragio dei Cardinali e dei Vescovi defunti nel corso dell’anno.
Rita Sberna (02.11.2022 12:10, Gaudium Press)Il santo Padre ha iniziato l’omelia facendo una distinzione derivante dalle letture: “Le Letture che abbiamo ascoltato suscitano in me due parole: attesa e sorpresa. Attesa esprime il senso della vita, perché viviamo nell’attesa dell’incontro: l’incontro con Dio, che è il motivo della nostra preghiera di intercessione oggi, specialmente per i Cardinali e i Vescovi defunti nel corso dell’ultimo anno, per i quali offriamo in suffragio questo Sacrificio eucaristico.”
Siamo nella sala d’attesa del mondo per entrare in paradiso
Il Pontefice afferma che tutti siamo nell’attesa, e ci invita ad alimentare l’attesa del Cielo, esercitandoci nel desiderio del paradiso.
Poi avverte Francesco: “Guardiamo in alto, perché siamo in cammino verso l’Alto, mentre le cose di quaggiù non andranno lassù: le migliori carriere, i più grandi successi, i titoli e i riconoscimenti più prestigiosi, le ricchezze accumulate e i guadagni terreni, tutto svanirà in un attimo.”
Io vivo quello che dico nel Credo, «aspetto – cioè – la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà»?
Il Papa pone questa domanda ai presenti facendoli riflettere sul senso della vita e sull’importanza di aspirare alla resurrezione. Poi si sofferma a parlare della seconda parola “sorpresa”.
Poi Francesco fa un altro avvertimento: “Stiamo ben attenti a non addolcire il sapore del Vangelo. Perché spesso, per convenienza o per comodità, tendiamo ad attenuare il messaggio di Gesù, ad annacquare le sue parole.”
E fa un altro rimprovero a tutti quelli che nel concreto non si prendono cura del povero, del carcerato e del migrante: ”Da semplici discepoli del Maestro diventiamo maestri di complessità, che argomentano molto e fanno poco, che cercano risposte più davanti al computer che davanti al Crocifisso, in internet anziché negli occhi dei fratelli e delle sorelle; cristiani che commentano, dibattono ed espongono teorie, ma non conoscono per nome neanche un povero, non visitano un malato da mesi, non hanno mai sfamato o vestito qualcuno, non hanno mai stretto amicizia con un bisognoso, scordando che «il programma del cristiano è un cuore che vede”.
Francesco conclude dicendo: “Il Vangelo spiega come vivere l’attesa: si va incontro a Dio amando perché Egli è amore. E, nel giorno del nostro congedo, la sorpresa sarà lieta se adesso ci lasciamo sorprendere dalla presenza di Dio, che ci aspetta tra i poveri e i feriti del mondo. E attende di essere accarezzato non a parole, ma con i fatti.”
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