Sant’Ambrogio, prima governatore e poi eletto arcivescovo di Milano
Forse la cosa più importante che Sant’Ambrogio fece nella sua vita, la fece senza dire una parola.
Sant’Ambrogio battezza Sant’Agostino
Redazione (07/12/2023 15:22, Gaudium Press) Sant’Ambrogio (340-397), arcivescovo di Milano quando Milano era importante quanto, se non più, di Roma, fece molte cose nella sua vita, persino tenere testa a un imperatore, Teodosio, quando gli imperatori erano considerati poco meno che “dei”.
Ma forse nulla fu più importante che il suo contributo alla conversione di un altro pilastro della Chiesa, colui che rese solida la teologia, Sant’Agostino d’Ippona.
Sant’Ambrogio era una figura di grandissima fama quando Agostino lo incontrò. Per incontrare sant’Ambrogio non era necessario un ‘appuntamento’, perché le porte della casa del patriarca erano aperte a chiunque.
Ma se questo era vero, era anche vero che Sant’Ambrogio non aveva il tempo di parlare con le persone, perché oltre a mangiare, dormire, leggere e meditare, aveva mille casi da sbrigare. Così Agostino poteva vederlo mentre leggeva, ma non poteva parlargli.
Ma la sola presenza dell’arcivescovo, oltre alla lettura delle sue opere e all’ascolto delle sue prediche, fu la spinta finale alla conversione del grande Agostino. Grandi erano i tempi in cui c’erano uomini che la sua semplice ombra convertiva.
Il problema con Teodosio
Il popolo e i suoi sentimenti, non sempre buoni! Gli abitanti di Tessalonica erano ‘pazzi’ per un comico che rallegrava le loro giornate. Ebbene, quel comico il governatore lo mise ai ferri e il popolo impazzito uccise il governatore.
Quando l’imperatore lo seppe, si infuriò e fece passare a fil di spada 7.000 abitanti, una misura del tutto sproporzionata.
Per questo motivo, Sant’Ambrogio proibì all’imperatore di entrare nella Cattedrale (la sede dell’impero era a Milano), e gli permise di tornare nella Basilica solo quando fece pubblica penitenza per il peccato commesso.
Sant’Ambrogio disse poi di Teodosio nella sua orazione funebre: “Spogliandosi di ogni emblema di regalità, deplorò pubblicamente il suo peccato in chiesa. Questa penitenza pubblica, da cui i privati fuggono, un imperatore non si era vergognato a farla. Né ci fu un solo giorno in cui non si vergognò del suo errore”.
Alcuni fatti della vita di Sant’Ambrogio
Un giorno, quando era bambino, vide sua sorella baciare la mano di un vescovo. Allora le diede la propria mano da baciare e le disse: “Anch’io un giorno sarò vescovo”.
Prima di divenire un ecclesiastico ebbe una carriera civile, fino ad essere nominato governatore dell’Emilia e della Liguria, con sede a Milano.
Dopo la morte dell’arcivescovo della città, due fazioni opposte cominciarono a lottare fra loro per nominare il loro candidato, una fedele al Papa, l’altra ariana.
La situazione minacciava una guerra intestina e così il governatore, accompagnato dalle truppe, si recò nel Duomo dove si svolgevano le elezioni, per garantire l’ordine. Ma allora un bambino così piccolo da non saper nemmeno parlare lanciò un primo grido che fu seguito da molti: “Ambrosius episcopus!”.
– Sono un peccatore, rispose il governatore. Ma alla fine fu scelto. Non era nemmeno battezzato, solo un catecumeno, e in 8 giorni fu battezzato, fatto sacerdote e poi vescovo. Si dedicò poi allo studio delle Sacre Scritture e dei Padri della Chiesa, in particolare di San Basilio.
Con informazioni tratte da Arautos.org
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