Sant’Ilario di Poitiers, esiliato dall’imperatore ariano, poi restituito gloriosamente alla sua sede
Fu il grande alleato di sant’Atanasio nella lotta contro l’arianesimo. Fu anche esiliato, ma il suo ritorno in Francia fu glorioso.
Redazione (13/01/2025 15:03, Gaudium Press) Sant’Ilario di Poitiers, uno dei santi che la Chiesa ricorda oggi, era figlio di una delle più illustri famiglie dell’Aquitania, in Francia, ma non erano cristiane.
Nato nel IV secolo, fu educato secondo i canoni dell’altolocata famiglia pagana, riconoscendo l’eredità della Grecia e di Roma. Ma per il Santo questa mera conoscenza naturale un giorno cominciò a non soddisfarlo:
“Essendo la vita presente nient’altro che una catena di miserie, mi sembrava che l’avessimo ricevuta per esercitare la pazienza, la moderazione, la dolcezza; e che Dio, tutto bontà, non ci avesse dato la vita per renderci più infelici togliendocela. La mia anima fu così spinta con ardore a conoscere quel Dio, autore di ogni bene, perché vidi chiaramente l’assurdità di tutto ciò che i pagani insegnano sulla divinità, dividendola in molte persone di un sesso o dell’altro, attribuendola ad animali, statue e altri oggetti insensibili. Riconobbi che poteva esistere un solo Dio, eterno, onnipotente, immutabile”, dice il Santo stesso a proposito delle sue inquietudini, che costituirono un risveglio verso la fede.
E poiché Dio aiuta sempre chi cerca sinceramente la verità, un giorno “per caso” (il caso non esiste) gli capitò tra le mani una copia delle Sacre Scritture, nella quale iniziò subito a intuire che c’erano parole di vita eterna. Fu particolarmente colpito dal Vangelo di Giovanni, che racconta come il Verbo si incarnò e dopo qualche tempo chiese per se il battesimo.
Ma Dio “scrive diritto sulle lettere storte”: i suoi studi di filosofia pagana lo aiutarono a entrare nei misteri di Dio con una visione cristiana e poi a spiegarli bene ai suoi fratelli.
Gladiatore contro l’arianesimo
Il più grande nemico della fede in quel periodo era l’arianesimo, una dottrina che negava fondamentalmente la divinità di Gesù Cristo, attaccando la divinità della sua natura umana.
Sant’Ilario fu consacrato vescovo di Poitiers per acclamazione popolare e, tra i suoi tanti compiti, si dedicò alla lotta contro l’eresia ariana, poiché riteneva che preservare il deposito della fede tra il popolo, fosse uno dei suoi compiti più importanti.
L’arianesimo era anche la moda mondana tra le classi alte dell’epoca; lo stesso figlio dell’imperatore Costantino, Costanzo, non solo era ariano, ma era anche un divulgatore dell’arianesimo.
Sant’Ilario di Poitiers fu uno dei pochissimi sostenitori del grande campione dell’ortodossia e baluardo della fede, Sant’Atanasio, vescovo di Alessandria d’Egitto, che fu bersaglio di molti attacchi ariani. Il Santo francese si dedicò alacremente a organizzare la resistenza dei vescovi d’Occidente, a questa perniciosa dottrina.
Scomunica dei vescovi ariani in Occidente
I vescovi d’Occidente, sotto la guida di sant’Ilario di Poitiers, proclamarono l’innocenza di sant’Atanasio, che era stato espulso dalla sua sede, e scomunicarono i vescovi ariani e semi-ariani.
Anche i vescovi d’Occidente inviarono una delegazione all’imperatore, chiedendo che i vescovi che erano stati deposti dalle loro sedi per aver combattuto l’arianesimo, venissero restituiti ad esse, e chiedevano che il potere temporale non interferisse più in questioni che erano strettamente di ordine spirituale. Costanzo dovette autorizzare il ritorno di Sant’Atanasio alla sua sede.
Gli ariani rispondono – Sant’Ilario in esilio
Ma gli ariani – e neppure il loro padre, il padre di tutte le menzogne – non avevano intenzione di stare a guardare. Unirono le forze per dimostrare all’imperatore che, alla fine, Sant’Ilario di Poitiers, combattendo l’arianesimo, stava combattendo contro l’Impero, così Costanzo confermò l’esilio di Sant’Atanasio e ordinò l’esilio pure di Sant’Ilario, che dovette fuggire in Frigia.
Ma questo rappresentò il colpo di grazia per il diavolo, perché lì, nel cuore dell’eresia, Sant’Ilario scatenò una lotta frontale contro di essa. Scrisse opere contro l’arianesimo e continuò a mantenere una stretta corrispondenza con i vescovi della Gallia e con la sua diocesi.
“Che il mio esilio possa durare per sempre, finché la verità sarà finalmente predicata”, disse Sant’Ilario.
Alla fine, furono gli stessi ariani a convincere Costanzo a rimpatriarlo in Francia. Prima passò per Roma, poi il suo passaggio per la sospirata Francia fu un gigantesco corteo trionfale, in cui tutto la cristianità lo acclamò.
Dopo aver affermato la fede nel suo Paese, partì per l’Italia per combattere i focolai di arianesimo, e qui ebbe la collaborazione pura e coraggiosa di sant’Eusebio di Vercelli.
Tornò poi a Poitiers, dove fondò vari monasteri e svolse in modo esemplare la sua missione di vescovo.
Morì nel 367.
Pio IX lo dichiarò dottore della Chiesa.
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