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Sant’Aronne, portavoce del gigante Mosè, fondatore della stirpe sacerdotale

Fu scelto da Dio per accompagnare il fratello nella sua grande missione: affrontare il potere del faraone d’Egitto, liberare il popolo eletto, portargli la legge eterna scritta sulle tavole della legge e guidare gli ebrei verso la Terra Promessa.

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Redazione (01/07/2025 16:18, Gaudium Press) La Chiesa celebra oggi la memoria di Sant’Aronne, fratello di Mosè.

La figura di Mosè è così grande che può oscurare quella del suo grande fratello Aronne. Ma ogni santo ha i suoi meriti, i suoi riflessi specifici di Dio, che possiamo solo ammirare in ciascuno di loro. Aronne significa “illuminato” e le Sacre Scritture sono ricche di dettagli sulla sua vita.

Fu scelto da Dio per accompagnare la grande missione di suo fratello: affrontare il potere del Faraone d’Egitto, liberare il popolo eletto, portargli la legge eterna scritta sulle tavole della legge e condurre gli ebrei verso la Terra Promessa.

Dio disse a Mosè che Aronne parlava bene. Fu il portavoce di Mosè, il Grande Profeta.

Parlando con il Signore, Mosè si doleva di non possedere la capacità oratoria per compiere la missione che gli era stata affidata, al che Dio gli replicò con ira: «Non hai tuo fratello Aaronne, il levita? So che parla bene; ecco, proprio ora sta venendo incontro a te e quando ti vedrà, il suo cuore si rallegrerà» (Es 4, 14).

Aronne non era solo il «verbo» di Mosè, ma anche il suo bastone, il suo sostegno, e Dio volle che fosse unto sacerdote da Mosè, con l’olio sacro. È considerato il primo sacerdote di Israele e dà origine a una stirpe sacerdotale, poiché gli succedette suo figlio Eleazar.

Il capitolo 32 dell’Esodo narra che, vedendo che Mosè tardava a scendere dal monte, il popolo andò da Aronne e gli chiese di plasmare un dio «che camminasse davanti a noi». Purtroppo Aronne non si oppose al malvagio desiderio idolatra degli Israeliti, ma con i gioielli d’oro che aveva a disposizione saldò lui stesso un vitello d’oro fuso. (Questo può essere un primo avvertimento di Dio a tutti i sacerdoti, affinché stiano attenti a non usare il loro ministero per adorare gli “dei” di ogni tempo. Solo Dio deve essere l’oggetto del loro ministero).

Vedendo ciò, l’ira del Signore si accese contro gli Israeliti («la mia ira si accenderà contro di loro e li distruggerò»), ma in quel momento Mosè placò la giusta ira del Signore e riuscì a convincere il popolo a pentirsi e a mettersi in lutto e penitenza. Tuttavia Dio non smise di punire il peccato del suo popolo.

Il sacerdote Aronne, pentito per aver ceduto all’idolatria, vide rinnovarsi in sé la fiducia di Mosè, che gli prescrisse da parte di Dio quali vesti sacre dovesse indossare per i riti.

Aiuto del profeta Mosè, Aaronne sostenne le braccia di Mosè mentre gli Israeliti combattevano contro gli Amaleciti: quando Mosè aveva le braccia alzate, gli Israeliti prevalevano, e affinché le braccia stanche di Mosè non cedessero, le sosteneva il suo fratello maggiore, il sacerdote Aronne.

Un esempio di come ricorrere all’aiuto sacerdotale come condizione necessaria per il trionfo e dell’importanza del sacerdozio per implorare la forza dall’alto, in ogni momento.

Aronne morì sul monte Hor, vedendo la Terra Promessa ma senza potervi mettere piede, poiché insieme a Mosè aveva dubitato del potere di Dio, quando aveva ordinato a Mosè di colpire una roccia per far sgorgare l’acqua.

Non vide la Terra Promessa, ma Dio gli aprì le porte della “Terra” Celeste.

Sant’Aronne, prega per noi.

 

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